testi di STEFANO NASSISI e MARIA ROSSI foto di ROMANO SICILIANI
Diventare famiglia per le madri sole. Raggiungere col microcredito i nuclei in difficoltà. Ecco alcune delle opere nazionali e diocesane rese possibili dalle firme. Per aiutare genitori e figli a guardare oltre la crisi.
Famiglia, oasi di anni felici e crocevia di tutte le fragilità. Allindomani del Raduno mondiale delle famiglie di Milano, ecco alcune possibili risposte alle loro necessità di futuro. A tracciarla, i progetti della Chiesa italiana, finanziati anche con l8xmille. Un piano diffuso di sostegno a famiglie, anziani soli e giovani in cerca di occupazione. Fino a nuclei monoreddito madre-bambino a rischio. Ecco le voci di chi è ricorso al centro Casa di Cristian a Roma. O, dopo un licenziamento, al Prestito della speranza.
ROMA
VITA NUOVA A CASA DI CRISTIAN
«Il bambino che avevo in grembo era tutto per me. Non ci avrei rinunciato neanche a costo della mia stessa esistenza». Alina, 27enne, romena, quando rimase incinta non cedette né alle percosse né alle minacce del compagno e fuggì. Dal 28 marzo è a Casa di Cristian insieme al bimbo. «Ero smarrita» racconta, non senza fatica, «ma laccoglienza nella Casa è stata quella di una vera famiglia. Ora mi sento protetta e pronta a fare del mio meglio».
«Le nostre ragazze hanno alle spalle storie terribili e diverse. Sono vittime di violenza domestica, straniere richiedenti asilo, fuggite con i figli da zone di guerra. O hanno perso casa e lavoro proprio a causa di una gravidanza, magari dopo aver stretto i denti fino al settimo mese, o per aver assistito il figlio durante una lunga malattia» spiega Cristina Manzara, giovane responsabile della Casa di Cristian.
Il centro Caritas è nato a Roma nel 2001 per accogliere nuclei familiari madre-bambino in difficoltà, in una città dove le famiglie monogenitoriali sono il 16% (12% la media italiana) dei nuclei totali. Nel nostro Paese il 76% dei genitori soli è composto da donne con uno o più figli, nel 78% dei casi minori. Secondo le statistiche, rappresentano le famiglie più povere del Paese, e tra loro sono in crescita quelle senza fissa dimora.
«In Italia, dove abitualmente la famiglia dorigine fa da rete protettiva, è un fenomeno emergente»spiegano alla Caritas «quello di chi non ha nessuno alle spalle su cui contare». Come le madri approdate qui. Che in più hanno vissuto violenza o abbandono. «Al loro arrivo sono svuotate, indurite» prosegue Manzara. «E con grandi ferite nellanima. Grazie al calore e al clima familiare, pian piano si riaprono alla vita».
Impietrita e spaventata era anche Claudia, 40enne romana, quando è arrivata lo scorso 2 aprile con il figlio diciassettenne malato. Entrambi in fuga da un padre-marito che li picchiava e li segregava. Anche per Claudia tante occupazioni precarie e tanti alloggi di fortuna, dove veniva regolarmente rintracciata dallaggressivo coniuge.
Ora è tranquilla, talvolta raggiante: «Ringrazio Dio di essere capitata qui, la vivo come una manna dal cielo. Ero chiusa in un mutismo assoluto, poi grazie al loro aiuto sto tornando in piedi». I sei operatori e quindici volontari accolgono circa trenta nuclei familiari lanno. Ma la crisi fa salire le richieste daiuto. Solo dallo scorso ottobre, 20 mamme e 38 bambini e la Casa è sempre al limite della capienza.
La risposta è possibile perché il Centro, oltre che da donazioni, è sostenuto con continuità dalla Caritas italiana. In particolare grazie ai progetti finanziati dall8xmille alla Chiesa Cattolica, Una casa per chi non ha casa del 2005 e Donne a confronto (per le vittime della tratta) del 2010, ha ricevuto 140mila e 105mila euro.
Questa felice esperienza ha fatto sì che la Caritas finanziasse anche il progetto Mai sole nel 2011 con un contributo di 72.200 euro, destinato stavolta alla struttura gemella Casa dellImmacolata, nel quartiere Centocelle a Roma, che ha aumentato i posti a disposizione. Così le firme di tanti hanno raggiunto madri e figli in un abbraccio familiare.
IN OLTRE 100 DIOCESI
CON IL PRESTITO DELLA SPERANZA
Il Prestito della speranza è il progetto Cei di accesso al microcredito sociale per nuclei familiari in difficoltà dopo un licenziamento. Alle spalle un fondo straordinario di garanzia di 30 milioni di euro, creato con donazioni e 8xmille. Per il presidente Cei, cardinale Angelo Bagnasco, è uno degli esempi più chiari di partecipazione sincera della comunità credente alle ansie comuni. Info:
www.prestitodellasperanza.it
Milano. Paola, agente immobiliare, due figli e un matrimonio sereno. Non la classica famiglia monoreddito a rischio povertà. Invece la crisi lha travolta. Mercato degli alloggi in frenata, e la sua azienda lha licenziata. «Nel frattempo mi sono accorta di aspettare il terzo bambino» spiega lei. «Laffitto dimezzava lo stipendio di mio marito. A darci ossigeno è stato il Prestito della Speranza.
