SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

“Così i nostri oratori sfidano l’emergenza educativa”

Diseguaglianze di possibilità, isolamento da smartphone, genitori al lavoro. L’annuncio del Vangelo negli oratori oggi passa anche da risposte credibili all’impoverimento culturale e relazionale di chi cresce. Tre parroci, affidati alle nostre Offerte, spiegano perché la difesa dei talenti è una priorità della Chiesa
3 Agosto 2018

A cura di MICHELA CURCIO (Potenza), DANIELA DE VECCHIS (Pisa), CLAUDIA BELLEFFI (Padova)
foto di STEFANO DAL POZZOLO (AGENZIA ROMANO SICILIANI) / CREATIVE COMMONS


DON DONATO LAURIA POTENZA

«Centinaia di famiglie contano sul nostro doposcuola»

“Le colline di cemento del rione Cocuzzo, il ‘serpentone’, spiccano all’estremità di Potenza. Un territorio vasto e popolato, affidato al parroco di Maria Ss. Immacolata, don Donato Lauria. Poco avvezzo ai riflettori e impegnato nella difesa degli ultimi, classe 1959, rimasto orfano di padre da ragazzo, è sacerdote dal 1999. Un anno dopo, viene inviato a rione Cucuzzo, “proprio dove avevo sempre desiderato” ricorda don Lauria. Una sfida notevole, “ma le difficoltà sono diventate una grande possibilità di comunione e incontro - spiega - perché in un mare di cemento, c’è sempre un cuore umano che batte. Qui vivono oltre 3.500 persone che, diciotto anni fa, trovai in un profondo degrado. Da allora l’oratorio, inaugurato nel 2001, è stato un punto di forza per aggregare i ragazzi, restituendo a tutti possibilità educative”. Oggi la crisi è diversa: “nelle famiglie degli anziani sono ritornati i figli, che hanno perso il posto di lavoro - prosegue il sacerdote - Se prima si era poveri con una pensione di 480 euro, adesso lo si è con uno stipendio unico di 1.200. Così siamo arrivati a ben 150 famiglie prese in carico dalla nostra Caritas”. Il ‘doposcuola di qualità’ ha perfezionato l’oratorio, “perché i ragazzi in difficoltà devono essere aiutati a ritrovare tempo perduto, talenti e fiducia. Ad esempio quest’anno abbiamo proposto il modello di ‘doposcuola con merenda’ ad una ventina di ragazzi che, in pomeriggi full immersion, hanno conciliato il recupero scolastico con laboratori di teatro, musica e sport, le attività oratoriali tipiche”.
“Studiano con noi soprattutto alunni delle medie – spiega – istruiti da universitari o da professori in pensione. E la proposta formativa per le nuove generazioni va anche oltre il rione, perché la Chiesa è una comunità aperta, fa scoprire la propria vocazione di vita, anche a chi era tentato di rinunciare”. M.C.

 


DON CARLO CAMPINOTTI PISA

In oratorio sono arrivati i professori

In principio era l’oratorio. Quello classico, tradizionale: il campetto di calcio, il cinema parrocchiale, una sala polivalente dove ritrovarsi e giocare. Poi, una decina di anni fa, in parrocchia di Santo Stefano Extra Moenia, a Pisa, il gruppo San Vincenzo, che per vocazione intercetta i poveri e gli emarginati, ha segnalato che andavano cercati volontari che seguissero nei compiti i bambini delle famiglie più disagiate.
“L’oratorio così è cresciuto in qualità - ricorda il parroco, don Carlo Campinotti - Oggi ha una decina di educatori tra insegnanti, anche in pensione, avvocati e professionisti in vari ambiti, che offrono gratis tempo e competenza, insegnando a studiare e a fare i compiti insieme”. Tanti iscritti dalle medie alle superiori, spesso figli di immigrati, hanno detto sì, per non restare mai più indietro nell’apprendimento scolastico.
“Formiamo un corpo docente speciale, per ora un po’ sbilanciato in favore delle materie tecniche -  indica Juri Riccardi, fisico dell’Enel, prof volontario da 4 anni - Ci sono vari ingegneri, ma pochi esperti di materie umanistiche e, a parte l’inglese, di conoscenze linguistiche. Una o due volte l’anno il nostro coordinatore partecipa ad incontri con la scuola sulle linee di didattica, per allinearci e tenerci aggiornati. I bambini, una ventina circa, condividono il poco materiale didattico a disposizione e, dopo i compiti, si ritrovano insieme a far merenda, preparata dai volontari, a giocare a calcio o in altre attività”.
Le famiglie hanno risposto con entusiasmo. “Sia i genitori che i ragazzi - prosegue don Carlo - così si incontrano, si aggregano. Ben oltre i compiti scolastici: è una carità a tutto campo, aiuta nel concreto, costruisce relazioni. Prima ancora che al catechismo, semplicemente il messaggio cristiano è nelle opere”. D’altra parte, conclude il sacerdote, “non potremmo chiamarci comunità se non fossimo disposti a dare. In questo le Offerte dei fedeli sono preziose. Ringrazio ogni donatore che sostiene la missione dei sacerdoti, così come i tanti che dedicano tempo e capacità servendo i fratelli”. D.D.V.

 


DON UMBERTO SORDO PADOVA

«Solo dialogo ed esperienze fanno maturare i giovani»

La scrivania è sommersa di carte, l’agenda fitta di impegni, ma gli occhi di don Umberto si illuminano quando gli chiedi dei ragazzi della sua comunità. Parroco moderatore dell’unità pastorale della Cattedrale, la missione di don Sordo è nel centro storico di Padova, tra famiglie benestanti e povertà nascoste. Un denominatore comune: la solitudine di tanti bambini e ragazzi, per la diradata presenza dei familiari, tra gli impegni di lavoro e una fatica relazionale che porta a isolarsi.

«C’è bisogno sempre più di spazi di incontro –spiega don Umberto – La povertà educativa che ha tra le sue cause principali la povertà relazionale. Le nuove generazioni non si incontrano che a scuola, con pomeriggi fitti di impegni. Come comunità, offriamo un ambiente accogliente, un’occasione liberante dove dialogare, aprirsi, fare esperienze personali e non virtuali, per scoprire il Vangelo vivendo da fratelli”.

Il parroco padovano ha avviato una riflessione con il consiglio pastorale e sono nate iniziative importanti: tra le altre, tre diversi tipi di doposcuola. 

Il primo, presso il patronato della Cattedrale, promosso dalla San Vincenzo, prevede un servizio personalizzato con un aiuto individuale. Il secondo e il terzo si svolgono nel patronato di San Benedetto. Nei giorni di chiusura da calendario scolastico, volontari e insegnanti sono disponibili, dalla mattina al pomeriggio, con “Scuole chiuse... patronato aperto. D’estate, a partire da giugno, si alternano grest e campi di inglese fino a fine luglio, con la possibilità di fare i compiti.

«Veniamo incontro alle esigenze delle famiglie –sottolinea don Umberto –  ed è davvero una sfida educativa importante. Spesso fanno i compiti con noi anche ragazzi che non frequentano la parrocchia e nascono grandi amicizie. Davvero spero che da noi possano trovare un progetto di vita diverso, che li renda saldi e fiduciosi nel futuro. Prego sempre per tutti loro”. C.B.