SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

Doniamo per un Natale di comunione

La partecipazione torna a crescere, così come il numero di Offerte (+1,2%) a sostegno di chi è stato chiamato dal Signore a servire la Chiesa. Nella gioia del Natale alle porte, riserviamo un piccolo gesto di gratitudine per i nostri ‘don’
11 Novembre 2019

di PAOLA INGLESE foto GIORGIO BOATO/ AGENZIA ROMANO SICILIANI

La generosità accelera da qui a fine anno. All’ingresso del trimestre più dinamico per le Offerte, fanno già scommettere su un ulteriore, positivo colpo d’ala i dati fino al 31 agosto scorso. Il trend è in crescita: +1,2% il numero di donazioni rispetto alla stessa data del 2018, a conferma di una lieve ripresa della partecipazione (30.271 contributi a fronte dei 29.910 di dodici mesi fa). Solo vicina al sorpasso invece la raccolta complessiva (- 1%, con un milione 758 mila euro, rispetto al milione 776 mila del 2018), a motivo degli importi medi che si fanno più contenuti. I fedeli confermano la vicinanza ai sacerdoti, ma con più prudenza nella gestione dell’economia familiare: destinano così all’offerta media circa un euro in meno, il -2,2% rispetto ad un anno fa, pari a 58.07 euro.

Calcolando per ora esclusivamente i conti correnti postali, “l’incremento modesto del numero di Offerte è in realtà significativo perché interrompe un andamento incerto durato mesi” secondo Paolo Cortellessa del centro studi del Servizio Promozione Cei. Vale per ognuno di noi l’appuntamento con la Giornata nazionale Offerte, domenica 24 novembre,  festa della gratitudine e della comunione verso la missione dei nostri ‘don’. Sullo sfondo il modello sacerdotale alto e disarmante del Buon pastore, che con il dono del sacramento dell’Ordine – ha evidenziato il presidente del Comitato Cei per il sostegno economico alla Chiesa mons. Donato Negro nella sua recente pubblicazione Nelle mani del vasaio – “ha il potere di rendere un uomo come gli altri un segno della paternità divina, fratello universale servo per amore, collaboratore alla gioia degli altri”. 

Anche attraverso il sovvenire il prete sentirà di non essere solo ma di appartenere ad un popolo. Che a sua volta sosterrà i sacerdoti perché diano il meglio di sé, “imparando la docilità all’azione dello Spirito”. Nelle sfide di oggi, dalla secolarizzazione alla povertà e alle migrazioni “la presenza del sacerdote è chiamata a recuperare i tratti della profezia – scandisce l’arcivescovo Negro – cioè della possibilità di cogliere cieli e terra nuova perfino nelle rapide e spiazzanti trasformazioni sociali”.  È il mistero del Vasaio che nel libro del profeta Geremia (18, 1-12) “come argilla plasma i suoi  inviati sul tornio della vita perché si affidino a Lui e sempre più somiglino al Figlio”.

 

PAPA FRANCESCO AI SACERDOTI

“Grazie per il servizio e la vocazione”

«Grazie ai tanti sacerdoti che, in modo costante e integro, offrono tutto ciò che sono e hanno per il bene degli altri e portano avanti una paternità spirituale che sa piangere con coloro che piangono – ha scritto papa Francesco in un recente messaggio nel 160° anniversario della morte del santo Curato d’Ars – Sono capaci di fare della loro vita un’opera di misericordia in regioni o situazioni spesso inospitali, lontane o abbandonate, nonostante i rischi per se stessi. Grazie ai sacerdoti per la fedeltà agli impegni assunti, per la celebrazione quotidiana dell’Eucaristia, per il sacramento della Riconciliazione amministrato senza rigorismi né lassismi, per l’annuncio del Vangelo fatto a tutti con ardore. Ma al tempo stesso sono i preti a dover dire grazie. Sono loro a sentire il bisogno di glorificare Dio per la vocazione che più che una scelta nostra, è risposta a una chiamata gratuita del Signore. Nella preghiera avvertiamo con più chiarezza la necessità dei due legami costitutivi dell’identità sacerdotale: con Gesù innanzitutto e poi con il popolo, in modo da diventare artigiani di relazione e comunione, aperti, fiduciosi e in attesa della novità che il Regno di Dio vuole suscitare».