SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

«Operai della messe,
affidati ai fedeli»

Stanno per celebrare il loro primo Natale da sacerdoti. Appena all’inizio del cammino in cui si faranno pane spezzato per tutti, secondo il Vangelo, e in cui verranno sostenuti dai fedeli. Che cosa significano per loro le Offerte? Lo abbiamo chiesto ad alcuni seminaristi, tra i circa 400 nuovi preti diocesani ordinati quest’anno. “Di fronte […]
2 Agosto 2017

Stanno per celebrare il loro primo Natale da sacerdoti. Appena all’inizio del cammino in cui si faranno pane spezzato per tutti, secondo il Vangelo, e in cui verranno sostenuti dai fedeli. Che cosa significano per loro le Offerte? Lo abbiamo chiesto ad alcuni seminaristi, tra i circa 400 nuovi preti diocesani ordinati quest’anno. “Di fronte a tanta generosità e fiducia sento una grande responsabilità.Per me si tratta di fare sempre sul serio con Gesù, che mi ha chiamato a servire coloro a cui Egli mi manda» dice Federico Andriani di San Pietro Vernotico (Lecce). La vocazione per lui è nata in famiglia e dalla testimonianza del suo parroco. «Di don Pietro Coccolo mi colpiva il suo essere uomo di preghiera dedito all’impegno sociale. Era un parroco senza chiesa. Lo vedevo celebrare l’Eucaristia nei box auto dove le famiglie lo ospitavano. Fu la fiducia dei fedeli in lui a dargli modo di edificare l’attuale parrocchiale di San Giovanni Bosco con l’ oratorio. Così ha fatto nascere in me il desiderio di poter fare altrettanto».

E aggiunge: «Sono passati sette anni dall’ingresso nel seminario di Molfetta, e mi sento felice, entusiasta di quanto Dio mi ha concesso. Oggi mi trovo alle soglie dell’ordinazione diaconale e attendo di conoscere il nome della comunità in cui il Signore mi manderà». All’altare si appresta a celebrare Riccardo Florio, formatosi al seminario di Torino: «Il giorno e l’ora in cui ho deciso di diventare sacerdote sono ben presenti nel mio cuore, preferisco custodirli con riserbo. Posso dire però che da allora la mia vita è cambiata. Sento di partecipare alla realizzazione della volontà di Dio, all’annuncio del suo Regno».

A scegliere la vita sacerdotale l’hanno portato «la famiglia, la comunità e figure di preti che Dio ha donato nella mia esistenza: testimoni del Vangelo con l’esempio prima che con le parole. Vedevo la loro fede anche in casi disperati: la capacita di sopportare le traversie confidando in Dio, lo sguardo sempre rivolto al bene e alla fiducia ella Provvidenza. Manca ancora la data della mia ordinazione, ma so che il Signore non mi lascerà senza il suo sostegno». Sapere di essere affidato ai fedeli per il sostentamento? «Significa per me che Dio opera nel tempo e nei costumi, per mostrare la sua misericordia in modi sempre nuovi e attuali. E che, anche in una società in continua evoluzione, l’essere Chiesa assume nuove forme di partecipazione che ci fanno vivere il Vangelo.

E se Dio attraverso i fratelli si prende cura di noi presbiteri in tutte le situazioni, anche noi dobbiamo essere generosi e solerti verso chi ci chiede aiuto». Don Gianluigi D’Angelo è stato ordinato il 2 ottobre scorso nella cattedrale di Teano (Caserta), questo sarà il suo primo Natale da sacerdote. «La vocazione per me è stata approdo di un cammino. Quale rotta seguire? A chi affidarmi concretamente? Mi sono messo in orante ascolto, guidato dalla Parola e sostenuto dall’Eucaristia. Oggi essere affidato a tutti i fedeli italiani con le Offerte è fonte di grande gioia. Mi fa vivere l’esperienza della Chiesa nascente tramandataci negli Atti, “perseverante nello spezzare il pane” (At 2, 42-47). È una responsabilità: siamo operai della vigna del Signore per il bene dei fratelli. Chiamati noi per primi a sovvenire alle necessità del prossimo. Di questo vorrei ringraziare davvero tutti».

 
ITALIA 1 ª IN EUROPA PER NUMERO DI PRESBITERI, 2 ª PER VOCAZIONI
Così cambia la geografia dei nuovi sacerdoti

Ordinazioni in diminuzione in Italia nell’ultimo decennio. Sono passate da 502 del 2002 a 408 del 2011 (-175 unità), secondo dati dell’Ufficio nazionale pastorale delle vocazioni della Cei. Quello italiano resta tuttavia il clero diocesano più numeroso d’Europa, con circa 36 mila ‘don’, seguito a distanza da Polonia (23.446, ma con vocazioni in aumento, + 222 l’anno), Spagna (16.499, -170), Francia (14.006, -442). E la Penisola è 2ª in Europa, dopo la Polonia, per numero di nuovi presbiteri.

Secondo una ricerca di Fondazione Agnelli, le regioni più generose in vocazioni sono Basilicata e Calabria, seguite da Abruzzo, Puglia e Liguria. L’esempio lucano si impone anche in rapporto alla minor popolazione. Ultime invece Piemonte, Emilia-Romagna e Toscana. Il nord Italia può tuttavia contare su più sacerdoti: 1/3 del totale oggi è attivo tra Lombardia e Triveneto. Il confronto con gli altri continenti –specie Africa e Asia- indica però che le vocazioni sono per lo più lontane dall’Europa.

Così all’aumento dell’età media del clero italiano e al debole ricambio suppliscono i confratelli dall’estero (oggi il 18% del totale), che fanno vivere al nostro Paese una ‘nuova Pentecoste’. La loro presenza varia tra 2 e 22%, a seconda delle diocesi, provenienti per lo più da Polonia, Repubblica Democratica del Congo e India. I seminari sono ‘vivaio della Chiesa’ esattamente da 450 anni: il prossimo 4 dicembre segnerà l’anniversario della chiusura del Concilio di Trento (1545-1563) che ne istituì uno in ogni diocesi. All’epoca un provvedimento epocale, e tuttora modello di formazione, cura e promozione di vocazioni ‘all’altezza dei tempi’. P.I.