SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

“Dono perché ho avuto due vocazioni in famiglia”

9 Aprile 2021
Ho avuto due fratelli sacerdoti e donare un’Offerta per il sostentamento mi è sembrato il minimo che potessi fare. Siamo cresciuti in un ambiente familiare pieno di fede e mai noioso. I miei fratelli erano molto più grandi di me e non mi parlavano della loro vocazione.
Ma una volta il minore -che aveva 8 anni più di me- mi disse che aveva deciso di dedicarsi al Vangelo per quanto l’aveva impressionato positivamente l’esempio del primogenito.
La loro vita di sacerdoti cominciò in Colombia, il nostro paese d’origine, ma poi andarono a formarsi a Roma. Il primo visse tra parrocchie, seminario e l’insegnamento. Il secondo lavorò a lungo in Vaticano. Ho visto da vicino quanto i sacerdoti si spendono per tutti, e anche quante grandi e piccole cose possiamo fare per loro. La più importante è pregare.
Ma ci sono poi una serie di attenzioni (come le Offerte) e gesti di gratitudine. Quando era ancora vivo mio marito, per 33 anni spesso abbiamo invitato sacerdoti a cena con noi, perché non si sentissero troppo soli.
Magari si trattava di seminaristi, spesso colombiani, che lontano da casa trovavano alla nostra tavola un’aria di famiglia.
Senz’altro l’amicizia con i laici può arricchire di concretezza la pastorale e irrobustire la loro vocazione, renderli pastori più sensibili. In una parola fedeli, coerenti e migliori.
Cristina, Roma

 

 

“La seconda parola del percorso: “fecondità”

Nel “sì” di Maria, il “sì” dei sacerdoti

Prosegue l’itinerario insieme all’Ufficio nazionale Cei per la pastorale delle vocazioni per accompagnare, nel dono, il cammino dei futuri sacerdoti. Dopo il ‘sogno’ della prima tappa, la parola di questo numero è ‘fecondità’.
Conosciamo bene il brano del Vangelo (Lc 1,34-38) in cui l’Angelo annuncia a Maria che darà alla luce un figlio. Sembra una maternità impossibile, ma “nulla è impossibile a Dio”. Da questa accettazione di Maria di diventare madre discende la fecondità della Chiesa e dei suoi sacerdoti. Papa Francesco ha detto che i sacerdoti devono essere padri perché la “voglia di paternità” è iscritta nel cuore di ciascun uomo.
Anche in quello del presbitero, benché egli sia chiamato a vivere questo desiderio come fecondità pastorale e spirituale: ma anche questo è dare vita. È una grazia che il Signore dà, una disposizione che si plasma sul modello della maternità di Maria, Madre della Chiesa. E noi dobbiamo essere grati ai nostri preti di avere detto “sì” a questa grazia per esserci accanto come padri, sempre. S.P.

 

Grazie anche a...

Oliva e Luca di Genova, Angelo, Guido di Milano, Margherita di Pisa, Matteo di Bologna, Angela e Andrea di Cuneo, Simone di Perugia, Emiliano di Roma, Sandro della provincia di Benevento, Mirna e Claudio della provincia di Catania, Clara di La Spezia, Mauro di Trento con la sua famiglia, Gianpietro della provincia di Brescia, Emilia e Andrea della provincia di Bergamo. Chiediamo ai sacerdoti di ricordare nelle celebrazioni i donatori che sono tornati alla casa del Padre e le loro famiglie, tra i quali, Elena di Torino, Maria della provincia di Bergamo, Giulio di Roma, Alba della provincia di Rimini.