SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

Parole da ascoltare, per non appassire

Ci sono lettere che si ricevono con gratitudine e si leggono con trepidazione. Nella nostra redazione ne arrivano tante, e vi assicuriamo che sono veramente un grande dono.
28 Aprile 2022

“Gli anziani sono la nostra memoria. Non possiamo perdere il bagaglio di conoscenze di cui essi sono portatori: siamo figli di quella storia e senza di essa appassiremmo”. Le parole scritte da Papa Francesco in occasione della prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, la scorsa estate, mi sono riaffiorate subito alla mente, quando sono arrivato in fondo alla lettera di un nostro anziano lettore, che ci ha chiesto di rimanere anonimo. Posso però dirvi che ha 90 anni, vive in provincia di Roma e da lungo tempo è un generoso donatore per il sostentamento dei sacerdoti.

All’inizio di questo 2022 quest’uomo ha sentito il bisogno di prendere carta e penna e di raccontarci che fin da ragazzo ha apprezzato la loro insostituibile opera ma che, insieme alla sua sposa da ben 54 anni, ha ben compreso anche il valore della famiglia. I suoi tre figli ormai sono sparsi nel mondo. Ma non, ci tiene a precisare, “quello del Grande Fratello”. 

I suoi ricordi ci restituiscono tonache polverose di sacerdoti in bicicletta, appartenute a missionari con i quali – probabilmente da militare – ha più volte condiviso voli di andata o di ritorno da paesi dell’Africa.

E ancora oggi il nostro lucidissimo amico è presente in parrocchia, accanto ai suoi “amici” sacerdoti. E anche fuori dalla parrocchia (a proposito di quella Chiesa in uscita tanto desiderata da Papa Francesco).

Il dono più grande, però, arriva alla fine di queste poche righe, scritte su un foglio di carta ritagliato su misura della piccola busta e piegato con cura. «Non vi voglio ingannare. Quando mi confesso dico che sono un cristiano “all’acqua di rose” (…). Sono del 1932 e spero sia sufficiente quel che ho fatto per “entrare”. Si poteva fare di più».

Non si crucci, caro amico. Penso che la maggior parte di coloro che stanno leggendo queste righe firmerebbero subito per arrivare alla sua età con la stessa lucida umiltà e la stessa consapevolezza dei propri limiti. Tutto mettiamo nella Misericordia infinita di Dio. E lo ringraziamo, me lo lasci dire, anche per la sua bella testimonianza.

Massimo Monzio Compagnoni
Responsabile del Servizio CEI per la Promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica

 

“Nella sofferenza, non ci siamo sentiti soli”

Ho scelto di essere a fianco dei sacerdoti prima di tutto con la preghiera e poi con qualche piccolo aiuto economico: poco, rispetto a quello che loro fanno per noi, ma è quello che posso.

Vorrei condividere con voi il racconto di una esperienza che mi ha rafforzato tanto nell’anima e nella fede: la malattia di mio padre. Gli ultimi due anni della sua vita sono stati un calvario, tra casa e l’ospedale; ma proprio all’Ospedale di Teramo c’era un sacerdote che visitava regolarmente i malati e dava un po’ di consolazione a quelli che incontrava. 

Negli ultimi tempi, poi, papà è rimasto a casa e, quando ancora era cosciente, abbiamo chiamato il nostro parroco perché gli portasse i sacramenti. In quei momenti, anche se papà non riusciva più a parlare, ho visto il suo viso sereno e gli scendeva una lacrima. Poco tempo dopo è partito per il santo viaggio. Quando abbiamo celebrato il suo funerale ho pianto, ma dentro avevo il cuore pieno di gioia. Mi sento di lodare e ringraziare il Signore per averci dato i sacerdoti, che fanno tanto per noi se lo vogliamo. Soprattutto quando siamo nella sofferenza. Decidete voi se pubblicare o meno questi miei pensieri. Una sola cosa chiedo a chi leggerà: una preghiera per il mio papà, Vincenzo.

Lidia De Simone Basciano (TE), 17 gennaio 2022

Abbiamo pubblicato la sua lettera, Lidia, come può vedere. E nel ringraziarla per la sua semplice e generosa condivisione, le assicuriamo una preghiera per il suo papà, Vincenzo. La nostra redazione, in primis, e certamente quanti leggeranno le sue parole. Grazie!

 

Tanta gratitudine, un ricordo e un pizzico di poesia

“Pregate per me, che sono vicina al traguardo. Spero in Dio”. La chiameremo semplicemente Maria, perché desidera rimanere anonima, questa donna di 86 anni (vedova da 8 e senza figli) che ci ha scritto, condividendo un po’ della sua vita con noi. Sente ogni giorno al telefono le sue sorelle, una nipote il sabato le porta la spesa e lei passa le giornate nella lettura e nella preghiera. E poi fa la maglia, realizzando capi per il mercatino della parrocchia. Ha scelto di essere al fianco dei sacerdoti - ci scrive - “perché è un dono di Dio esserlo; perché ho bisogno della misericordia e grazie a loro la trovo; e poi perché ho due cugini missionari, un sacerdote e una suora, che sono un esempio”.  Ormai in chiesa non può andare più, per via delle gambe che non la reggono, ma il suo parroco va a trovarla e Maria sente “l’aiuto di Gesù, la sua protezione, il suo amore”. E adesso sentirà anche il nostro, e quello degli altri donatori che leggeranno queste sue righe.

Poi ci ha scritto anche un’altra Maria, da Grottaglie (TA), per ricordare un sacerdote, don Cosimo Spagnulo, che nello scorso mese di febbraio è tornato alla casa del Padre, all’età di 85 anni. Al grande dolore per il distacco lascia il posto il ricordo di un uomo “gentile, disponibile, sensibile e pronto ad aiutare tutti in tutto”.

“Mi sostiene il pensiero - conclude Maria - che Dio Onnipotente gli abbia spalancato le sue braccia e che ora don Cosimo viva al Suo cospetto, come ha sempre predicato durante il suo ministero”.

Ma nella nostra generosa comunità di donatori c’è anche chi si cimenta nella poesia, come Donatella, dall’Umbria. Vogliamo dare spazio anche alle sue parole, vergate in bella grafia su una lettera che ci è giunta qui in redazione. Ecco la sua dichiarazione d’amore verso i sacerdoti, ai quali da molti anni è generosamente vicina sostenendoli e aiutandoli.

Amo i sacerdoti perché, come Gesù, si fanno carico dei nostri peccati, con  misericordia.
Soffrono per noi e con noi, e ci indirizzano verso il bene.
Danno valore a ciò che veramente vale, non seguono lo spirito del mondo ma lo Spirito di Dio.
Sanno fare discernimento e sono un rifugio quando c’è bisogno di un consiglio.
Sono belli dentro perché amano Gesù e parlano continuamente con Lui.
Grazie a loro, di Lui noi ci nutriamo: unico modo per salvarci”.

Un bel segno di stima, verso i nostri sacerdoti, e per loro certamente un impegnativo programma di vita. Ma siamo certi che già fanno tutto quel che possono per metterlo quotidianamente in pratica. Grazie anche a Donatella, e a chi continua a condividere con noi (e con tutti voi) le motivazioni che ci spingono ad essere sempre più “uniti nel dono”.