SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

La Chiesa è madre che
accoglie,
anche con l’aiuto di chi
firma

Anche quest’anno il sostegno all’opera di sacerdoti, operatori e volontari nelle diocesi del nostro Paese è affidato alle libere scelte dei fedeli. Ecco alcuni interventi, che vedremo negli spot tv di quest’anno,illustrati in questo servizio e negli approfondimenti alle pagine 13 (don D’Urso e la Consulta antiusura) e 16 (le Filippine, tra le destinazioni dei […]
2 Agosto 2017

Anche quest’anno il sostegno all’opera di sacerdoti, operatori e volontari nelle diocesi del nostro Paese è affidato alle libere scelte dei fedeli. Ecco alcuni interventi, che vedremo negli spot tv di quest’anno,illustrati in questo servizio e negli approfondimenti alle pagine 13 (don D’Urso e la Consulta antiusura) e 16 (le Filippine, tra le destinazioni dei fondi all’estero). Progetti scelti tra le migliaia di cui dà conto on line la Mappa delle opere (www.8xmille.it). Per annunciare ogni giorno la speranza evangelica.

ARCHI (REGGIO CALABRIA)

Un doposcuola per progettare il futuro

Archi, oltre 10 mila abitanti, area metropolitana nord di Reggio Calabria. Quartiere ad alta percentuale di popolazione giovanile, per cui costruire un domani alternativo all’oppressione mafiosa.

Il piano periferie della Cei ha raggiunto qui bambini e famiglie, con il Centro d’ascolto e di solidarietà “Mons. Italo Calabrò” promosso dalla Caritas di Reggio Calabria-Bova e gestito dalle suore Francescane Alcantarine, da un secolo al servizio della comunità.
Aperto venti anni fa, in team con le tre parrocchie di Archi, il Centro promuove l’animazione di strada, con circa venti operatori: giochi e sostegno scolastico, teatro e formazione, gite e laboratori, calcio e basket, giornate ecologiche, fino ad “Archi-estate”.
«In alternativa alla povertà culturale, proponiamo ai minori percorsi di crescita» spiega la superiora, suor Loriana Torelli, per sottrarli agli esempi devianti della strada e a destini distruttivi.
«L’8xmille ci accompagna con 15 mila euro l’anno» prosegue. «Poi qui c’è tanta Provvidenza, altrimenti non riusciremmo a coprire le spese. Il Centro è infatti anche presidio di accoglienza, con mensa, docce, distribuzione della spesa, vestiario. Noi siamo solo un canale: il contributo dei reggini e di chi firma attraverso di noi arriva a chi ha bisogno».
  
TRIESTE
Casa accoglienza “La madre” per le
emergenze familiari

Nella più grande città portuale italiana gestanti e donne in difficoltà con figli, talora in fuga da maltrattamenti, trovano riparo qui.

«Il Centro “La madre” è una casa protetta. Consente a chi arriva di ritrovare forze e indipendenza economica, anche se l’inserimento occupazionale è sempre più difficile» spiega Angela Giuliani, coordinatrice delle strutture d’accoglienza della Caritas diocesana. L’8xmille ha contribuito con 80 mila euro, ampliando ancora la capacità d’intervento della diocesi triestina, che conta anche tre strutture d’alloggio, il centro ascolto, la mensa, le docce, l’emporio Caritas per la spesa alimentare gratuita o agevolata, l’ambulatorio dentistico.
Così da rispondere all’emergenza familiare innescata dalla crisi, che vede in aumento sfratti, violenza domestica e nuove povertà. «Quando riescono a riprendersi, le madri sono piene di volontà e di risorse» conferma Angela Giuliani. «Finora dalla casa ne sono passate circa duecentosettanta, con un numero poco più alto di bambini, accolte da quattro operatori e quaranta volontari. La Chiesa è una madre che accoglie, anche grazie all’aiuto di chi firma».

 

 

 
LAMEZIA TERME
Don Panizza, percorsi d’aiuto per una
società nuova
Un prete al servizio degli esclusi, costruttore di solidarietà. Don Giacomo Panizza e la sua comunità “Progetto Sud” lavorano al rafforzamento sociale del territorio, anche con la Caritas diocesana. Dal 1976 il sacerdote bresciano si dedica a disabili e fasce deboli, prima spesso relegati in casa, vincendone il silenzio e la rassegnazione. Don Giacomo punta per loro ad autonomia economica e ruolo, non alla sola assistenza. Sono nate così le cooperative per la formazione, il trasporto e il recupero scolastico dei disabili. E ancora, un centro riabilitazione (in convenzione con la Asl), i gruppi di familiari di minori con handicap, l’inserimento lavorativo per i non vedenti, l’auto-organizzazione all’insegna del “si può fare”. Negli anni ’80 sul territorio gli operatori intercettavano ancora minori disabili mai andati a scuola: così la comunità promosse in Calabria la prima legge regionale per superare l’emarginazione di questi cittadini (n. 28/84).

