di GILBERTO TITO foto CREATIVE COMMONS
Gli arrivi nel santuario portoghese sono un milione in più ogni anno
Fatima è un appuntamento con il tempo. Con le richieste della Madre di Dio ai tre pastorelli nel 1917, da un luogo culturalmente remoto dell’Europa - sul confine atlantico, immerso nella povertà rurale, in un’età stremata dalla Grande Guerra, alla vigilia della Rivoluzione d’ottobre e del crollo dei tre imperi ottomano, russo e austroungarico - arrivò un’inattesa ‘geopolitica della fede’. Così lungimirante che cento anni dopo sentiamo di doverla leggere ancora. Così la frazione di Ourem è diventata l’altare del mondo.
Per quel richiamo di Maria alle scelte delle generazioni, alla conversione, alla visione del male che non prevarrà, all'intercessione per chi è lontano da Dio, alla fedeltà al Papa, all'urgenza della pace da implorare con il rosario. Il vincolo tra fedeli e presbiteri, cuore del ‘Sovvenire’, è coinvolto in questa lettura sub tutela Dei (sotto lo sguardo di Dio) della storia del ‘900 e del XXI secolo: nel 2010 infatti sul luogo delle apparizioni tutto il clero fu consacrato al Cuore Immacolato di Maria da Papa Benedetto XVI, “perché il mondo ha bisogno della testimonianza di sacerdoti fedeli”. E Papa Francesco consacrò il proprio pontificato alla Madonna di Fatima appena tre giorni dopo la sua elezione. Nel Centenario il messaggio delle apparizioni, diventato globale, segna la via della comunione nella Chiesa, perché anche nelle prove la sua fede cresca. Un segreto aperto da Maria ai bambini, i più conformi a Dio. Capaci di amarlo senza indifferenza, come Lucia, Francisco e Jacinta.