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della Conferenza Episcopale Italiana

Il Papa con i preti di Roma: allargare l’accoglienza a tutti, tutti, tutti

Su vaticannews.va, nel servizio di Salvatore Cernuzio dell’11 giugno, l’incontro di Papa Francesco all’Università Pontificia Salesiana, in zona Montesacro di Roma, per dialogare con i sacerdoti dagli 11 ai 39 anni di ordinazione. Temi di attualità del mondo e della Chiesa hanno scandito l’ora e mezza di dialogo a porte chiuse del Papa con i […]
12 Giugno 2024

Su vaticannews.va, nel servizio di Salvatore Cernuzio dell’11 giugno, l’incontro di Papa Francesco all’Università Pontificia Salesiana, in zona Montesacro di Roma, per dialogare con i sacerdoti dagli 11 ai 39 anni di ordinazione. Temi di attualità del mondo e della Chiesa hanno scandito l’ora e mezza di dialogo a porte chiuse del Papa con i sacerdoti.

È stato il terzo e ultimo degli incontri in giro per la Capitale con il suo clero, anche questo caratterizzato da un botta e risposta a porte chiuse su questioni pastorali, come la vicinanza ad anziani, giovani invischiati nella droga, persone sole o in emergenza abitativa, o su temi di attualità come guerra o astensionismo politico.

Qui il servizio del quale anticipiamo alcune raccomandazioni che il Papa ha fatto al suo clero.

Accompagnamento ad anziani soli e giovani in difficoltà
Con forza è emersa la domanda della sofferenza delle persone, da accompagnare con vicinanza, compassione e tenerezza, tre qualità di Dio da vivere – ha detto Francesco - particolarmente “per i vecchi”. Importante in questo senso la pastorale ospedaliera e le difficoltà della città di Roma, come l’emergenza abitativa per cui il Papa ha invitato alla generosità le congregazioni religiose provviste di strutture, o il diffondersi delle droghe, della tragedia della solitudine, dei tanti che vivono il proprio dolore nell’invisibilità. “Nella vita di un prete l’invisibile è più importante del visibile, perché più denso, più doloroso” ha detto il Papa. E ha aggiunto: “Il nostro lavoro come preti è andare a cercare questa gente” perché “la Chiesa o è profetica o è clericale: tocca a noi scegliere”.

Forti e miti
“Il Papa ha definito questi pastori generosi, dediti, compassionevoli, capaci di vicinanza… Sono gli unici, infatti, che si mettono dalla parte della gente perché molte volte – hanno detto gli stessi preti - le istituzioni sono un po’ sorde e non riescono ad ascoltare il grido dei poveri”, spiega ai media vaticani il vescovo Michele Di Tolve, delegato dell’Ambito per la cura del diaconato, del clero e della vita religiosa, che ha presentato al Papa l’assemblea. Dal Papa l’invito è stato a “essere forti e miti nello stesso tempo, per far sentire che la parrocchia è accanto a loro, casa tra le case e possano rivivere un'esperienza di famiglia”.

Situazioni di dolore
Toccante durante il colloquio di circa un’ora e mezza, riferisce Di Tolve, “sentire alcuni sacerdoti che sperimentano la solitudine l’isolamento di tanti anziani e ammalati e sentire anche la loro voce rotta dall’emozione nel raccontare alcune situazioni di dolore che hanno visto. Il Santo Padre ha raccomandato di generare dentro la comunità la capacità di ascoltare i segni dei tempi, di essere Chiesa profetica. Che vuol dire una capacità vera di prossimità oggi”. Una missione che fa da contraltare a quella “condizione sociale di isolamento, di distanza, di grandi proclami e poi di poca effettiva vicinanza e condivisione con la gente”.

Gente che è spesso in condizioni di emergenza: “I giovani anzitutto”, rimarca Di Tolve, “a Roma ci sono ragazzi che vengono assoldati per vendere la droga e quindi lasciano la scuola in seconda media. Questo è il vero dramma che vivono. Davvero – afferma il vescovo - bisogna aiutare la gente a trovare i valori più importanti e più veri in un contesto e in una cultura dove ciascuno si sente dire: ‘Pensa a te stesso, realizza la tua vita. Non guardare troppo intorno realizza soltanto te stesso’. Ecco non possiamo accettare che la famiglia umana diventi così”.