Sempre più italiani faticano a fare prevenzione e ad affrontare le spese per la salute. Ma i presidi sanitari diocesani, grazie alle nostre firme, rispondono ai nuovi bisogni. Con visite gratuite o a basso costo.
Appena alle spalle del traffico cittadino, vicino al mare, si entra al poliambulatorio Caritas, dedicato al medico santo Giuseppe Moscati. Fondato 10 anni fa, è in un palazzo ristrutturato con i fondi dell8xmille: circa 700mila euro, più 425mila nellintero decennio per garantirne loperatività. Ai piani, gli ambulatori di odontoiatria, ginecologia, neurologia. Così la Chiesa locale può offrire cure specialistiche gratuite a chi è in difficoltà economiche. «È unopera-segno della diocesi di Pozzuoli, voluta dal vescovo Gennaro Pascarella» spiega Pasquale Grottola, medico, coordinatore del poliambulatorio e diacono.
«Possiamo contare su uno staff qualificato, in gran parte di giovani, con dieci odontoiatri, quattro odontotecnici, due ginecologi, un neurologo, un chirurgo, un dermatologo e uno psicologo». Quanto conta in tempi di crisi economica un presidio sanitario come questo? Lo dicono i dati dellaffluenza: «Per lodontoiatria, le visite so- no passate dalle 1.100 del 2011 alle 2.300 del 2012. Nellultimo anno, 700 per la ginecologia. Complessivamente riusciamo ad assicurare circa 3mila prestazioni lanno».
Lutenza che si rivolge al Centro è cambiata nel tempo, registrando uninversione di tendenza: da un 80% di stranieri fino al 2010 ad un 80% di italiani oggi. «Soprattutto è stata la crisi a cambiare le cose» chiarisce Grottola. «Arrivano famiglie alle prese con cassa integrazione, licenziamenti o mancati pagamenti da parte delle aziende». Per questo è importante anche lo stile dellaccoglienza: «Cerchiamo dinstaurare un rapporto di amicizia con i pazienti» dice Fabrizio Gargiulo, odontoiatra. «Il passaparola funziona anche tra quelli di altre fedi, specie musulmani» aggiunge Paolo Trammaco, odontotecnico.
Maria Rosaria Guazzo viene da Bagnoli, e scandisce il suo nome e cognome, senza pseudonimi: «Sono venuta allambulatorio per cure dentistiche per me e per mia figlia. È una bella realtà, che va raccontata, senza nascondersi. Per fortuna esiste un centro come questo, altrimenti non avrei saputo come fare. Anzi ce ne dovrebbero essere di più. Ringrazio i medici. Qui non dicono mai di no». «Queste opere-segno sono anche un modo per far sapere ai cittadini che non devono disperare» evidenzia don Fernando Carannante, direttore della Caritas diocesana. «Perché, anche in un momento difficile, la Chiesa è un punto di riferimento.
Può dare segni di speranza senza illudere. È questa carità liberante che rende le persone capaci di aver fiducia in noi. Lunica sfida vera è la carità vissuta e testimoniata. Per questo la firma dell8xmille non è altro che un investimento che il cittadino fa su se stesso per aiutare le persone più deboli».
C.C.
Secondo unindagine Fimmg 2012 (medici di famiglia) con la recessione il 64% dei pazienti trascura la salute (71% a Sud e nelle Isole). Il 56% rimanda gli accertamenti e il 67.6% rinuncia al dentista.
VOCI DA TRE CENTRI MEDICI DIOCESANI IN ITALIA
DallEmilia Romagna alla Sicilia, «qui il paziente è trattato come una persona»
ACIREALE
AMBULATORIO ODONTOIATRICO
«Abbiamo aperto a fine 2010 perché sul territorio cera grande bisogno di assistenza dentale» spiega Giuseppe Gulisano, direttore della Caritas diocesana. La Asl locale effettua solo cure di emergenza, lospedale non ha un reparto odontoiatrico e gli abitanti sono costretti a curarsi a Catania o a rivolgersi a studi privati. «I costi delle cure dentistiche sono onerosi anche per chi non ha gravi difficoltà economiche, figuriamoci per chi non riesce ad arrivare a fine mese» aggiunge Gulisano. «Laffluenza è impressionante. Tra i pazienti incontriamo senzatetto, rifugiati, ma anche italiani in condizioni di povertà estrema. Spesso arrivano dai nostri centri ascolto e poi scopriamo situazioni odontoiatriche gravissime». Perché nellimpossibilità di sostenere le spese mediche, cè chi attende anni prima di farsi curare. Lambulatorio va incontro anche ai bisogni delle famiglie con un reddito medio, fornendo cure a metà del tariffario. Parte di tale contributo viene poi devoluto ai servizi gratuiti Caritas.
REGGIO EMILIA POLIAMBULATORIO
QUERCE DI MAMRE
Giovanni Borsalino è vice direttore sanitario, nonché uno dei 40 medici che, con 20 infermieri, prestano servizio volontario. Nel 1998, quando era ancora primario di ortopedia in un ospedale emiliano, accettò linvito di un amico a dare una mano nella piccola struttura, neppure ultimata. «Come tanti medici che mettono gratuitamente al servizio del prossimo esperienza e conoscenze, qui mi sento realizzato. Aiutando chi sta male e non ha i soldi per curarsi o per comprare medicine». Il poliambulatorio offre assistenza in ortodonzia, ginecologia, ortopedia, radiologia, dermatologia, neurologia, odontoiatria. «È il centro ascolto Caritas che valuta le richieste» spiega Borsalino «e registriamo un aumento di quelli che non riescono più a pagare il ticket».
ROMA
POLIAMBULATORIO DI VIA MARSALA
(STAZIONE TERMINI)
«Sono arrivata per la prima volta due anni fa e in gravidanza ho ricevuto grande aiuto». Monica, 30 anni, un marito e tre figli, viene da un campo rom fuori città. Vive di elemosine. Al centro medico trova le medicine, mentre per le cure dentarie porta i bambini al centro Caritas in via Casilina. I camici bianchi a via Marsala sono presenti dal 1983, per dare un servizio di medicina di base agli stranieri. Oggi sono 250 volontari tra medici, farmacisti, infermieri e mediatori culturali. Accanto ai quattro studi medici e alla medicheria anche il banco del servizio farmaceutico, che distribuisce i medicinali donati alla Caritas. «Quando vengo qui, anche se
è per un problema di salute, sono felice: non solo perché trovo le medicine per i bambini. Ma perché mi trattano come una persona».
Marta Petrosillo