SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

Giovani, una generazione senza speranza e senza Dio

E’ stata la più bella invenzione di Giovanni Paolo II: la Giornata Mondiale della Gioventù. Il cammino delle GMG, iniziato a partire dalla metà degli anni ’80, è segnato da grandi temi, a partire dal primo del 1986 “Sempre pronti a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi”. 33 anni […]
24 Maggio 2019

E’ stata la più bella invenzione di Giovanni Paolo II: la Giornata Mondiale della Gioventù. Il cammino delle GMG, iniziato a partire dalla metà degli anni ’80, è segnato da grandi temi, a partire dal primo del 1986 “Sempre pronti a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi”.

33 anni dopo, questo invito è più che mai attuale. I giovani di oggi faticano a tenere alta la fiaccola della speranza. Sfiduciati, scoraggiati, dal futuro incerto, hanno difficoltà a conservare quella fiducia e serenità che sono la cifra caratteristica di un ragazzo e, soprattutto, di un cristiano. Il processo di secolarizzazione è evidente se analizziamo la partecipazione alla messa domenicale: solo 1 ragazzo su 7 dichiara di andare a messa la domenica, almeno 2 volte al mese, mentre tra gli anziani il rapporto è di 1 a 2. 

I giovani di oggi sono una generazione che non è contro Dio o contro la Chiesa, ma vive senza Dio. Hanno perso attrazione nei confronti della fede e della vita spirituale. In generale la loro formazione religiosa è relegata all’infanzia e all’adolescenza e coincide con il periodo della scuola obbligatoria. Hanno abbandonato la pratica religiosa, e spesso anche la fede, proprio dopo aver ricevuto il sacramento della cresima. Per molti giovani, infatti, proprio il momento della confermazione della scelta libera e consapevole di essere cristiani ha coinciso con l’addio alla Chiesa. Prova ne sia il fatto che oltre la metà dei 18-34enni pensa che la crisi o la scomparsa della Chiesa non rappresenti un pericolo per la società.

Al contrario l’80% degli anziani ritiene che la Chiesa sia un punto di riferimento imprescindibile per la propria vita.