Nell’ultima settimana d’agosto Rimini, come è noto, diventa la capitale della cultura internazionale e viene invasa da “il popolo del Meeting”, come è stato definito dai media: gente curiosa, aperta, capace di giudizio, proveniente da tutto il mondo per questo evento che si ripete dai primi anni Ottanta. In occasione del Meeting 2024 (svoltosi come di consueto presso la Fiera dal 20 al 25 agosto), il Servizio CEI per la promozione del sostegno economico alla Chiesa ha realizzato una mostra dal titolo “La forza di una comunità è nei suoi gesti d’amore”, un viaggio visivo nelle realtà delle opere finanziate con i fondi dell’8xmille. Vi proponiamo una delle tante testimonianze raccolte dall'Ufficio stampa del Meeting.
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Visitare il Meeting di Rimini 2024 è stata un’esperienza intensa, ma tra le varie mostre, una in particolare, ospitata nel padiglione C5/A5, ha catturato la mia attenzione: quella dedicata all’8xmille alla Chiesa cattolica. Il titolo, “La forza di una comunità è nei suoi gesti d’amore”, già anticipava il senso profondo del percorso visivo che avrei intrapreso. Attraverso le fotografie ogni immagine raccontava storie di solidarietà rese possibili da un semplice gesto: una firma.
Appena entrato, mi sono trovato immerso in una realtà fatta di volti e luoghi lontani, ma con una connessione immediata e tangibile. C’erano bambini in Sri Lanka che, grazie alla Fondazione La Salle, avevano accesso all’istruzione, un’opportunità che altrimenti non avrebbero avuto. Lo sguardo concentrato di un bambino in aula mi ha colpito: era la dimostrazione concreta di come un piccolo contributo possa trasformarsi in un futuro migliore per qualcuno.
Un’altra immagine ritraeva donne in Tanzania, all’interno di un ospedale gestito dai medici del Cuamm. Quell’ospedale, finanziato dall’8xmille, rappresentava per loro una speranza di vita. Volti segnati dalla fatica e dalla malattia, ma anche dalla gratitudine per un servizio che, in contesti così difficili, può fare la differenza tra vivere e morire.
Proseguendo nella mostra, ho visto altre realtà: mense per i poveri, dormitori per i senzatetto, come quello a Bergamo, e progetti di accoglienza per migranti.
Ogni fotografia raccontava una storia diversa, ma il filo conduttore era sempre lo stesso: gesti concreti di solidarietà resi possibili dall’8xmille. Non erano solo immagini di aiuto materiale, ma di restituzione di dignità.
Una delle fotografie più potenti mostrava il restauro della Cattedrale di San Gerlando ad Agrigento. Quell’immagine simboleggiava il legame tra passato e futuro, la cura per il nostro patrimonio culturale e spirituale che, grazie all’8xmille, viene preservato per le prossime generazioni.
La mostra era accompagnata da un desk informativo dove era possibile approfondire i progetti sostenuti e iscriversi a una newsletter per rimanere aggiornati.
Ma ciò che mi ha colpito davvero non sono stati i dettagli tecnici, quanto la consapevolezza che firmare per l’8xmille significa partecipare attivamente a una rete di aiuti che tocca le vite di migliaia di persone, in Italia e nel mondo.
Uscito dalla mostra, mi sono sentito più consapevole dell’importanza di questo piccolo gesto, che può sembrare insignificante ma che, in realtà, alimenta una comunità fondata su gesti d’amore. In quel momento, ho capito che l’essenziale non è solo ciò che cerchiamo per noi stessi, ma ciò che possiamo fare per gli altri. E firmare per l’8xmille è un modo semplice e concreto per farlo.