“Il vero male, il più grande del mondo, è l’indifferenza. Ce lo ha insegnato, con la sua vita prima ancora che con le sue parole, una piccola suora albanese che a modo suo ha rivoluzionato il mondo, sporcandosi le mani in prima persona lì dove nessuno aveva mai avuto il coraggio di avventurarsi. Tra i più poveri dei poveri. La mia certezza è che il più grande antidoto a questa indifferenza sia educare la comunità al dono”. Parola di Massimo Monzio Compagnoni, responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica. Si presenta citando Santa Teresa di Calcutta, ma è un uomo molto attento ai numeri e abituato a misurarsi coi fatti concreti.
Certo che le firme per l’8xmille alla Chiesa cattolica non stanno attraversando un momento esaltante, stando alle cifre…
È innegabile: gli ultimi dati disponibili, relativi al 2021 (su redditi 2020), ci danno le firme per la Chiesa cattolica in calo – rispetto all’anno precedente – di circa 260.000 unità, con una percentuale che è passata dal 71,7 al 70,4%. Contemporaneamente le firme destinate allo Stato sono aumentate di circa 220.000 unità, passando dal 3,8 al 4%. La tendenza in cui questo nostro calo si inserisce è iniziata più di 15 anni fa, anche se non aveva mai toccato un valore così alto.
Cosa state pensando di fare, a livello di promozione, per arginare questo calo e innescare una controtendenza? Che spiegazione vi siete dati?
Certamente la pandemia non ha giocato a nostro favore, orientando molte firme verso lo Stato, in emergenza sanitaria, e probabilmente avremmo potuto raccontare con più incisività anche l’immenso impegno messo in campo dalle nostre comunità per sostenere i più bisognosi, anche con i fondi dell’8xmille. La questione però ha radici più profonde e richiede una conversione improntata proprio a quello che stavo dicendo inizialmente: per vincere l’indifferenza l’unica via è educare la comunità al dono. Dobbiamo essere capaci di ripartire dal territorio, dalle nostre comunità locali, chiamate ad assumersi con fermezza le proprie responsabilità, anche nella gestione delle risorse economiche. Ogni cristiano deve fare la propria parte e questo messaggio va rilanciato con forza.
Cosa vuol dire, concretamente, prendersi le proprie responsabilità?
Innanzitutto, vuol dire firmare. Tutti, anche chi non ha l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi ma ha comunque il diritto di farlo, come percettore – ad esempio – di una pensione. E poi vuol dire costruire una cultura della firma, come gesto di partecipazione e di appartenenza comunitaria. La firma per l’8xmille alla Chiesa cattolica non costa nulla a chi la appone ma contribuisce a sostenere migliaia di progetti di solidarietà ogni anno, in Italia e nei paesi più poveri del mondo. Per un’infinità di persone vuol dire sopravvivenza, salute, educazione, lavoro. Perché non fare la propria parte? Donare per un cristiano non è un optional, dovrebbe essere come respirare: firmare è il primo passo di un percorso in cui tutti siamo chiamati a crescere, ciascuno secondo le proprie possibilità.