SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

“Voi chi dite che io sia?”

C’è l’intera storia della salvezza nell’Eucaristia: è la roccia della nostra fede, la presenza reale di Cristo nelle specie del pane e del vino, ‘mistero della carità’ da vivere e da annunciare, di fronte a cui la ragione umana sperimenta tutta la sua finitezza. La solennità del Corpus Domini (quest’anno il 23 giugno) celebra il mistero eucaristico quotidiano, la ‘comunione’ con Gesù che ci dà la sua vita, ci invita a riconoscerlo. Ma rimanda anche al miracolo di Bolsena e ai miracoli eucaristici avvenuti nei secoli in Italia e nel mondo, di cui tanti santuari tramandano memoria. L’invito a lasciarsi interpellare dal ‘Dio nascosto’ passa oggi anche da una mostra itinerante nelle diocesi, ideata da un giovane scomparso pochi anni fa, Carlo Acutis (1991-2006), dichiarato venerabile, per diffondere l’amore verso il Santissimo, che ci indica la meta.
21 Maggio 2019

testi a cura di TERESA CHIARI e CLAUDIA BELLEFFI
foto AGENZIA ROMANO SICILIANI/CREATIVE COMMONS

 

Dopo la discesa dello Spirito Santo nella Pentecoste, il Corpus Domini è la festa della Chiesa  inviata nel mondo sostenuta da Gesù Eucaristia, ostia viva. Fu istituita dopo i fatti del 1263 a Bolsena (Viterbo), dove mentre un sacerdote dubbioso sulla reale presenza di Cristo celebrava la consacrazione, gocce di sangue dall’ostia spezzata avevano macchiato il corporale bianco steso sull’altare e il marmo della basilica. Quelle tracce sono visibili nel santuario di Bolsena, così come il lino custodito nel duomo di Orvieto. I miracoli eucaristici sono interventi prodigiosi di Dio per confermare la fede nel mistero eucaristico quotidiano, un cammino che comunque deve prescindere da circostanze visibili, spesso significative per chi già crede. Si ripetono nella storia della Chiesa in tutto il mondo (dall’Egitto al Venezuela). In Italia da Cascia nel 1330 a Volterra nel 1472, da Siena nel 1730 ad Albignano d’Adda nel 1957, sono oltre 30 i santuari in cui se ne fa memoria. Oggi parlano anche ad un mondo scettico, tra fake news, mentalità tecnologica e derive antiscientifiche. Come a Lanciano (Chieti) dove la particola durante la consacrazione mutò in carne e sangue: miocardio e sangue umani, concluse Carlo Linoli, docente di anatomia e istologia che li indagò 12 secoli dopo, nel 1970. Analoghi gli esiti su un miracolo eucaristico del 2006 a Buenos Aires, in Argentina, consegnati all’allora arcivescovo, il futuro Papa Francesco, da laboratori californiani. 

 

Sembrano ‘senza tempo’ anche le particole consacrate del duomo di Siena, intatte dopo 3 secoli. Papa San Giovanni Paolo II, in visita nel 1980, dopo essere rimasto in adorazione, commentò: “è la Presenza!”. Nell’enciclica Ecclesia de Eucharistia (1983) scrisse: “Guardando alla mia vita di sacerdote e ai tanti luoghi dove ho detto Messa, anche in una chiesa di campagna l’Eucaristia è sempre celebrata sull’altare del mondo. Unisce il cielo e la terra. E’ il ‘mistero della fede’: il mondo uscito dalle mani di Dio creatore torna a Lui redento da Cristo.  Chi si nutre dell’Eucaristia non deve attendere l’aldilà per ricevere la vita eterna: la possiede già sulla terra. Ed è garanzia della futura risurrezione il fatto che la carne di Cristo, data in cibo, è il suo corpo nello stato glorioso di risorto”. Un viaggio tra i miracoli eucaristici (miracolieucaristici.org) è la mostra itinerante (già vista in 10 mila parrocchie in Italia e all’estero) ideata dal Carlo Acutis (1991-2006), catechista dalla personalità non comune, morto giovanissimo e dichiarato venerabile. “La nostra meta deve essere l’infinito, non il finito –diceva Carlo- Da sempre siamo attesi in cielo”.

FEDE E SCIENZA

Il cardiologo Serafini: “I nuovi studi parlano all’uomo del nostro tempo”

Franco Serafini, 52 anni, bolognese, cardiologo ospedaliero. Negli ultimi anni ha passato in rassegna cinque miracoli eucaristici, uno antico e quattro recenti, riconosciuti dalla Chiesa e  sottoposti a indagini medico-legali di qualità. Il risultato è nel volume Un cardiologo visita Gesù. I miracoli eucaristici alla prova della scienza, (ESD-Ed. Studio Domenicano, 2018).
Come si pone la scienza di fronte ai miracoli eucaristici?
Il loro studio medico-scientifico è un’occasione unica per mettere a contatto due mondi apparentemente incompatibili: scienza e fede. Per la scienza “ufficiale” queste indagini sono motivo di imbarazzo. Qualche volta gli studiosi che se ne sono occupati hanno dovuto pagare di persona in termini di prestigio e di onorabilità.
Che valutazioni ha tratto dalle sue ricerche?
Il dato più interessante è il ripresentarsi, a distanza di secoli o di migliaia di chilometri, dello stesso pattern. Troviamo sempre tessuto muscolare miocardico, cioè frammenti di cuore; spesso è presente sangue, di cui pure è costante il gruppo sanguigno AB, peraltro quello delle tracce ematiche della Sindone di Torino. È presente DNA che però, misteriosamente, sfugge ai comuni test di identificazione. Inoltre, cuore e sangue presentano segni di intensa sofferenza. Il tessuto miocardico appare infiltrato di globuli bianchi, cioè è infiammato, con fibre frammentate. È il quadro istopatologico di pazienti sofferenti di infarto dovuto ad intenso stress fisico o emotivo, come la consapevolezza della morte imminente, che causa nell’organismo un eccesso di catecolamine, con effetto tossico devastante sul cuore. Anche nel sangue ritroviamo marcatori di laboratorio compatibili con il quadro clinico di un paziente severamente traumatizzato.
Come scienziato e come uomo, questi dati che cosa aggiungono?
Lo scienziato può ricomporre, tra le diverse discipline, un quadro clinico sempre più preciso che bisogna ammettere combacia con quello di un uomo torturato e prostrato. Come credente, trovo questi dati commoventi, per certi versi, discreti e finissimi. Il dato coerente della presenza di un cuore agonizzante e di sangue sofferente nell’Eucaristia non può che, in tutta semplicità, confortare e sostenere il credente. Assistiamo a un fatto nuovo: i miracoli eucaristici, che continuano ad avvenire anche in questi ultimi anni, sanno parlare all’uomo di oggi perfino con il linguaggio a cui è più sensibile, quello della scienza e della tecnologia. C.B.