Già nello scorso numero di In Cerchio vi abbiamo proposto un articolo di don Graziano Donà, membro del Comitato CEI per la Promozione del Sostegno Economico alla Chiesa e relatore al Campus Comunidare, per l'Amico del Clero (testata della FACI).
Visto il successo che ha riscontrato, eccone un altro che ha come titolo Il “teorema” dei vasi comunicanti per il bene della Chiesa.
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I teoremi sono sempre stati gioia e grattacapo per tutti gli studenti, soprattutto delle materie scientifiche: fondamentali da applicare ma spesso difficili da ricordare. Anche riguardo al tema del sostegno economico alla Chiesa cattolica in Italia, dopo la riforma del 1985, si è voluto inventare un “teorema” noto con il nome “dei vasi comunicanti”, importante da applicare ma che, come per tutti gli altri teoremi, è necessario ogni tanto ripassare.
La fonte principale di sostegno economico all’interno della Chiesa cattolica rimane “l’offerta” che trova la sua espressione più alta nella raccolta durante l’Offertorio nella S. Messa. Nel corso del tempo sono stati introdotti o inventati molti altri strumenti. In Italia, la riforma concordataria del 1984, assieme alla definitiva abolizione del sistema beneficiale, ha introdotto (con la legge 222/85) i meccanismi dell’8xmille e delle Offerte per il clero deducibili e ha visto la nascita degli Istituti Diocesani per il Sostentamento del Clero (IDSC).
I nuovi meccanismi non hanno però cambiato le finalità proprie della Chiesa nella gestione dei beni e cioè ordinare il culto divino, provvedere ad un onesto sostentamento del clero, esercitare opere di apostolato e carità, specialmente al servizio dei poveri. Si è invece iniziato a parlare del teorema dei vasi comunicanti mettendo in una particolare relazione le Offerte per il clero e l’8xmille. Esattamente il teorema dice che più aumentano le fonti di finanziamento del sostentamento del clero e in particolare le Offerte, più l’8xmille viene lasciato a disposizione per la carità e il culto e la pastorale.
Le Offerte deducibili per il clero (destinate esclusivamente all'Istituto Centrale Sostentamento Clero) assieme alle quote capitarie parrocchiali, ad eventuali stipendi per impieghi pubblici, come la scuola, e ai redditi degli ex-benefici, dovrebbero garantire la remunerazione dei sacerdoti. Nel caso la copertura non avvenga per intero, vengono inserite risorse dall’8xmille.
Dal 1989 e 1990, anni in cui il sistema è entrato a pieno regime, l’8xmille è sempre stato utilizzato in percentuali più o meno elevate. I dati aggiornati al 2019, indicano che il 43,5% dell’8xmille viene utilizzato per il sostentamento dei quasi 34.000 sacerdoti che prestano servizio pastorale nelle diocesi d’Italia (di questi 3.000 sono anziani o malati). Il dato richiede palesemente un supplemento di impegno per riuscire almeno a scendere sotto la soglia del 40%. Un impegno che coinvolge tutti, compresi i parroci, che non parlano di questi argomenti, dando per scontata l’integrazione che arriva dall’Istituto Centrale Sostentamento Clero.
A livello di principi, ciò che ancora oggi può giustificare una maggiore responsabilità è certamente il rafforzamento del senso di appartenenza alla Chiesa. Dobbiamo tenerci tutti perché tutti siamo impegnati nell’annuncio del Vangelo ed in particolar modo il prete chiamato, in forza del Sacramento dell’Ordine, a presiedere la Comunità. Il rafforzamento del senso di appartenenza prevede però uno sguardo ampio per evitare la tentazione di identificarsi con la propria comunità o con il proprio gruppo, con il rischio così di non riuscire a percepire come propri i problemi e gli obiettivi della Chiesa intera.
A livello operativo, invece, all’importanza dello stare informati, la ricerca di idee e progetti nuovi che coinvolgono la Parrocchia, che valorizzano il legame con gli IDSC, che danno un senso profondo all’offerta per i sacerdoti e in generale che danno un buon risultato applicando il teorema dei vasi comunicanti, saranno sempre bene accetti.