Una telefonata con la Fondazione San Bernardino della diocesi di Milano e ci fissarono subito lincontro. Non mi hanno mai fatto sentire fuori posto. E hanno agito rapidamente». I 6mi- euro dal fondo «sono stati una mano tesa» prosegue Paola, la voce inaspettatamente salda. «Ho avuto modo di trovarmi lavori occasionali. E imparato a non guardare mai giù, verso labisso, ma avanti, verso quello che potevo ricostruire. Vorrei solo che il Prestito fosse fatto conoscere di più, per aiutare altre famiglie come la nostra».
Nardò (Lecce). La crisi in Salento si è estesa a tanti col crollo del prezzo dei raccolti. «Spesso con il Prestito della Speranza siamo stati lultima spiaggia per le famigliespiega Roberto De Donatis della Caritas diocesana di Nardò-Gallipoli. Così per Emma, vedova con figli: aveva perso il lavoro irregolare di colf, in mano solo i 400 euro di reversibilità del marito.
E per Graziano, artigiano a un passo dalla pensione e padre di tre figli alluniversità. La sua ditta familiare di fuochi dartificio è fallita. A entrambi il Prestito ha dato tempo per riavviare unattività. Comprando un mezzo di trasporto e unattrezzatura da lavoro. Con 25mila euro Graziano ha investito in un banco da ambulante. Vendendo panini, la famiglia sta risalendo la china e i figli non hanno dovuto interrompere gli studi.
Cagliari. Cè unauto o una bicicletta per andare al lavoro in cima alla lista di chi riceve il Prestito della Speranza a Cagliari. «Al nostro sportello arrivano dagli insegnanti a cui sono state drasticamente ridotte le ore mensili, ai pescatori, che provvedono così a reti e motori» spiega donMarco Lai, direttore Caritas del capoluogo sardo.
«Col Prestito regge lo standard di dignità della famiglia». Nellarea di Cagliari, in allarmante controtendenza rispetto alla media italiana, per il 70% a chiedere sono i padri. «Perché loccupazione nelle Pmi artigianali è compromessa su larga scala » evidenzia don Lai. Età media dei richiedenti: 40 anni, per il 51% disoccupati, il 90% con un figlio.
Maria Rossi
ESEMPI IN TUTTO IL PAESE
Vedi alla voce vicinanza.
PROGETTI PER LOCCUPAZIONE
La Chiesa nelle diocesi del Mezzogiorno ha promosso corsi per fondare cooperative giovanili. Finanziati con 1 milione di euro lanno dalle nostre firme. Creati finora oltre 4 mila posti di lavoro.
www.progettopolicoro.it
ASILI PARROCCHIALI
Comprendono sia strutture a pagamento che gratuite, come il nidoTata mia di Vercelli, al centro di un nostro recente servizio. Sono frequentati da circa 550mila bambini in tutta la Penisola.
SETTIMANE DI SPIRITUALITA PER LE FAMIGLIE
Cicli di studi, master e soggiorni di spiritualità per le famiglie. Per maggiori informazioni: Ufficio nazionale Cei per la pastorale della famiglia
www.chiesacattolica.it/famiglia
VIGEVANO (PAVIA), PROGETTO RESPIRO
Un aiuto dalla diocesi per chi ha in casa malati di Alzheimer. Lobiettivo è dare sollievo dal difficile lavoro di cura, con la collaborazione settimanale di volontari e operatori.
TARANTO, BANCA DEL TEMPO SANITARIA
Con 100mila euro dall8xmille la Caritas ha avviato corsi di uso consapevole del denaro in funzionen anti-indebitamento. Cè anche, una Banca del tempo sanitaria, con visite mediche gratis.
LA RIFLESSIONE
La famiglia? È il tempo ritrovato. Un luogo dove tornare in ascolto di Dio, del tempo dato e speso gli uni per gli altri. La famiglia potrebbe essere unisola vitale di decelerazione ha proposto il filosofo tedesco Hartmut Rosa, spesso citato alla vigilia dellincontro di Milano. Di fronte allalienazione lavoro-licenziamento, laccoglienza dellaltro fa la differenza. E questo proprio nellepoca della produzione e del profitto just in time, della formazione continua. Lontana dai modelli del passato, fatti di apprendistato giovanile, poi di carriera e di pensione. Se la società vive una rincorsa travolgente, con ritmi di vita troppo elevati, pc e palmari che lasciano il lavoro invada la vita privata, senza più un mestiere ma una serie di impieghi, la sfida potrebbe essere «approfittare del tempo, grande alleato della famiglia, per non essere travolti dallappello a cambiamenti permanenti: di lavoro, di sede, di relazioni affettive». Per questo cè attesa per iniziative in favore delle famiglie e di tutte le generazioni. O per dirla con Papa Benedetto XVI, «famiglia, lavoro e giorno festivo sono doni e benedizioni di Dio per aiutarci a vivere unesistenza pienamente umana». P.I.