«Recita tre Ave Maria e siamo a posto...».
Certamente, i preti ambrosiani, non hanno questa idea di penitenza sacramentale.
In occasione dell'inizio della quaresima - convocati in Duomo dall'Arcivescovo Mons. Mario Enrico Delpini- si sono confessati ed hanno ricevuto le ceneri con altro spirito.
Tuttavia, inutile negarlo, la penitenza comunitaria, suggerita da Delpini, ha sorpreso l'uditorio. L'Actio, dopo il momento di lode e di confessione dei peccati, ha preso le forme di un singolare invito alla conversione quaresimale: «come un ripensamento del sistema di sostentamento del clero».
E tra il serio ed il faceto, il successore di Ambrogio ha sottolineato che la penitenza proposta è... molto spirituale!
Essa dovrà realizzarsi attraverso tre adempimenti.
«Rendiamoci conto - ha scandito il presule, come primo punto, rivolto alle centinaia di sacerdoti presenti nel duomo - che siamo dei privilegiati per le sicurezze che abbiamo, perché, appena entriamo nel ministero, abbiamo a disposizione una casa, dei servizi, una retribuzione. Viviamo questa consapevolezza contro la retorica del dire che abbiamo lasciato tutto per servire il Signore».
Dopo l'autocoscienza, il secondo adempimento raccomandato, riguarda l'intero popolo di Dio e l'utilità di sollecitare le comunità nell’atteggiamento del “Sovvenire”. «Dovremmo coinvolgere le nostre comunità nel sostentamento dei sacerdoti, ha scandito Delpini. Per esempio nella forma delle offerte deducibili, ora poco praticata, l’intraprendenza del popolo cristiano può farsi carico dei propri sacerdoti, liberando risorse nel sistema dell’8xmille da destinare alle necessità della carità, del culto e della pastorale. Tutti dobbiamo essere un poco più sobri e poveri».
L'ultimo consiglio riguarda ancora la libertà del singolo prete nei confronti del denaro: «dovremmo destinare i danari che non spendiamo per le spese correnti - ha concluso il Vescovo Mario - non all’accumulo, ma contribuendo con generosità personale alla cassa comune e all’Opera Aiuto Fraterno (una fondazione diocesana nata nel 1996 per l'assistenza dei sacerdoti bisognosi per motivi di età o di salute, NdR). Vi invito a essere generosi nella carità verso Paesi e istituzioni in povertà».
Questo intervento dell'Arcivescovo ha concluso la celebrazione penitenziale quaresimale cui è stato invitato il presbiterio diocesano, martedì 12 marzo 2019.
Ispirato al recente Sinodo dei Vescovi sui giovani, il rito è stato presieduto da Delpini stesso. Il penitenziere maggiore della Cattedrale, Mons. Fausto Gilardi, ha richiamato in apertura il senso del raduno. L’episodio dei discepoli di Emmaus - icona biblica del cammino sinodale - ha preceduto la testimonianza di lode da parte di una ragazza, un diacono e un giovane prete.
Il gesuita padre Giacomo Costa, segretario speciale del Sinodo dei giovani, ha dettato l'esame di coscienza.
Don Massimo Pavanello
Incaricato diocesano “sovvenire” Milano