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della Conferenza Episcopale Italiana

Da Casale Monferrato la nuova storia su Facebook “Insieme ai sacerdoti”

Siamo a Casale Monferrato, e don Marco Pivetta è parroco nella parrocchia del Ronzone, un quartiere nell’immediata periferia industriale della città. Il territorio ospita i resti di quella fabbrica che tanto lavoro ha dato agli abitanti di questa parte d’Italia. Si chiama Eternit e mette paura soltanto nominarla. Era un lavoro sicuro, al tempo. Chi entrava […]
18 Aprile 2017
Siamo a Casale Monferrato, e don Marco Pivetta è parroco nella parrocchia del Ronzone, un quartiere nell’immediata periferia industriale della città. Il territorio ospita i resti di quella fabbrica che tanto lavoro ha dato agli abitanti di questa parte d’Italia. Si chiama Eternit e mette paura soltanto nominarla.
 
Era un lavoro sicuro, al tempo. Chi entrava lì poteva star sicuro sul piano dell’occupazione. Per tutta la vita. Era la vita, aveva permesso a tanti di formare una famiglia. Solo poi si è scoperto che l’esposizione all’amianto è causa del Mesotelioma, un tumore che non perdona. Come spiega l’oncologa Daniela Degiovanni, che per prima ha visitato negli anni 70 da neo laureata gli operai che presentavano i primi sintomi di questa malattia e non ha mai smesso di occuparsene, nemmeno dopo il suo ritiro per la pensione. Questi operai vivevano nella polvere di amianto, tanto che non riuscivano a riconoscersi se non dalla voce. Mangiavano il cibo, nella pausa, con la polvere d’amianto.
 
Don Marco ha perso suo padre per il mesotelioma. Oggi vive in mezzo alle famiglie che in qualche modo hanno avuto a che fare con questa storia. Una storia che non è finita perché la punta massima di decessi si toccherà in questi prossimi 3 anni, visto che l’incubazione della malattia dura anche più di 20 anni. Oggi colpisce chi all’epoca era bambino, e giocava nei cortili ricoperti dalla polvere.
 
Don Marco appare subito come un uomo che sa cogliere la bellezza della vita, e che per questo ne è grato. La passione per la musica e per i motori. La passione per le persone. A volte anche solo una pizza di sabato sera, nella stanza dell’ Hospice che ospita i malati di mesotelioma, accanto a una donna o a un uomo che aspetta quel semplice momento. Ma la vita, racconta don Marco, dà forti emozioni, che ti sconquassano. Una telefonata può portare notizie di morte e notizie di vita nuova.
 
E tutto ciò in seminario non te lo dicono. Lo scopri dopo.
 
Ma d’altre parte se non fai il prete così, non c’è sapore, non c’è vita.
 
Quando il telefono squilla, prima di rispondere prega il Signore: “solo cose belle Gesù, solo cose belle”.