SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

DOSSIER >> VERSO L'ANNUM FIDEI (11 OTTOBRE 2012 – 24 NOVEMBRE 2013)

Negli anni 70-80 l’evangelista Luca, che non aveva conosciuto Gesù, scrisse gli Atti per la terza generazione di fedeli, rimasta pressoché senza testimoni oculari della vita di Cristo. Dunque autore e destinatari sono simili a noi. Anche per questo l’opera è considerata il Vangelo della fede, “quinto Vangelo”. O Vangelo dello Spirito perché grazie alla […]
2 Agosto 2017
Negli anni 70-80 l’evangelista Luca, che non aveva conosciuto Gesù, scrisse gli Atti per la terza generazione di fedeli, rimasta pressoché senza testimoni oculari della vita di Cristo. Dunque autore e destinatari sono simili a noi. Anche per questo l’opera è considerata il Vangelo della fede, “quinto Vangelo”. O Vangelo dello Spirito perché grazie alla sua azione umili pescatori divennero ministri neotestamentari senza paura. Essenziale rileggere le pagine lucane nell’Anno della Fede, che a breve verrà aperto da Papa Benedetto XVI.
 
Mons. Pellegrino perché è importante rileggere gli Atti degli Apostoli alla vigilia dell’Anno della Fede?
San Luca ha redatto un’unica grande opera, con il suo Vangelo e gli Atti degli apostoli. Nella prospettiva di Atti non è possibile dire ‘Cristo sì, Chiesa no’, come spesso si sente ripetere oggi, perché la Chiesa tracciata in Atti è il prolungamento vitale di Cristo, quasi due facce della stessa medaglia.
 
Ed è interessante il suo finale “aperto”: non si conclude con la morte di un apostolo, come ci aspetteremmo da un epilogo, ma viene riferita la presenza di san Paolo mentre predica il Vangelo “con franchezza” a Roma, nel cuore del mondo conosciuto. E questo perché il lettore mediti che quella storia continua ancora, tra le vicende della Chiesa di oggi.
 
Qual è il modello di sacerdote tratteggiato negli Atti a cui guardare anche oggi?
In Atti la terminologia attinente al ministero è ancora in fase di maturazione. Emerge però il profilo di un ministro completamente dedito al Vangelo, anche a rischio continuo della vita.Ad extra, è attento a portare
l’annuncio anche a destinatari lontani, senza intaccare la sostanza del messaggio (così Paolo ad Atene, At XVII).
 
Ma è costretto anche ad affrontare gli attacchi contestuali, senza diluire la verità, pur andando controcorrente, e a fare obiezione di coscienza verso chi vorrebbe imbavagliare Cristo («Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini» dice Pietro in At V, 29). Ad intra, il ministro di Dio si fa specchio della Profezia che diventa servizio di presidenza e comunione (nel concilio di Gerusalemme, in At XV). I ministri non sono battitori liberi. Ognuno è portatore dell’unico Cristo, senza poter modificare a proprio piacimento il contenuto della fede.
 
Ma soprattutto i ministri fedeli delle pagine lucane sono ricolmi dello Spirito: parlano con franchezza, sanno ungere la verità di carità, la loro opera è sempre accompagnata dai frutti dello Spirito: specialmente la gioia, l’amore, la pace. Infine, evidenziando che la condotta degli apostoli, specie Pietro e Paolo, ricalca le orme di Gesù, Luca presenta un modello da imitare, valido per tutti, ma soprattutto per chi presiede la comunità.
 
Così, i fedeli potranno vedere nel sacerdote l’uomo di Dio, che vive ciò che insegna. È di Cristo che il mondo ha bisogno: nel sacerdote, la gente ha bisogno di incontrare Lui vivo,  non semplicemente una persona simpatica o prodiga.
 
Alle origini del sovvenire ci sono eventi come la colletta di Gerusalemme. Come si collega con le forme di sostegno economico alla Chiesa di oggi?
Non esagero nel dire che l’azione promossa da Sovvenire ha radici bibliche. Anche in Atti troviamo qualcosa di interessante sotto questo profilo, benché il senso sia più ampio: alla fine del capitolo XI si accenna all’indigenza della Chiesa di Giudea al tempo della carestia. Allora, ad Antiochia si organizza un soccorso da mandare ai presbiteri della comunità di Gerusalemme, per il bene di tutti. Di questo aiuto materiale si fanno latori Barnaba e Saulo, il futuro san Paolo.
 
Sarà proprio lui a scrivere che il ministro di Cristo ha diritto al sostentamento, sia nelle sue lettere indiscusse che in quelle tardive. Ad esempio, nella Prima a Timoteo (V, 17), Paolo precisa che i bravi presbiteri hanno diritto a doppio onore: si tratta di un vero e proprio onorario, perché si consumano per il Vangelo  a beneficio di tutti. Nella storia della Chiesa ciò può assumere varie forme e diventare colletta, questua, 8xmille, Offerte.
 
L’essenziale è sempre la profonda comunione di spirito tra fedeli e sacerdoti. Non si può rompere questo rapporto stretto: chi ama, si premura dei bisogni dell’amato. La provvidenza materiale scaturisce spontanea quando a sostenere la vita credente c’è la preghiera personale e quindi la comunione con Dio. È nella preghiera che ciascuno  comprende i bisogni dell’altro e agisce in tal senso. La sola sensibilità umana è insufficiente e può condurre a errori di valutazione.
 

