Dignità, soddisfazione e talenti che non vanno perduti. Cè anche questo negli obiettivi di decine di sacerdoti diocesani impegnati oggi in Italia contro la disoccupazione, attraverso il Progetto Policoro, il piano di formazione Cei in funzione da 16 anni, anche grazie alle firme degli italiani. Vangelo alla mano, il compito che si sono dati è riaprire lorizzonte per tanti, specie i giovani. Ma in qualche caso anche nelle categorie considerate ai margini delle prospettive occupazionali, come le donne più mature, cè chi è riuscita con tenacia a realizzare i propri sogni. Anche in un piccolo paese del Mezzogiorno italiano, traumatizzato da un drammatico calo della popolazione da 15mila a 1.500 abitanti nel giro di soli 10 anni? Anche in una realtà dove restano in maggioranza gli anziani,mentre la generazione adulta vede con dolore e impotenza emigrare i più giovani in cerca di lavoro? Sì, anche lì.
Doveva essere più o meno questo ciò che aveva in mente don Mimmo Beneventi, lex parroco di Laurenzana (PZ) e direttore dellUfficio pastorale giovanile della diocesi di Acerenza (uno dei tre tavoli partecipanti al Progetto Policoro, con la Caritas e la Pastorale del lavoro), quando incoraggiava alcune donne del paese a puntare sulla loro abilità nel ricamo e nel cucito per realizzare una cooperativa.
«Noi» racconta Anna Taddei, oggi presidente della cooperativa La Perla preziosa «eravamo legate allidea di un servizio di pulizie o di assistenza sociale». E già sembrava un progetto ambizioso in una realtà che tende più a scoraggiare i tentativi di cambiamento che a promuoverli, dove già altre esperienze di cooperative erano nate ma non avevano attecchito.
PUNTIAMO SUL TALENTO DELLE DONNE
Anna, sposata e con due figli di 12 e 5 anni, non si rassegnava allapatia. Aveva gestito un negozio di alimentari, lavorato nel settore delle pulizie, in un ristorante. Voleva rimettersi in gioco. Don Mimmo aveva presentato il Progetto Policoro, liniziativa della Chiesa italiana per sostenere limprenditoria giovanile nel Meridione, un progetto rivolto
ai giovani, appunto.
«Quando mi presentai» ricorda Anna «mi presero un po in giro perché non ero più tanto giovane. Ero un po la barzelletta del momento, ma per me era una sfida: mi sentii ancora più motivata». Agli incontri del corso Policoro, una volta alla settimana, da settembre a giugno, partecipano in undici. «Poi qualcuna si è persa per strada» racconta Anna. «Ci credevano, ma hanno prevalso le pressioni intorno. Che cosa vi siete messe in testa? ci ripetevano». Però «noi cinque dellattuale cooperativa, tutte intorno ai 40 anni, ci conoscevamo da tempo e siamo rimaste.
Policoro ci ha dato gli stimoli giusti. Abbiamo fatto il corso con Elena Muscela, la responsabile regionale del progetto e con Livia Falotico, il tutor a livello diocesano, e abbiamo presentato il nostro primo business plan. Sono state loro ad orientarci verso un mercato di nicchia, puntando su unattività che mancava nel territorio» ossia il restauro e il ricamo antico.
Nellautunno successivo unaltra occasione da cogliere per qualificarsi meglio e raffinare il progetto: il Progetto Pari finanziato con fondi regionali con lobiettivo delle pari opportunità. «Secondo me» afferma unaltra socia della cooperativa, Rosanna Cavuoti, un figlio di 26 anni entusiasta dellattività della madre «le doppie P ci portano fortuna: Progetto Policoro, Progetto Pari e oggi Perla Preziosa. Oggi siamo tra i pochi in paese a poter lavorare senza dover emigrare. Per questo dico alle donne come me di mettersi in gioco: con tenacia e fiducia si può fare».
SI PUÒ FARE
Il corso regionale permette di specializzarsi in informatica, restauro e ricamo; da una monaca, suor Grazia Giovanna dellOrdine della Piccola Famiglia dellEsodo, che vive a Decollatura, in Calabria, imparano tecniche secolari di ricamo antico. E finalmente si parte: il 28 dicembre del 2009 apre La Perla Preziosa, laboratorio di sartoria artigianale e restauro dei tessuti antichi, lunico con questa specializzazione nel Mezzogiorno. Il locale è messo a disposizione dal parroco. Poi arrivano richieste da altre parrocchie non solo della diocesi e anche larcivescovo, mons. Giovanni Ricchiuti, promotore fin dallinizio di Policoro, non fa mancare il suo sostegno.
