SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

L'editoriale

Se vent’anni fa mi avessero detto che l’avventura di Sovvenire sarebbe durata tutto questo tempo, probabilmente non ci avrei creduto. Eppure siamo ancora qui, segno che l’intuizione iniziale era giusta. Sovvenire, è vero, come certi neonati, nacque forse “sottopeso”, 12 pagine appena, nel marzo del 1991. Ma proprio come i neonati piccolini dimostrò subito una […]
2 Agosto 2017

Se vent’anni fa mi avessero detto che l’avventura di Sovvenire sarebbe durata tutto questo tempo, probabilmente non ci avrei creduto. Eppure siamo ancora qui, segno che l’intuizione iniziale era giusta. Sovvenire, è vero, come certi neonati, nacque forse “sottopeso”, 12 pagine appena, nel marzo del 1991. Ma proprio come i neonati piccolini dimostrò subito una “fame” di crescita, che venne ben presto alimentata anche dall’”incubatrice” dell’affetto dei cattolici italiani per tutti i sacerdoti. Così, la nostra rivista è diventata insostituibile strumento di quella trasparenza e di quella corresponsabilità richiamate recentemente anche dal presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco. Ed è bene che continui ad esserlo, pur in forme nuove e più attente ai mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione.
 
Perciò, al momento di lasciare l’incarico di coordinatore della redazione alla collega Laura Delsere (in bocca al lupo), più che voltarmi indietro, vorrei guardare avanti.
Noi di Sovvenire lo abbiamo sempre fatto, fin dal primo numero. E non abbiamo mai smesso, come i cambiamenti dell’ultimo anno – riforma grafica, diversa impostazione degli articoli, più spazio alle pagine di servizio, rilancio del sito internet – stanno lì a dimostrare. Novità esteriori e di contenuto, dunque, sempre coniugate tra loro, per testimoniare quella che a mio avviso è la ricchezza antica e maggiore di questa rivista.
 
La comunione all’interno della Chiesa. Una comunione, che dal cuore e dalla mente giunge fino al portafoglio. E si fa carico di tutti, a partire dai poveri e dai bisognosi, passando per quella speciale forma di sostegno che sono le offerte per il clero, dal momento che in Italia i sacerdoti sono i veri ispiratori e animatori dei principali progetti di carità. Ora, a me sembra che questa comunione sia anche il vero propellente per il futuro.
 
Continuare a raccontarla in modo originale sarà la sfida di domani. E poiché sono certo che i sacerdoti continueranno a spendersi senza posa per l’annuncio del Vangelo, la celebrazione dei sacramenti e l’aiuto ai più poveri, diventando spesso l’unico baluardo di fronte al degrado e alla devianza che insidia le fasce sociali più deboli o certe età come quella giovanile, anche noi dobbiamo attrezzarci per la nostra parte, ricambiando ad esempio con le offerte. Perché, ora da lettore, ho lo stesso desiderio di veder crescere ancora Sovvenire che avevo da capo redattore. E con Sovvenire la comunione tra fedeli e sacerdoti.