  

IL LIBRO DEGLI ATTI IN SINTESI
Luca, cronista del primo annuncio
 
PROLOGO: le apparizioni di Gesù Risorto, Ascensione, annuncio della sua seconda venuta.
 
LA CHIESA DI GERUSALEMME (IV): la Pentecoste, prima guarigione operata da Pietro. Davanti al Sinedrio e preghiera nella persecuzione. La comunità cristiana. Arresto e liberazione miracolosa degli apostoli.
 
LE PRIME MISSIONI (VI-XII): Lapidato Stefano. Accecamento di Saulo il persecutore sulla via di Damasco e vocazione. Evangelizzazione dei pagani: il centurione Cornelio e Pietro, illuminato sul messaggio di Cristo destinato anche ai non ebrei. Carestia in Giudea, aiuti per la Chiesa di Gerusalemme. Arresto di Pietro e sua liberazione miracolosa.
 
LA MISSIONE DI BARNABA E PAOLO, IL CONCILIO DI GERUSALEMME (XIII-XV): a Cipro nuove conversioni. Paolo sopravvive alla lapidazione.
 
LE MISSIONI DI PAOLO (XV-XIX): a Tessalonica conversioni tra i greci, non nelle sinagoghe, fuga ad Atene. Discorso all’Aeropago.
 
IL PRIGIONIERO DI CRISTO (XIXXXVIII): a Gerusalemme tumulti contro Paolo. Cittadino romano, è inviato nella capitale crocevia dei popoli, dove resterà due anni agli arresti domiciliari, predicando il regno di
Dio, “libero e senza ostacoli” in attesa dell’esecuzione.
 

 
LA PENTECOSTE
Tra gli Undici, Maria
Una giornata consacrata alla presenza di Maria nella Chiesa. Durante l’Anno della Fede il Papa stabilirà questa festa perpetua il 13 ottobre 2013. Una sua recente catechesi (14 marzo 2012) spiega il perché. I primi passi della Chiesa sono ritmati dalla preghiera, evidenziava Benedetto XVI: «È così che gli Undici attendono la Pentecoste, il dono promesso dal Risorto.
 
C’è anche Maria con loro: Ella insegna a conservare la memoria viva di Gesù, la sua presenza. Lei che ha già ricevuto lo Spirito per generare il Verbo incarnato, condivide con tutta la Chiesa l’attesa dello stesso dono, perché nel cuore di ogni credente sia formato Cristo. In ascolto di Dio, Maria sa leggere la sua storia, riconoscendo con umiltà che è il Signore ad agire. Lei ci indica che solo con un legame costante, intimo, pieno d’amore con suo Figlio possiamo uscire dalla “nostra casa”, da noi stessi, con coraggio, per annunciarlo ai confini del mondo». M.R.
 

 
NELLE RIFLESSIONI DI GIOVANNI PAOLO II E BENEDETTO XVI
Lo Spirito, soffio vitale impresso alla Chiesa
 
Pietro e gli altri, pescatori del lago di Galilea, “gente senza istruzione” (At IV,13), timidi o rinnegatori. Negli Atti dopo la Pentecoste si rivelano uomini trasformati. A renderli testimoni, lo Spirito, Persona vivente, infinitamente discreta, che prepara i cuori a ricevere la Parola, a ripetere i gesti di Gesù nella frazione del pane, a mantenersi in unità con Lui e i fratelli. Commentava Giovanni Paolo II, in un’udienza generale del 17 ottobre 1990: «La Terza Persona è un Dio nascosto e invisibile, per questo per noi trova espressione nei simboli.
 
La parola ebraica tradotta con “Spirito” è ruach, il vento: alito vitale, mormorio leggero che dialoga con i Profeti e potenza di Dio. È rappresentato anche in forma di colomba, ai tempi di Noè messaggera della riconciliazione di Dio con l’umanità, e nel Vangelo tramite il battesimo.
 
O di fuoco. Come nell’Esodo si rivelava a Mosè nel roveto ardente, investendolo di una missione divina, così anche qui si rivela agli apostoli in “lingue come di fuoco”, dono della partecipazione all’amore salvifico di Dio.
 
Nell’Antico Testamento c’è dunque il disvelamento progressivo di una doppia promessa: la venuta del Messia e l’effusione dello Spirito. E contemplarla ci porta al cuore del mistero trinitario».
 
E Benedetto XVI in una catechesi del 26 aprile 2006: «”Avrete forza dalla Spirito e mi sarete testimoni” (At V, 32) vuol dire che la tradizione non è la semplice trasmissione materiale di quanto donato all’inizio agli Apostoli, ma la presenza efficace del Signore Gesù, crocifisso e risorto, che accompagna e guida nello Spirito la comunità da Lui radunata. La tradizione è la continuità organica della Chiesa, Tempio santo di Dio Padre, eretto sul fondamento degli Apostoli e tenuto insieme dalla pietra angolare, Cristo, mediante l’azione vivificante dello Spirito.
 
La tradizione è il fiume vivo che ci collega alle origini. E ci conduce al porto dell’eternità». P.I.
 
 
 

ALLEGATI