È qui che si trova il villaggio di Tsarahasina, dove nel 2010 è nata la missione cattolica affidata a padre Bertrand de Bourrand. Quando il sacerdote è arrivato, cera solo una chiesa. Oggi Tsarahasina conta un dispensario e quattro scuole (oltre 600 gli iscritti alla più grande). La qualità dellistruzione cattolica è nota in Madagascar, dove il tasso di analfabetismo tocca il 80% e il bisogno di formazione si estende al corpo insegnante, agli animatori e ai catechisti. «Sono venuto qui per annunciare Gesù» spiega il religioso «e questo annuncio prevede anche un aiuto concreto per la popolazione e lo sviluppo». Alla missione fanno riferimento 27 villaggi. Per la mancanza di strade padre Bertrand percorre a piedi decine di chilometri. Non è il solo: nel nord dellisola animista i cattolici sono minoranza (tra il 2 e il 15%) e i sacerdoti camminano per raggiungere anche comunità di 10 o 15 persone.
Tra le priorità, anche le nuove generazioni: in tanti già a 12 anni sono costretti a trasferirsi in città per la scuola secondaria. E la diocesi di Ambanja ha creato per loro dei villaggi in cui gli studenti vivono, affidati alle cure di famiglie o di religiosi «perché siano al sicuro dal reclutamento nelle bande criminali o dallo sfruttamento nella prostituzione dilagante» spiega monsignor Vella. Anche dalle firme è arrivato un contributo alla formazione dei giovani a rischio per circa 86 mila euro.
Quanto alla tutela della salute, nel Paese solo il 15% degli abitanti ha accesso a cure mediche di base, a pagamento. Molte famiglie restano senza terapie, per povertà o perché lontani da un ospedale. Così la presenza dei ambulatori cattolici significa speranza. Come il dispensario maternità di Marovoay, nella diocesi di Mahajanga: grazie all8xmille ha acquistato i pannelli solari che garantiscono elettricità alla struttura, riferimento anche perché fornisce latte ai bambini malnutriti (lisola è al 6° posto nel mondo per malnutrizione infantile). «Attraverso i dispensari» dice padre Bruno DellAcqua, missionario carmelitano ed economo della diocesi di Mahajanga «la Chiesa non salva solo vite umane, ma ricorda ai malgasci che non sono soli».