SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

Sovvenire alle necessità della Chiesa. Corresponsabilità e partecipazione dei fedeli. Le conclusioni

Siamo arrivati all’ultima parte di questo appuntamento che ha visto su In Cerchio, a partire dallo scorso febbraio, la pubblicazione di tutti i capitoli del documento dei Vescovi del 1988 e che proprio il 14 novembre 2018 celebrerà 30 anni dalla sua divulgazione. CONCLUSIONE Al termine di queste riflessioni e indicazioni, ci viene spontaneo di […]
23 Ottobre 2018

Siamo arrivati all’ultima parte di questo appuntamento che ha visto su In Cerchio, a partire dallo scorso febbraio, la pubblicazione di tutti i capitoli del documento dei Vescovi del 1988 e che proprio il 14 novembre 2018 celebrerà 30 anni dalla sua divulgazione.

CONCLUSIONE

  1. Al termine di queste riflessioni e indicazioni, ci viene spontaneo di ritornare alla possibile obiezione dalla quale eravamo partiti: è stato il nostro un discorso da vescovi o invece questo documento è il segno di una nostra troppo interessata considerazione delle difficoltà dell’oggi e dei rischi del domani, che cerca di ammantarsi di parvenze teologiche e di motivazioni pastorali?

La riflessione condotta insieme nell’assemblea generale di Collevalenza, preparando con impegno il documento, ci ha serenamente convinti che anche nel proporvi queste cose stiamo edificando la Chiesa di Gesù.

Sappiamo bene che la Chiesa non è l’esito di una nostra capacità di intrapresa né tantomeno può somigliare a un’azienda da gestire con razionalità efficientistica. Essa è dono del Padre, è comunione in Cristo di persone vive, è miracolo continuamente suscitato dalla potenza dello Spirito. Mandata ad annunciare l’amore misericordioso di Dio per il mondo, essa non si può identificare e valutare secondo i criteri dell’imponenza dei mezzi di cui dispone e della qualità delle risorse umane che sa implicare. E però siamo convinti che, se è vero che non sono i mezzi a fare la Chiesa, è altrettanto vero che una Chiesa che cresce sotto l’azione dello Spirito del Risorto investe della novità cristiana anche la realtà delle risorse umane e materiali, fino alla dimensione economica.

Quando ci si sforza veramente di «essere di Cristo», tutto diventa «nostro», anche il mondo e le sue possibilità (cf. 1Cor 3,21-23); il mondo, le cose, i soldi non sono più per i credenti né suggestioni ingannatrici né forze oscure che incutono paura. Se ne può ormai usare in libertà, mettendole a servizio di quello che conta: la più ampia diffusione della Parola che salva e la prassi della solidarietà fraterna che anticipa in qualche modo «la nuova terra» (2Pt 3,13).

Vorremmo dunque che le nostre riflessioni e indicazioni fossero accolte così: come un invito fiducioso a portare fin nella concretezza delle cose la logica e le esigenze della comunione, grazie alla libertà per la quale Cristo ci ha riscattati e nella quale il suo Spirito ci sostiene, per far sì che, coniugando con intelligenza di fede la sobria semplicità e l’avvedutezza evangelica domandate agli amministratori delle cose di Dio (cf. Mt 24,47; 1Pt 4,7-10), la Chiesa apra sempre più la strada alla Parola della salvezza, che vuol raggiungere ogni uomo e ogni donna anche in questa nostra complessa e distratta società.

È in questa prospettiva e con questo spirito che abbiamo osato con franchezza «parlare di soldi» con voi e che, concludendo, affidiamo alla vostra sensibilità cristiana e alla vostra provata generosità l’esortazione dell’apostolo: «Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia» (2Cor 9,7). 

Roma, 14 novembre 1988