Direttore della Caritas della diocesi di Crema è il diacono Claudio Dagheti. A lui Il Nuovo Torrazzo (aderente alla Federazione Italiana Settimanali Cattolici) ha chiesto come vengono impiegati i fondi dell’8xmille nel settore della carità.
“Sono fondamentali – ci dice –. Senza di essi non potremmo svolgere tante delle nostre attività verso chi è nel bisogno.”
Quali attività? “Ogni anno – racconta – ci incontriamo il Vescovo e io, come prevedono le indicazioni della CEI, e stabiliamo come distribuire i fondi: due terzi dell’8xmille riservati alla carità vengono usati per le opere caritative della diocesi, un terzo va a sostenere iniziative caritative di altre realtà di ispirazione cristiana, non legate direttamente alla Caritas. Ad esempio, il Centro Aiuto alla Vita.”
Alcune attività finanziate
I due terzi che la Caritas gestisce sostengono quelle attività che non possono essere finanziate da fondi pubblici. Tra di esse il rifugio San Martino, dormitorio per i senzatetto (solo durante l’inverno), la mensa dei senza dimora (per l’intero anno). “Senza l’8xmille – continua Claudio – non saremmo in grado di accogliere le 18 persone che ogni notte dormono da noi.”
“Un’altra parte dei fondi ci permette di gestire gli appartamenti della Casa della Carità, per famiglie che hanno avuto uno sfratto, o per seconda accoglienza per persone che non hanno lavoro o hanno un lavoro precario e quindi non possono sostenere un affitto. Si tratta di famiglie o di persone che ci contattano direttamente o ci vengono indicate dai servizi sociali.”
Sostegno all’inserimento lavorativo di persone con disabilità o problemi
“Un’altra quota la usiamo per un’altra attività importante: il sostegno all’inserimento lavorativo di persone con disabilità o problemi vari di inserimento sociale (il post-carcere, lavori socialmente utili, ecc.). I fondi ci permettono di sostenere l’educatore e di coprire le spese assicurative. Si tratta di 40 persone che cerchiamo, ogni anno, di riqualificare e inserire nel mondo del lavoro. L’8xmille è fondamentale, ci permettere di essere molto liberi, non dipendenti dagli enti pubblici e servire gli scartati”.