SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

Rione Sanità, il futuro
riaperto dai giovani

Dal degrado a bagliori di splendore. Nel quartiere Sanità, a Napoli, la sfida della riqualificazione e della cultura riscoperta è stata raccolta dalla cooperativa giovanile La Paranza e dalle altre nate nella parrocchia di Santa Maria della Sanità, sotto l’impulso di don Antonio Loffredo. Hanno rimesso gradualmente a nuovo le Catacombe di San Gennaro, San […]
2 Agosto 2017

Dal degrado a bagliori di splendore. Nel quartiere Sanità, a Napoli, la sfida della riqualificazione e della cultura riscoperta è stata raccolta dalla cooperativa giovanile La Paranza e dalle altre nate nella parrocchia di Santa Maria della Sanità, sotto l’impulso di don Antonio Loffredo. Hanno rimesso gradualmente a nuovo le Catacombe di San Gennaro, San Severo e San Gaudioso, chiuse da tempo, riaprendole al pubblico. A premiarli circa 40 mila visitatori l’anno. Così oggi hanno un posto di lavoro oltre 30 giovani, organizzati in cooperative: dalle guide turistiche (sia nelle catacombe che, all’esterno, lungo il Miglio sacro, il percorso guidato che attraversa il rione Sanità e la storia millenaria di Napoli) alla cooperativa degli elettricisti, l’Officina dei talenti (per l’illuminazione dei cunicoli) e degli artigiani dei metalli (sono gli ‘Iron Angels’, fabbri e incisori, anche di lampade artistiche nelle gallerie sotterranee), fino al team che lavora al bed & breakfast ‘Casa del Monacone’ ricavato in un antico convento.

“Il nostro modello di gestione per qualche economista è già un case study - spiega Enzo Porzio, uno dei fondatori de La Paranza - Siamo ventenni, tutti nati nel quartiere. E crediamo la nostra sia un’ottima occasione per rilanciarlo, per aprire la mentalità e il nostro modo di vivere di abitanti del rione Sanità, perché l’incontro con lo straniero diventa motivo di scambio e crescita. Così i turisti scoprono una parte splendida di Napoli, nonostante quel che di negativo la Sanità oggi ancora rappresenta”.
“Il progetto si è fatto strada - spiega un’altra socia della Paranza, Susy Galeone- Da quando siamo nati, nel 2006, le presenze sono cresciute di giorno in giorno. In questo periodo di Natale contiamo di chiudere il 2014 con un numero di visitatori ancora superiore all’anno scorso. Ma la cosa che più ci dà gioia è vedere un cambiamento anche negli abitanti del quartiere. Il turismo porta benefici all’economia dell’intera zona, e un cambio di atteggiamento lo notiamo nei commercianti, nei bambini, nelle famiglie, in una vera riscoperta della nostre risorse”. Una sfida a dir poco controcorrente, costruita con fede e dedizione. Tra i 32 mila abitanti del rione Sanità il tasso di disoccupazione tocca il 42%, con punte del 60% tra i giovani, secondo la onlus ‘L’altra Napoli’, a tutto vantaggio dei clan criminali.
“Il ruolo di don Antonio è stato fondamentale - spiega Enzo - E’ lui che ci ha indicato lo strumento della cooperativa, molto utilizzato al nord ma non altrettanto qui. Per tutti noi è un punto di riferimento, un padre che ti segue e ti incoraggia”. “Al rione Sanità, da qualche anno, la cultura, la bellezza e l’umanità sono al centro dello sviluppo del territorio, con la consapevolezza che Napoli va ricostruita e restaurata, nelle cose e nello spirito - spiega don Antonio, la cui missione quotidiana è sostenuta anche dalle nostre Offerte – nell’etica e nell’estetica. La tutela e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico, in questo straordinario rione, non sono una divagazione per anime belle, sono soprattutto la chiave per riscoprire un antico modello di sviluppo umano ed economico. Il rione Sanità, per chi non lo conosce, è un caleidoscopio di meraviglie e disgrazie, croce e delizia di chi ne resta ammaliato e non sa più controllare il desiderio di proteggerlo, dal mondo e da se stesso. L’impegno profuso dai giovani del territorio a vantaggio del capitale umano e del patrimonio storico-artistico- evidenzia il parroco- è il contributo del ‘granellino di senape’, quello che nel Vangelo viene definito come il seme più piccolo al mondo, da cui però può nascere l’albero più grande della Terra. Ecco che cosa è cambiato nel quartiere: c’è più speranza”.