L’esperienza vissuta dalla parrocchia di San Michele Arcangelo ha coinvolto, grazie all’incaricata diocesana Annamaria Gregorio, sia gli operatori pastorali, che si sono messi a disposizione per la raccolta delle firme sui modelli CU, sia i fedeli presenti alle Celebrazioni interessati al tema e disposti a sostenerne le finalità.
Qui l’articolo di Enza Ceniccola, referente parrocchiale del “sovvenire”, pubblicato su clarusonline.it nel quale si legge:
La parrocchia di San Michele Arcangelo in Alife, guidata dal parroco don Eusebio Swiderek, dà il proprio concreto contributo a “unafirmaXunire“, campagna nazionale che vede la partecipazione di 5mila parrocchie italiane tra cui 12 della Diocesi di Alife-Caiazzo per la raccolta di firme da destinare all’8xmille della Chiesa Cattolica coordinati dall’Ufficio della Diocesi di Alife-Caiazzo che si occupa del servizio “sovvenire”.
Dopo un primo appuntamento parrocchiale dedicato alla formazione del Consiglio pastorale e del Consiglio Affari economici della Parrocchia sulle iniziative del "sovvenire" della Chiesa Cattolica (così come avvenuto con altre parrocchie della Diocesi di Alife-Caiazzo CLICCA), il 3 luglio Annamaria Gregorio incaricata diocesana, partecipando alle Messe domenicali della parrocchia alifana, con la collaborazione di alcuni referenti parrocchiali, ha parlato di 8xmille alla comunità presente: una data scelta per la maggior partecipazione di fedeli in occasione del sacramento di due battesimi e quindi di nuove famiglie della comunità a cui rivolgere questo messaggio.
Di circa 1.400 abitanti, la comunità di San Michele, composta da gruppi di famiglie che hanno come punto di riferimento la parrocchia e il parroco, non si è smentita neppure questa volta, dimostrandosi capace di lavorare in sinergia e per il bene della comunità. Dopo aver fornito ai fedeli presenti le informazioni tecniche sulla modalità da seguire per apporre la firma, Annamaria Gregorio ha incentrato il suo discorso sul Vangelo di questa domenica, sulla chiamata dei 72 discepoli per evangelizzare i popoli, arrivando a sottolineare il significato della firma, ovverosia una “scelta di responsabilità per ogni credente”.
Il fondamento teologico del gesto del “sovvenire” si rispecchia nell’impegno dei discepoli, i quali dovranno portare avanti la loro missione evangelizzatrice di villaggio in villaggio senza “né sacco, né bisaccia, né sandali”, come dice il Signore, ma solo riponendo assoluta fiducia nell’ospitalità delle famiglie e sempre pronti a partecipare alla vita e a collaborare alle attività della gente del posto. Il sostegno e la cura dei bisognosi e il lavoro sinergico finalizzato alla costruzione del bene collettivo sono alla base del progetto di “sovvenire”, richiamandosi appunto allo stile delle primitive comunità cristiane, le quali rendevano ogni cosa come dono da condividere insieme.