Oggi funzionano anche volontariato in carcere e comunità di recupero dalle tossi dipendenze, case-accoglienza per le gestanti e ludoteca nei quartieri a rischio, patti territoriali per l’occupazione giovanile, bottega del commercio equo e azienda agricola bio a sostegno di malati di Hiv. Una galassia di interventi. Don Giacomo è nel mirino delle cosche dal 2002 quando spezzò il cerchio della paura gestendo un bene confiscato. Subì ripetuti attentati e da allora vive sotto scorta. L’8xmille della Chiesa italiana sostiene la sua opera con 60mila euro l’anno. E la sua missione con i fondi per il sostentamento dei preti diocesani.
«Da sacerdote in questi anni ho costruito insieme a persone in carrozzella, famiglie in difficoltà, disarmati e sfiduciati, “perché attraverso di loro fossero manifestate le grandi opere di Dio”» spiega don Panizza. «Ho scommesso su questa pagina del Vangelo di Giovanni, in cui Gesù spiega così il destino del cieco nato. L’esperienza del fare insieme ha dato grandi frutti. C’è una grande fiducia nella Chiesa, il prete può fare sempre la differenza. Tanti cittadini ci affiancano nonostante le intimidazioni perché sanno di costruire così un’Italia diversa anche per se stessi. La dignità di ognuno viene dal Vangelo. Impegnarsi per la giustizia in terre di mafia non è facile, ma io avrei più paura a stare zitto e a sottomettermi ai prepotenti».
www.comunitaprogettosud.it


ALESSANDRIA

Il Centro polifunzionale Caritas, cuore della città
«Un segno dell’azione della Chiesa a favore di chi è in difficoltà» dice il direttore della Caritas diocesana, Giampaolo Mortara, del Centro polifunzionale, ristrutturato con il contributo dell’8xmille. Uffici, centro ascolto, mensa da 90 posti, distribuzione abiti, due dormitori. Fino al progetto “Recuperiamoci” che in collaborazione con i commercianti del centro città, ritira alimenti freschi invenduti e in tempo reale li recapita alla mensa Caritas o a domicilio alle famiglie bisognose (vedi Sovvenire, marzo 2013).

Un piano d’intervento all’altezza delle nuove emergenze caritative, che le parrocchie non potrebbero organizzare da sole. “Le risorse sono sempre limitate, a meno che non si agisca in rete, interpellando cittadini e istituzioni a fare scelte di condivisione» chiarisce Mortara. «Siamo partiti nel dopo-alluvione del 1995. E da allora siamo cresciuti per posti disponibili, capacità d’intervento e progetti. Nostro obiettivo non è la pura assistenza ma accompagnare. Con i poveri facciamo un tratto di cammino. E coinvolgiamo il territorio, perché l’emergenza crisi si vince insieme».
www.diocesialessandria.it


BOLOGNA

In difesa delle donne vittime della tratta
“Casa Magdala” significa seconda accoglienza e reinserimento per le giovani vittime dei trafficanti. Alle spalle, i volontari dell’associazione “Albero di Cirene”, nella parrocchia di Sant’Antonio di Savena (Bologna), guidata da don Mario Zacchini. Sulle orme dalla Comunità “Papa Giovanni XXIII” di don Oreste Benzi (per cui è stato avviato a febbraio il processo di beatificazione, ndr), promuovono l’apostolato contro la riduzione in schiavitù per sfruttamento sessuale di centinaia di giovanissime. Nigeriane e rumene sulle strade, cinesi chiuse in appartamenti e centri estetici. Fatte prostituire in nome di debiti irriscattabili o minacce ai familiari in patria.

La rinascita dopo gli abusi comincia anche a Casa Magdala. Grazie alle operatrici, con borse di studio e formazione. Le firme hanno contribuito negli anni con 80 mila euro. “Di notte raggiungiamo anche le donne rimaste in strada» spiega Marco Bruno, uno dei fondatori, a nome dei circa 40 volontari «per non lasciarle isolate. Ci confidano le sofferenze, la paura di morire in balia di sconosciuti”. Tra le attività anche incontri nelle scuole sul business del trafficking e il ruolo dei clienti. In Italia per legge considerati irresponsabili, pur rafforzando di fatto i gruppi criminali sul territorio. «In quest’esperienza la parrocchia è snodo centrale» evidenzia Bruno. «Senza un sacerdote la comunità non diventa lievito».
www.alberodicirene.org


MATERA

«La Tenda», un tetto per chi non ha più
sicurezze

Uno stabile donato alla Chiesa diventato sede Caritas e centro d’accoglienza. L’8xmille ne ha sostenuto negli anni il recupero e l’avvio, con i tre progetti “Mia rupe”, “Mio rifugio” e “Mia fortezza” per circa 485 mila euro complessivi. Ora “La Tenda” è un microcosmo della recessione. «Accogliamo temporaneamente chi è in difficoltà. Tra gli altri, famiglie sfrattate e padri separati» spiega la direttrice Caritas diocesana, Anna Maria Cammisa. «Le prime si sono moltiplicate con la crisi del “distretto del salotto” (24mila addetti nell’area industriale tra Puglia e Basilicata, leader mondiale del settore, oggi scesi a meno di 6mila, ndr), e per questo abbiamo allestito anche stanze su misura per un nucleo familiare. I secondi arrivano qui disorientati, senza più serenità». Passano da queste mura anche ex detenuti per un percorso di reintegrazione, grazie ad un protocollo d’intesa territoriale, rifugiati in viaggio verso il nord Europa, “migranti sanitari” in attesa di trapianto. Nella stessa struttura anche il centro ascolto, che interviene sui bisogni primari e orienta tra i servizi sul territorio.
www.matera-irsina.chiesacattolica.it