Lanatema contro lusura di Papa Francesco è arrivato allinizio di questanno: «È disumana e ferisce la dignità inviolabile della persona». In quelludienza del 29 gennaio in Vaticano aveva ricevuto una delegazione della Consulta nazionale antiusura, opera sostenuta dall8xmille con 100mila euro lanno. La onlus riunisce 28 fondazioni ecclesiali e centinaia di centri ascolto in tutta Italia. Solo alludienza generale erano presenti 3mila volontari e simpatizzanti, insieme a diverse famiglie liberate dai debiti e ai sacerdoti diocesani che operano fra le vite strozzate.
Nel tempo don Alberto è stato consulente delle commissioni parlamentari di Camera e Senato (ad esempio per la stesura della legge 108/96), e di Paesi membri Ue, come la Romania, snodo europeo dei siti web di scommesse. Se oggi cresce il numero di chi apre gli occhi sullazzardo diffuso e il movimento no slot conquista amministrazioni comunali ed esercenti di bar, è anche grazie a preti e volontari della Consulta. Cresce però anche la determinazione dei clan criminali a non volere ostacoli. I numeri tracciano un impero: in Italia la sola ndrangheta ricava da estorsioni e usura 2,9 miliardi lanno, dallazzardo 1,3 miliardi. Report recenti della Polizia di Stato segnalano lusura in forte aumento tra le fonti di proventi illeciti, a fianco di narcotraffico e business dei rifiuti. Crisi e indebitamento spingono un italiano su quattro a rivolgersi ai compro-oro o a svendere labitazione come nuda proprietà, conferma Eurispes. Don DUrso non arretra: «Per me sacerdote, questa missione significa non essere passato senza fermarmi accanto a chi è stato depredato, come il levita della parabola del buon samaritano» dice don Alberto. «Finora abbiamo accompagnato oltre 150 mila famiglie fuori dal buio. Ringrazio il Signore per il miracolo della conversione dei Levi e Zaccheo del nostro tempo». Il riferimento è anche al 21 settembre, festa di san Matteo, ufficializzata come Giornata nazionale antiusura. «Gesù ha chiamato Matteo lusuraio, vieni e seguimi, e ne ha fatto un apostolo.
Un bacino di 800 mila giocatori dipendenti, 2 milioni a rischio ludopatie, fenomeno prima sconosciuto e oggi emerso su larga scala. Con la crisi, proprio le fasce più povere hanno aumentato la quota di spesa destinata al gioco: 3% del reddito, mentre nei nuclei familiari benestanti si ferma all1%. Sognando il colpo di fortuna che risollevi i redditi in calo, si accelera il proprio impoverimento. Il fenomeno è più acuto nel sud, seguito da Abruzzo e Molise. Aree che non a caso richiamano quelle in cima allindice di rischio usura 2013 della Cgia: Campania, Basilicata, Molise e Calabria. A nord, spiccano Piemonte e Lombardia. Per Istat, in Italia le denunce per usura sono cresciute del +15%. E.P.