SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

La parola ai nostri lettori

29 Luglio 2020

LA TESTIMONIANZA / 1

“Durante il Covid la preghiera mi ha sostenuto”

Nella nostra zona il covid ha colpito duramente, abbiamo avuto un tasso di contagi tra 7 e 10 casi ogni mille persone. Ma nell’angoscia oltre cento si sono riuniti a pregare via streaming il Rosario per il parroco di Santa Maria Rossa, don Franco Amati, ricoverato per aver contratto il virus in forma grave. Don Franco si è salvato, come diversi amici. Altri invece ci hanno lasciato. Ma quella preghiera insieme, nello smarrimento, mi ha sostenuto. Il ritorno alla normalità dentro è difficile. Don Franco è tornato a celebrare la Messa lo scorso 24 maggio, festa dell’Ascensione. Nel Vangelo di quel giorno abbiamo letto: “Ecco io sono con voi tutti i giorni”. E nella colletta: “Padre, nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te”. Anche se faticheremo a tornare al ‘prima’, perché la prudenza è ancora indispensabile e tutto è cambiato, penso che tanti, nelle chiese rispetto a prima semivuote e nelle case, stiano facendo un cammino di fiducia in Dio e di affidamento, sperando gli uni per gli altri, contando gli uni sugli altri. Abbiamo tanti grazie in più da dire.
Anna Crescenzago (Milano)

 

LA TESTIMONIANZA / 2

Don Antonio, prete per amore del suo popolo

Vorrei sapessero tutti chi era don Antonio Di Stasio, sacerdote della diocesi di Ariano-Lacedonia morto per covid. Originario di Montefalcone Valfortore (Benevento), da sacerdote ha vissuto il Concilio Vaticano II. Si vedeva il suo amore per la parrocchia di San Liberatore dove ha operato per 29 anni, poi spostato a quella della Madonna di Fatima, fino all’ultimo incarico come parroco della basilica cattedrale di Ariano. Un sacerdote innamorato di Maria: ogni anni volava a Fatima, non mancava mai alla festa del 13 maggio. Io gli dicevo scherzando che ormai era di casa, era familiare di Fatima. Un sacerdote che -come ci ricorda Papa Francesco- aveva addosso l’odore delle pecore e si dava da fare per amore del  suo popolo. Il suo ricordo sia di esempio per i nuovi sacerdoti. Un arrivederci davanti a Dio mons. Antonio Di Stasio.
Raffaele Ariano Irpino (Avellino)

 

 

INCARICATI

Don Zuccarino, ci hai insegnato ad aiutare i sacerdoti

Il carissimo don Edoardo Zuccarino ci ha lasciati. Piccolo grande incaricato diocesano per il sovvenire a  Genova, poi referente regionale per la Liguria, aveva 92 anni. A 27 era diventato  sacerdote. Così spiegava il valore di ogni dono: “basta un euro al mese -diceva quando ‘inventò’ i bussolotti, le cassettine per le Offerte adottate poi in tutta Italia- Eliminate le sovvenzioni statali, è con le Offerte dei fedeli che vivono i preti. Quel che non è cambiato è il piacere di aiutarli da parte di chi frequenta la chiesa e apprezza il loro operato”. Il Signore ricompensi il suo testimone fedele.
Grazie a Marco di Montelupo Fiorentino (Firenze) e agli altri offerenti che ci hanno scritto della scelta di continuare a donare come facevano i genitori. Una storia di famiglie vicine alla missione dei sacerdoti, in cammino con tutta la Chiesa. “La presenza del prete –scriveva il cardinale Attilio Nicora- sia giovane o anziano, sia brillante o un po’ logoro, è un miracolo permanente dell’amore fedele di Dio, che continua a ‘prendere carne’ in mezzo a noi attraverso il volto amico di un uomo che ci vuol bene in nome Suo e per questo non si stanca di parlarci di Lui, anche quando non vorremmo ascoltare. È questa la funzione dei sacerdoti. E così essi ci riscattano dall’illusione e dalla disperazione e ci aiutano a credere alla possibilità di diventare uomini nuovi”.

 

Grazie anche a...

Giuseppe di Torino, Franco di Venezia, Giuseppe di Roma, Gloria di Sasso Marconi (Bologna), Valfranca e Luigi di Chiesina Uzzanese (Pistoia), Elena di Pioltello, Rosalia di Marghera (Venezia), Sergio di Trento,  Giovanna di Stintino (Sassari), Maria Teresa ed Enrico, Enrico di Avigliano (Potenza), Adele di Atri (Teramo), Roberto di San Benedetto Po (Mantova), Paola di Lugo (Ravenna), Emanuele di Catania, Maria di Botricello (Catanzaro). Il nostro ricordo affettuoso e grato va ad Anna di Montelupo Fiorentino (Firenze), Rosa e Vincenzo di Mantova, Michele di Roma, Caterina e Germano di Gussago (Brescia) tornati alla casa del Padre. Chiediamo ai sacerdoti di ricordarli nelle Ss. Messe con tutti i donatori.