SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

«Con gli Empori
sosteniamo
il bilancio familiare »

Al lavoro anche per Natale negli Empori della solidarietà. Nelle diocesi del nostro Paese, con il protrarsi della recessione, si sono moltiplicati. Sono supermercati ‘senza cassa’ in cui pensionati e famiglie in difficoltà possono fare la spesa gratuitamente, in mano una tessera loro assegnata, che può durare da 1 a 6 mesi in base alle […]
2 Agosto 2017
Al lavoro anche per Natale negli Empori della solidarietà. Nelle diocesi del nostro Paese, con il protrarsi della recessione, si sono moltiplicati. Sono supermercati ‘senza cassa’ in cui pensionati e famiglie in difficoltà possono fare la spesa gratuitamente, in mano una tessera loro assegnata, che può durare da 1 a 6 mesi in base alle necessità. «E’ una risposta innovativa di fronte alle nuove povertà» spiega don Marco Pagniello, direttore della Caritas di Pescara-Penne, terza diocesi italiana ad aprire un “supermercato solidale”. E che limita il disagio di chi prova imbarazzo a chiedere. «Qui le famiglie possono fare la spesa con dignità e scegliere liberamente i prodotti da comprare» continua don Marco. Anche a Pescara le imprese chiudono e la disoccupazione è aumentata: «l’emporio è nato come un accompagnamento temporaneo delle famiglie, ma purtroppo dobbiamo rinnovare sempre più tessere» spiega don Pagniello.
Nel 2013 ha consegnato 261 pass per famiglie e 75 per neonati. «Il nostro ruolo di sacerdoti è farci compagni di viaggio dei fratelli, dando a tutti la speranza e la forza che ci viene dalla Parola di Dio». A Natale le difficoltà economiche si percepiscono di più. Per questo la Caritas pescarese offrirà alle famiglie momenti di svago, un ricettario per piatti buoni ed economici, e in più all’ingresso dell’Emporio un Babbo Natale pieno di doni per tutti i bambini.
Ci spostiamo a Lecce: proprio a Natale di 3 anni fa fu inaugurato l’Emporio. A dicembre 2013 aveva già soccorso 2.142 famiglie e distribuito 270 tonnellate di alimenti. Al suo interno, prodotti ma anche servizi alla persona: consulenza legale, sostegno spirituale e materiale, orientamento al lavoro. «Il nostro emporio è un faro luminoso puntato sulle necessità economiche e morali della città» spiega il direttore della Caritas diocesana leccese, don Attilio Mesagne. Entrano sfrattati, separati e disoccupati. “Nella nostra diocesi i licenziamenti sono ormai un fenomeno inarrestabile - aggiunge don Attilio - in molti hanno perso il lavoro e sono poche le speranze di una nuova assunzione».
La perdita di occupazione alimenta le nuove povertà da Sud a Nord. Anche a La Spezia le aziende non rinnovano neanche i contratti dei lavoratori precari, perlopiù giovanissimi. «Con i licenziamenti, aumentano anche gli sfratti» indica don Luca Palei, direttore della Caritas diocesana spezzina. Qui l’Emporio ha aperto ad ottobre dello scorso anno. Oggi sono 300 le famiglie che vi accedono (900 persone). Anche nella città portuale i volontari pensano a come rendere più sereno il Natale di chi entrerà: sugli scaffali non mancheranno panettoni e cioccolata. In quest’opera nazionale i sacerdoti e le nostre firme fanno la differenza. Nessuno di questi Empori potrebbe esistere senza il contributo dell’8xmille. «È un sostegno vitale per noi - afferma don Luca - che permette alla Caritas di accogliere e sostenere tante persone in difficoltà. Riceviamo molte gocce di aiuto, ma buona parte del mare è costituita dall’8xmille». M.P.
VOCI DAGLI EMPORI
«È un conforto sapere che qui
troverò il pane quotidiano»

“L'Emporio è un grande aiuto e un progetto da incoraggiare! Le spese sono tante e facciamo fatica ad arrivare a fine mese”. Luigi ha 84 anni, vive a Prato con la moglie e una pensione minima. Da sempre impegnato nel volontariato, stavolta si è rivolto lui al centro ascolto diocesano, ottenendo la tessera per l'Emporio. Ed è stato un sollievo.

