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della Conferenza Episcopale Italiana

Facebook sacerdoti “piace” anche per le belle storie dei nostri “don”

Sono oltre 85.235 i “mi piace” della pagina facebook sacerdoti e il dato è in salita.  E sicuramente ha riscontrato dei “like” anche l’ultima storia di don Franco Picone. Un cammino di legalità insieme a Don Giuseppe Diana. Ucciso dalla camorra con 5 colpi di arma da fuoco, nella sua chiesa San Nicola di Bari […]
19 Marzo 2015
Sono oltre 85.235 i “mi piace” della pagina facebook sacerdoti e il dato è in salita.

 
E sicuramente ha riscontrato dei “like” anche l’ultima storia di don Franco Picone
. Un cammino di legalità insieme a Don Giuseppe Diana. Ucciso dalla camorra con 5 colpi di arma da fuoco, nella sua chiesa San Nicola di Bari a Casal di Principe il 19 marzo 1994, dopo 21 anni dalla morte è stato annunciato l’avvio del processo della sua beatificazione. Da allora Don Franco Picone, suo successore, ne continua l’opera e il suo cammino verso la legalità.
 
Infatti la sua morte non ha impedito ai sacerdoti di parlare -come la camorra aveva sperato. Ma ha visto una comunità ribellarsi come mai aveva fatto prima, e partecipare in massa ai funerali di don Peppino. Poi l’arrivo a San Nicola di don Franco Picone, un giovanissimo sacerdote di 27 anni desideroso di riprendere quel cammino di legalità barbaramente interrotto. Un cammino da costruire giorno per giorno, con fatica e caparbietà.
 
Tante le urgenze: i bambini e il loro diritto ad una scuola in grado di renderli domani uomini liberi, il bisogno di riscatto delle donne, voci di pace spesso inascoltate e l’apertura verso gli immigrati, nuovi lavoratori dell’agro aversano ridotti quasi in schiavitù.
 
Per capire la forza e la costanza del suo impegno, basta aprire la porta della sua chiesa e attraversare il corridoio dove ieri si sperse il sangue di don Peppino e dove oggi
risate di bambini e voci di adolescenti e adulti si alternano nelle diverse ore del giorno. E lui, don Franco, è sempre lì, a disposizione di chiunque abbia qualcosa da chiedere e nei momenti di silenzio, quando la fatica si fa sentire, si rivolge a don Peppino, forte di quel rapporto tra un sacerdote e la sua terra, che neanche la morte è riuscita a spezzare.
 
“Sono venti anni che passo per quel corridoio che ha raccolto il tuo ultimo sguardo e verificando i cambiamenti che ci sono stati in questo popolo desideroso di nuove opportunità, mi rendo conto che non si può amare senza essere eccessivi”, dice don Franco Picone pensando a don Peppino Diana. “Questa terra, liberata quasi totalmente dalla vecchia schiavitù, e non ancora capace di camminare su strade sicure e alternative, deve essere amata da cuori liberi come il tuo, capace di lasciare pezzi importanti della propria esistenza pur di vederla rinata. Hai scommesso sulla volontà degli uomini di cambiare e tanti stanno rispondendo al tuo appello ancora vivo. Il mondo si trasforma lentamente ma tu ci confermi che è possibile renderlo diverso. La tua fede mi ha colpito più di ogni altra cosa e mi ha fatto capire perché ti hanno ucciso. Grazie perché mi hai fatto ritrovare quell'immenso amore nel quale anche tu ti sei perso”.