Ecco il consueto appuntamento con la catechesi di don Roberto Laurita sul “sovvenire” pubblicata nel numero di marzo di Catechisti Parrocchiali dal titolo “La Chiesa è condivisione”.
IL CRISTIANO «CONDIVIDE»
Il cristiano non dona solo il superfluo, dona di più, anche del suo necessario! Va oltre i limiti, e non calcola quello che ha già donato. Egli «si» dona, senza contare né il denaro, né il suo amore, né il suo impegno. Dona le sue capacità e le utilizza per produrre un cambiamento, per togliere da questo mondo la miseria. Per il cristiano non si è fatto mai abbastanza per sollevare uomini e donne dalla povertà in cui si trovano.
LA COLLETTA NELLA CHIESA DI ANTIOCHIA
Nella Chiesa di Antiochia, fondata da poco, avviene un giorno un episodio strano: «Alcuni profeti scesero da Gerusalemme ad Antiochia. Uno di loro, di nome Agabo, si alzò in piedi e annunciò, per impulso dello Spirito, che sarebbe scoppiata una grave carestia su tutta la terra. Ciò che di fatto avvenne sotto l’impero di Claudio. Allora i discepoli stabilirono di mandare un soccorso ai fratelli abitanti nella Giudea, ciascuno secondo quello che possedeva; questo fecero, indirizzandolo agli anziani, per mezzo di Barnaba e Saulo» (At 11,27-30).
In effetti mentre era al potere l’imperatore Claudio sembra che vi sia stata una carestia particolarmente grave in Giudea, tra il 46 e il 48. Questa prova diventa l’occasione per una solidarietà che va al di là dei confini delle comunità locali. Essa crea nuovi legami tra Antiochia e Gerusalemme.
UN’INIZIATIVA DI LARGHE DIMENSIONI
Nella Lettera ai Galati (siamo nell’anno 57) Paolo, l’apostolo dei pagani, ricorda l’invito che ha ricevuto da Pietro, Giacomo e Giovanni: «Ricordatevi dei poveri» (Gal 2,10). I tre apostoli, che sono considerati «le colonne» della Chiesa, collocano la solidarietà tra le attività essenziali per il cristiano. Proprio per questo Paolo avvia una colletta, cioè una raccolta di soldi, a favore della Chiesa-Madre di Gerusalemme.
- con larghezza, perché «chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà» (2Cor 9,6);
- non con tristezza, né per forza, ma con gioia: «ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia» (2Cor 9,7);
- con spirito di fiducia nella Provvidenza: «Colui che dà il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, darà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia» (2Cor 9,10).
- L’esempio di Gesù: «Conoscete la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà» (2 Cor 8,9).
- Fare uguaglianza: «Non si tratta di mettere in difficoltà voi per sollevare gli altri, ma che vi sia uguaglianza» (2Cor 8,13).
- La solidarietà: «La Macedonia e l’Acaia hanno voluto realizzare una forma di comunione con i poveri tra i santi che sono a Gerusalemme. L’hanno voluto perché sono ad essi debitori: infatti le genti, avendo partecipato ai loro beni spirituali, sono in debito di rendere loro un servizio sacro anche nelle loro necessità materiali» (Rm 15,26-27). È una generosità che esprime la gratitudine: l’aiuto materiale sostiene i cristiani poveri di Gerusalemme, i quali avevano arricchito di fede i fratelli di Corinto. Una specie di evangelica «legge dello scambio».
TERRA SANTA
L’8xmille si può considerare una forma di «colletta» moderna e i fondi sostengono chi è nel bisogno, anche le comunità più lontane, come quelle in Terra Santa. Qui due suore comboniane (in foto) sono a fianco di chi cresce nel deserto con una rete di 7 asili per i figli dei beduini. Siamo a Jahalin, nelle dune rocciose tra Gerusalemme e Gerico. In mezzo al deserto c’è, però, un’oasi di disegni, giochi e istruzione per chi cresce nelle comunità nomadi. A tener viva questa iniziativa è un’italiana, suor Agnese Elli, e un’eritrea, suor Azezet Kidane. I vescovi italiani hanno contribuito con 140 mila euro dei fondi dell’8xmille.
Cosa fare con i ragazzi del catechismo
Prova a elencare le raccolte di denaro che vengono fatte, durante l’anno, alla Messa della domenica: in Avvento… in Quaresima… nel mese di gennaio… in ottobre…, quando capita una calamità naturale (come un terremoto).
Ci sono cristiani che si lamentano: «Ecco: domandano sempre soldi!». Ma dopo quello che hai riflettuto, ti sembra proprio così strano?