SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

“Grazie per la Messa
in pausa pranzo e a cena”

Per chi lavora, sempre più spesso, ci sono sacerdoti che celebrano fuori orario. E la chiesa aperta diventa un’oasi spirituale insperata.
2 Febbraio 2018

MILANO
Interno del Duomo, ore 12.45. La Messa è all’ora di pranzo. Nel ritmo frenetico della capitale italiana della finanza sempre più fedeli entrano per ascoltare la Parola e fare la Comunione. Negli orari tradizionali non potrebbero. E la richiesta cresce. “Tra un’ora se ne celebra un’altra nella cappella di S. Maria Annunziata in Camposanto - spiega l’arciprete, mons. Gianantonio Borgonovo, esegeta e biblista, che li accoglie dall’altare - Arrivano impiegati e liberi professionisti”. “Questa mezz’ora è tutta per me - dice una giovane avvocatessa - Vivo fuori Milano, esco presto al mattino e rientro tardi la sera. Quando ho saputo di questa pos-sibilità ho cambiato le mie abitudini in pausa pranzo. Ora l’incontro con Dio è la colonna della giornata”. “L’omelia - aggiunge mons. Borgonovo - in 3-4 minuti al massimo è refrigerio per l’anima”. Almeno sei le celebrazioni del mattino. “Siamo qui dalle 7 alle 19 anche per le confessioni”, con un’alternanza di 50 sacerdoti.

Per gli universitari ce n’è un’altra negli stessi minuti in Cappella dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. La diocesi ambrosiana da tempo ha creato legami nuovi tra annuncio del Vangelo e territorio: a pochi passi dal Duomo nella chiesa di San Raffaele c’è il silenzio raccolto dell’adorazione eucaristica perpetua. Nei bar si pranza. Ma tra Palazzo Marino e Piazza Affari la parrocchia di San Fedele, affidata ai gesuiti, vede arrivare almeno una cinquantina di fedeli alla Messa. “Questo spazio è per il Signore. E sono grato di quest’iniziativa. Mi ha cambiato la vita” dice un giovane rientrando di corsa al lavoro. “Anche con gli esercizi spirituali, la lectio divina e il centro culturale - spiega padre Maurizio Teani - siamo attenti a tutte le dinamiche tra Vangelo e vita quotidiana”.

 

GENOVA
Tempo di Chiesa in uscita e nuova evangelizzazione anche a Genova.
Ore 13.15, Basilica di Nostra Signora delle Vigne. Ogni mercoledì nel più antico santuario mariano della città, e di martedì nella chiesa di Santa Zita, colletti bianchi in pausa pranzo e giovani entrano per la Messa. “Sono dipendenti della Regione Liguria, insegnanti e impiegati dell’Autorità portuale - dice il parroco mons. Nicolò Anselmi, vicario generale dell’Arcidiocesi, che celebra per loro l’Eucaristia - E ci hanno già chiesto di rendere quotidiano questo appuntamento con Dio”.
L’Eucaristia, nutrimento quotidiano, per altri fedeli è di sera. Restano accese le luci anche lontano dal centro, per l’adorazione perpetua, in parrocchie come quella del Ss. Sacramento e di Santa Marta.

ROMA
Tante le chiese ‘lungo-orario’ anche a Roma. Come la parrocchia di Santa Maria ai Monti, sulla strada per il Colosseo e il Foro Romano: chiude dopo le 22 e in chiesa entrano continuamente turisti e fedeli. L’ultima Messa domenicale è alle 20,45. Lontani dal centro, porte aperte anche nella parrocchia Nostra Signora di Lourdes, a Tor Marancia, dove il parroco don Mauro Manganozzi ha voluto anche l’adorazione eucaristica perpetua. È passata la storia del Cristianesimo nella chiesa romana di Santa Maria in via Lata, santuario mariano tra Montecitorio e fontana di Trevi: nella sua cripta in attesa del martirio avrebbe abitato san Paolo, ospitandovi anche san Luca e san Pietro. Ore 20, la chiesa è piena, comincia la Messa: ogni sera sull’altare don Franco Amatori o suo fratello, don Sandro, con il prezioso supporto delle suore Figlie della Chiesa.

Ai piedi dell’antica icona di Maria ‘Fons Lucis’ arrivano bancari, anziani e tanti poveri che si addormenteranno sui marciapiedi delle strade circostanti. Qui la Messa serale, uno giorno dopo l’altro, rende tutti familiari gli uni agli altri. “Il Santissimo è esposto prima e dopo la celebrazione, seguita dal rosario e dall’adorazione comunitaria fino alle 22.30 con padre Ermanno Toniolo, docente emerito del Marianum” spiega la superiora, suor Corradina Gambuzza. Insomma chiese aperte come porto sicuro, pausa dalla stanchezza e dalla routine professionale, condivisione senza più anonimato, vita ritrovata davanti al Dio-con-noi.