La fatica è molta, ma gradualmente arrivano i risultati e soprattutto cresce la stima di sé. Ho trovato il lavoro che fa per me spiega Franca Cavuoti che esalta la mia creatività". Da ragazza, lei che due figli di 9 e 5 anni, aveva acquisito le qualifiche di sarta, operatrice di moda e stilista modellista; poi aveva lavorato in un bar e anche come segretaria. «Mio marito allinizio era scettico » afferma «ma adesso ci aiuta per i servizi e nella manutenzione dei macchinari del laboratorio».
«Credono molto nel loro progetto» afferma don Giordano Stigliani, lattuale parroco di Laurenzana, responsabile dellUfficio per la pastorale del lavoro in diocesi di Acerenza «e non hanno lasciato niente di intentato». «I figli non mi dicono brava» racconta Filomena, due figli maschi di 17 e 9 anni, unattività commerciale chiusa sei anni fa «perché vedono solo che la mamma non è più disponibile come prima ».
In realtà, è proprio per i loro figli che le 5 donne della cooperativa hanno accettato la sfida: per dare loro un po di disponibilità economica in più ma, soprattutto, per «dare lesempio che associandosi si può creare lavoro».
8XMILLE, LA FORMAZIONE CREA LAVORO
«Non credevo di potermi rimettere in gioco alla mia età» continua Filomena «e invece mi trovo con il nostro gruppo a creare quello che vogliamo. È una grande soddisfazione e non tornerei più indietro». Intanto il laboratorio di restauro ha creato movimento in paese: arrivano i furgoni a scaricare i tessuti e le altre merci ordinate via internet. Il locale della parrocchia non basta più e la cooperativa si trasferisce appena fuori Laurenzana.
«La richiesta di lavoro dallesterno» afferma Teresa, tre figli di 11, 14 e 18 anni «ci dimostra che La Perla Preziosasta cominciando a farsi conoscere e apprezzare». «La nostra giornata» prosegue Teresa «comincia con i figli a scuola e la casa da organizzare. Siamo in laboratorio dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18.30». «Ma quando ci sono commesse da chiudere» conclude con un sorriso «la nostra luce resta accesa, anche quando il paese va a dormire».
Cooperativa di abiti sacri, per comunioni e restauro antico di manufatti per parrocchie e musei diocesani
IL PROGETTO POLICORO
Grandi numeri in 16 anni di vita
E stato un sacerdote a creare il Progetto Policoro, il piano antidisoccupazione giovanile nel Mezzogiorno in sinergia con le diocesi del Nord promosso 16 anni fa dalla Chiesa italiana. Don Mario Operti (1950-2001) lo ideò dalla collaborazione a tre fra Caritas, pastorale giovanile e del lavoro.
Diceva don Mario:Non esistono formule magiche per creare lavoro. Occorre investire nellintelligenza e nel cuore delle persone. Oggi decine di sacerdoti diocesani si dedicano a questa missione. Il Progetto Policoro è il segreto della presenza dei cattolici nella società ha scritto il Segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata Risponde ai bisogni concreti con spirito di comunione nella certezza che il Vangelo vissuto dà buoni frutti per tutti.
Il Progetto Policoro da sogno di don Mario è diventato unidea che si organizza, diviene impresa e fa germogliare la speranza ha detto mons. Angelo Casile, direttore dellUfficio Nazionale Cei per i problemi sociali e il lavoro A tutti noi rimane il compito di custodirlo come un dono perché continui a essere per le nostre Chiese accoglienza e profezia del nuovo che emerge allorizzonte del Sud per lintero Paese.
Oggi conta oltre 500 consorzi, cooperative e imprese, pari a oltre 4 mila posti di lavoro. L8xmille sostiene il piano di formazione con circa un milione di euro lanno. Per lo più il piano Cei sostiene la formazione dei giovani in cerca di occupazione. Ma in diocesi di Acerenza anche donne over 40 hanno dimostrato di saper usare questo strumento, per rientrare nel mercato del lavoro. Senza emigrare. Un risultato di rilievo in un Sud Italia dove oggi la disoccupazione femminile sfiora il 50%.