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della Conferenza Episcopale Italiana

Il Papa ai preti di Roma: lavorate coi laici e vigilate sul clericalismo

È dello scorso 7 agosto la lettera di Francesco ai sacerdoti della sua Diocesi: "Vi sono vicino nelle gioie e sofferenze, grazie del vostro servizio spesso non riconosciuto". Poi il monito contro la mondanità spirituale: "Si nasconde dietro apparenze di religiosità e amore alla Chiesa, ma in realtà consiste nel cercare, al posto della gloria […]
4 Settembre 2023

È dello scorso 7 agosto la lettera di Francesco ai sacerdoti della sua Diocesi: "Vi sono vicino nelle gioie e sofferenze, grazie del vostro servizio spesso non riconosciuto". Poi il monito contro la mondanità spirituale: "Si nasconde dietro apparenze di religiosità e amore alla Chiesa, ma in realtà consiste nel cercare, al posto della gloria di Dio, la gloria umana e il benessere personale”. Infine, il Pontefice raccomanda: servi e non padroni, "A volte diamo a vedere di essere superiori, privilegiati, collocati 'in alto'".

Il testo della lettera, scrive il Papa, è stato frutto anche della preghiera dinanzi alla Salus Populi Romani alla quale – assicura – ha affidato tutti i sacerdoti dell’Urbe.

“Le ho chiesto di custodirvi e di proteggervi, di asciugare le vostre lacrime segrete, di ravvivare in voi la gioia del ministero e di rendervi ogni giorno pastori innamorati di Gesù”.

Proprio quest’ultima sembra essere la più grande preoccupazione per Jorge Mario Bergoglio, da sempre presentatosi come Vescovo di Roma, cioè quella di un disinnamoramento dei preti dalla loro vocazione e dal loro ministero. Ministero che porta un “carico di gioie e di fatiche, di speranze e di delusioni”, e che spesso si svolge tra “tante fatiche” e “incomprensioni”, ammette il Pontefice. Dice “grazie”, infatti, per questo e lo ripete più volte nella lettera: “Grazie per tanto bene nascosto che fate”; “grazie” per un lavoro che talvolta non ha “riconoscimento”.

“D’altronde, il nostro ministero sacerdotale non si misura sui successi pastorali (il Signore stesso ne ha avuti, col passare del tempo, sempre di meno!)”.

Qui l’articolo di Salvatore Cernuzio per Radio Vaticana.