All'’Emporio di Ascoli Piceno entra anche Vittoria, madre separata con due figli: “Lavoro per qualche ora al giorno, ma non è sufficiente. Mi è di grande conforto sapere che posso acquistare cibo per i ragazzi e per me. Per fortuna nella mia parrocchia c'è un centro ascolto e loro mi hanno mandato qui. All’'inizio vedevo più stranieri che italiani, ma ora anche all'Emporio siamo in maggioranza. E ho imparato a giudicare meno perchè siamo tutti uguali”.
Pensionati e giovani, adulti soli o con figli, italiani e no. Il volto dei poveri non ha età né provenienza. Ed è difficile chiedere di raccontare. Si coglie una ritrosia pudica, quasi mancassero anche le parole, oltre ai beni primari e alla sicurezza di un futuro. Comune però è la riconoscenza verso i parroci e i centri ascolto Caritas. Da qui, infatti, si accede agli Empori.
“Avevo 9 anni quando sono arrivato alla Caritas di Prato con la mia famiglia - spiega Nico, studente universitario - Ci hanno sempre aiutato e indirizzato. Grazie all'Emporio, acquistiamo beni di prima necessità. Qualche volta anche carne e pesce per mia sorella più piccola, che deve crescere. Nonostante le difficoltà, questo aiuto mi ha motivato a non arrendermi e a raggiungere traguardi importanti. Da poco - aggiunge con orgoglio - sono stato ammesso alla Normale di Pisa”.
Per qualcuno gli Empori diventano anche un luogo di relazioni significative. Come Libero, 45 anni, che a Gorizia da utente è diventato volontario. «L'Emporio diocesano è la mia famiglia - spiega - Negli anni ho sempre ricevuto tanto dalla Caritas e ora anch’io do una mano. Soccorro chi fa fatica come me».
E così di settimana in settimana c’è anche lui ad allestire gli scaffali. «Passano anche tanti sacerdoti: vedo sempre don Paolo, il direttore della Caritas, e i preti che portano gli alimenti raccolti nelle parrocchie». C.B.
   
CON LA SPESA SOLIDALE
“Ossigeno a fine
mese e più risorse
per i figli”

 

Italiani in affanno e nessun reddito di cittadinanza, al contrario del resto dei Paesi Ue. Oggi la recessione non consente neppure più di immaginarlo. In questa realtà, nell’’Italia delle rinunce’, com’è stata definita in una recente ricerca (43% dei giovani senza lavoro, 31% degli adulti non arriva a fine mese) “gli aiuti alimentari non sono assistenzialismo ma una forma concreta di sostegno al reddito delle famiglie - spiega Francesco Marsico di Caritas italiana - Consentono cioè di spostare le risorse economiche sul pagamento di utenze domestiche, costi per la casa e studi dei figli”. Inoltre gli Empori mettono al riparo i minori dalla ‘fame occulta’ (carenza di principi nutritivi elevati), più diffusa negli ultimi 3 anni che hanno visto raddoppiare -registra l’Istat- la povertà infantile (oggi al 14 %).Il basso reddito impone ai genitori di nutrirli quasi senza proteine, con più obesità, abbassamento delle difese immunitarie, oltre che difficoltà nello sviluppo fisico e mentale dei figli. C. F.


PARLANO GLI OPERATORI

Qualche ricetta anti-crisi
tra calore e sobrietà di vita

“A chi entra all’'Emporio della solidarietà offriamo sempre anche una sorta di accompagnamento ai consumi. Parliamo di come adottare uno stile di vita fondato sulla sobrietà e sul risparmio, senza sprecare e rispettando il creato - spiega Angela Giuliani, responsabile del settore accoglienza della Caritas di Trieste - “In pratica indirizziamo le persone a fare una spesa intelligente, con un elenco di priorità, acquistando solo ciò che è necessario e nelle quantità di cui si ha effettivamente bisogno.

In un momento di minor disponibilità economica, è fondamentale non farsi ingannare né influenzare dalla pubblicità”. Non è detto che il prodotto più noto sia effettivamente il migliore, o che la sottomarca troppo scontata non danneggi la salute. “Per le feste natalizie, che notoriamente sono il momento in cui si spende e si spreca di più - prosegue - raccomandiamo equilibrio e misura. Specie per i dolci, che in questo periodo raggiungono prezzi da capogiro. È sicuramente più in sintonia col significato religioso del Natale comprare soltanto gli ingredienti e preparare un dolce a casa, magari in compagnia. I costi si riducono, aumenta la qualità”. E anche il calore. S.N.