Sul sito della diocesi di Milano è stato pubblicato -a cura di Annamaria Braccini- il resoconto della tavola rotonda dal titolo: “Attilio Nicora, la passione civile di un pastore”, tenutosi domenica 22 aprile presso l'Auditorium Caritas e presieduta dall’Arcivescovo Mario Delpini di cui avevamo dato notizia nello scorso numero di In Cerchio. Nella pagina internet si possono leggere gli interventi dei vari relatori e diversi video compresa l’omelia tenuta in duomo dall’Arcivescovo.
L’incontro ha ricordato il cardinale Attilio Nicora a un anno esatto dalla scomparsa. «Uomo di alta spiritualità coniugata con un senso di concretezza». Per questo il Convegno intitolato, appunto, “Attilio Nicora, la passione civile di un Pastore”, promosso presso la sede di Caritas ambrosiana, dall’Arcidiocesi, dalla Conferenza Episcopale Lombarda e dal Servizio per la Promozione del Sostegno Economico alla Chiesa, ha avuto il senso non solo di una doverosa memoria grata, ma di un’analisi dei frutti che continuano a nascere dal suo insegnamento fecondo.
Il Convegno è stato aperto da Attilio Marazzi, referente regionale del “sovvenire”, e da Monsignor Giuseppe Merisi, Vescovo emerito di Lodi e delegato regionale (in foto: da sinistra don Massimo Pavanello, incaricato del "sovvenire" di Milano, Mons. Giovanni Giudici, già Vescovo delegato del "sovvenire", l'Arcivescovo di Milano Mario Delpini, il dott. Marazzi, Mons. Merisi e don Paolo Scevola, segretario del Card. Nicora). È Mons. Merisi che ricorda: «La testimonianza, la fede, la spiritualità, la capacità di sentire la vita come guida e partecipazione corresponsabile al cammino della Chiesa sono state sue caratteristiche. Strettamente collegato a questo tema non si può dimenticare il suo senso ecclesiale, che nasceva dall’obbedienza; la competenza, riconosciuta da tutti, in campo giuridico – la più nota – ma anche nella Dottrina Sciale della Chiesa che sapeva tradurre in modo convincente. E, ancora, l’attenzione al laicato, all’Azione Cattolica, in cui militò, il senso della Chiesa e dello Stato, due realtà chiamate a collaborare per la promozione del bene comune. Sempre sua la capacità di offrire una prospettiva, come ben si vede nella preparazione al Concordato».
Parole cui fa eco monsignor Luca Bressan, Vicario episcopale, membro del Comitato CEI del “sovvenire” e presidente di Caritas ambrosiana che evidenzia, del Cardinale varesino, «l’amore lucido per la Chiesa che permette di cogliere una realistica azione dentro la fede».
Dice Bressan: «Le cose, comprese le risorse economiche devono servire come semplici strumenti per mostrare la potenza trasformatrice della Carità», avendo «la genialità di tradurre, attraverso norme giuridiche, il primato della Chiesa locale e la comunione tra le Chiese». In questo senso, va vista, anche nell’azione e nel pensiero nicoriani, la ridefinizione della figura del presbitero: infatti “sovvenire” è ricco di rimandi al Decreto conciliare “Presbyterorum Ordinis”.
«Nicora lavora per la riforma della Chiesa, il ri-orientamento dell’utilizzo del denaro serve a far vedere che i soldi prendono una nuova funzione: anziché essere strumento intramondano diventano promozione di amore e di comunione».
E tutto questo nell’orizzonte dell’«evangelizzazione che significa vivere in mezzo alla gente condividendo i problemi, la Chiesa e le prospettive del Paese. Il sovvenire deve diventare strumento per far imparare alle nostra comunità a sentirsi membri di una Chiesa con la trasparenza».
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