Da oltre 40 anni accanto alle persone, coppie, famiglie in difficoltà. Il Consultorio diocesano familiare a Cagliari costituisce un punto di riferimento per chi attraversa un periodo di disagio, garantendo un servizio di consulenza, mediazione familiare, accompagnamento. «Accogliamo le persone - spiega la presidente Simona Lauterio - e offriamo loro uno spazio in cui sono libere di rielaborare e risolvere i problemi. Si rivolgono a noi sia singoli che famiglie». Il problema principale «riguarda il dialogo, la comunicazione: diverse famiglie hanno problemi nella relazione di coppia, ma anche nell’educazione dei figli. Incidono le difficoltà economiche, ma ciò che vediamo di più è l’ansia, l’insicurezza, la solitudine. Lavoriamo sulla relazione: partendo dalla singola persona coinvolgiamo il coniuge, i figli».
Nel 2022 oltre 800 ore di consulenza, circa 170 persone aiutate, di cui un centinaio donne. Inoltre, momenti di formazione più ampi aperti a tutti, quelli specifici per gli operatori, e un corso di training autogeno: il tutto garantito grazie ai fondi 8xmille (7.000 euro ricevuti dalla Diocesi nel 2022). Si lavora in rete con i Servizi sociali e con altre realtà locali. I percorsi consistono in una decina/quindicina di incontri con cadenza settimanale, grazie a una ventina di volontari con diverse professionalità, dagli avvocati ai consulenti legali, etici, familiari, dai mediatori e medici agli psicologi.
«Spesso le coppie si rivolgono a noi quando la crisi è già molto profonda - spiega Daniela Rossetti, consulente familiare da 25 anni-: è importante trasmettere loro speranza. Le aiutiamo a discutere in modo costruttivo, riacquistare fiducia; poi è la stessa coppia che capisce che il percorso è finito, perché ha gli strumenti per andare avanti».
«Nell’ultimo periodo - aggiunge la Lauterio- abbiamo notato un aumento dei giovani: le difficoltà maggiori riguardano lo studio, l’inserimento socio-lavorativo, la scarsa autostima, le problematiche relazionali, aumentate a causa della pandemia. Talvolta si rivolgono a noi anche adolescenti che vivono delle difficoltà nel loro contesto familiare». La riuscita dei percorsi «la percepiamo dal feedback delle persone che si sentono ascoltate, accolte: riescono a mettere una luce nuova sulla loro vita e a fare scelte concrete. E dopo i percorsi continuiamo a essere per loro un punto di riferimento».
Marco (nome di fantasia) si è rivolto per la prima volta al Consultorio qualche anno fa, quando si stava separando dalla moglie, dopo 47 anni di matrimonio. «Abbiamo fatto un incontro con gli operatori - racconta -, ma non è stato possibile evitare la separazione, anche a causa dei problemi psicologici di mia moglie». Dopo qualche anno, è stata la stessa donna a chiedergli aiuto. Racconta ancora: «Ho iniziato un percorso da solo, tutt’ora vado lì una volta al mese: il Consultorio mi ha dato la forza psicologica che mi ha permesso di salvare il mio matrimonio, una forza che ho trasmesso anche a mia moglie. Sono grato per l’aiuto ricevuto, senza il quale non ce l’avrei fatta».
Maria Chiara Cugusi (il Portico)