SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

Incontro del Lazio / Omelia del Cardinale Vicario Angelo De Donatis

In occasione dell’incontro regionale del Lazio tra incaricati diocesani del “sovvenire”, presidenti d’Istituto diocesano sostentamento clero ed economi avvenuto lo scorso 15 dicembre a Roma, il Cardinale Vicario di Roma Angelo De Donatis ha pronunciato la seguente omelia. ******************************** Carissimi, questo nostro incontro vuole essere un segno di gratitudine nei vostri confronti, per questo servizio […]
8 Gennaio 2024

In occasione dell’incontro regionale del Lazio tra incaricati diocesani del “sovvenire”, presidenti d’Istituto diocesano sostentamento clero ed economi avvenuto lo scorso 15 dicembre a Roma, il Cardinale Vicario di Roma Angelo De Donatis ha pronunciato la seguente omelia.

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Carissimi,

questo nostro incontro vuole essere un segno di gratitudine nei vostri confronti, per questo servizio vitale che offrite alla santa Chiesa, ma soprattutto siamo qui per celebrare l’eucarestia, per ringraziare Dio che ci concede di amare e servire la sua chiesa, perché come recita un antico e sapiente adagio: “chi ama la chiesa riceve in dono lo Spirito Santo[1]”.

Chiediamo al Signore di vivere con questo spirito il servizio al quale siamo stati chiamati. La professionalità è importantissima ma non basta. Occorre avere un’anima che serve la Chiesa. Per dedicarsi alla Chiesa bisogna avere gustato la cura di Dio. La suocera di Pietro si mette a servire Gesù ed i suoi discepoli dopo l’incontro vivificante con il maestro che l’ha liberata dalla febbre. Lo fa per gratitudine. Si serve per restituire ciò che abbiamo ricevuto senza alcun merito.

Chiediamo al Signore di attendere con uno spirito realmente rinnovato il Natale di Cristo che è alle porte; la liturgia di  oggi vuole essere un aiuto a rafforzare la nostra vigilanza; la Chiesa sa infatti che il peso delle quotidianità, l’affanno delle responsabilità, l’assedio dei peccati, e il potere dell’ambiente e delle abitudini ci indebolisce, ci sfianca e così veniamo meno nell’attesa di Cristo; per questo iniziando questa Santa Messa abbiamo chiesto al padre di “illuminarci con la sua parola di salvezza”, per andare incontro al suo figlio con le lampade accese.

Per questo motivo la parola di oggi è un grande dono, forse di non immediata comprensione ma di grande efficacia; nel vangelo troviamo descritta la lite tra due gruppi di fanciulli: una banda pretende di dettare le regole del gioco a spese degli altri e si arrabbia perché i compagni non seguono il ritmo dei loro desideri e non si adeguano ai loro umori. Il Signore paragona la generazione che lo attornia a questi “piccoli e capricciosi despoti” che accusano gli altri di esser guastafeste; essi sanno solo comandare e criticare.

Quante volte questa tentazione si affaccia anche nel nostro cuore: criticare la realtà che non si piega ai nostri progetti, criticare la storia che il Signore sta portando avanti, quando essa non collima coi nostri schemi. Questo atteggiamento ci rende insensibili ai messaggeri di Dio, che ci invitano alla conversione, e a scoprire la sapienza di Dio che è dietro che cose che accadono. Nel Natale di Cristo, la sapienza di Dio si è fatta piccola, si è fatta accessibile, si è fatta vicina.

Non siamo condannati a vivere come bimbi capricciosi e mai contenti, ma siamo resi “figli nel Figlio”: nella notte di Natale possiamo gustare con chiarezza la verità scritta in un'altra parabola e rivolta ad un figlio scontento che non poteva unirsi alla festa, perché non riusciva, con la sua ragione limitata, a comprendere l’opera del padre. Sentiamo rivolte a noi queste parole piene di pazienza e amore: “figlio tu sei sempre con me, e ciò che è mio è tuo”. Davvero nel Natale di Cristo il Dio eterno entra nel nostro tempo e può stare sempre con noi, davvero nella notte santa egli ci ha donato tutto, perché ci ha donato il suo figlio; possiamo vivere come figli grati, che finalmente consapevoli di quanto ricevuto, possono fare della loro vita un unico grande dono.

Con questi sentimenti celebriamo questi divini misteri e chiediamo la grazia di servire la chiesa con pazienza e generosità.

Amen.

[1] “Tantum quisque amat Ecclesiam Christi, tantum habet Spiritum Sanctum”, Aug. In Joannem, 32,8.