SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

Verso la Pasqua >> Via Crucis nella diocesi di Udine

Alla frontiera tra Italia, Slovenia e Austria, le tradizioni dei diversi popoli si incrociano e si fondono. Grazie anche ad una fede viva che in periodo pasquale si alimenta degli antichi riti della Via Crucis. Ve li raccontiamo in questo reportage. Diocesi di Udine. Tarvisiano e Gemonese. Zona di confine e zona turistica. Traguardo di emigrazioni […]
2 Agosto 2017
Alla frontiera tra Italia, Slovenia e Austria, le tradizioni dei diversi popoli si incrociano e si fondono. Grazie anche ad una fede viva che in periodo pasquale si alimenta degli antichi riti della Via Crucis. Ve li raccontiamo in questo reportage.
 
Diocesi di Udine. Tarvisiano e Gemonese. Zona di confine e zona turistica. Traguardo di emigrazioni dal Sud Italia e dall’Est Europa. Ma anche luogo di frontiera, ricco di storia, vicissitudini, lacerazioni. La fede, da queste parti, ben lontano dall’essere ostentata, viene vissuta in maniera sobria ma intensa. Così com’è nel carattere e nelle abitudini degli abitanti. Qui le Via Crucis hanno tutte una loro particolarità. Si distinguono l’una dall’altra per caratteri e iniziative. Ad accomunarle un’innegabile partecipazione e uno straordinario coinvolgimento dei cittadini.
 
La parrocchia di Tarvisio,Santi Pietro e Paolo apostoli, è terra di passaggio. A due passi dal confine e meta di sportivi sia durante la stagione sciistica che in estate. «La nostra parrocchia – dice il parroco don Claudio Bevilacqua non può quindi non avere una naturale vocazione all’accoglienza. La pastorale è rivolta non soltanto ai nostri ragazzi, ma anche agli immigrati e ai turisti. La seconda messa della domenica, oltretutto, è quasi esclusivamente frequentata da villeggianti». Territorio dell’Impero Austro-Ungarico fino al 1918, Tarvisio si svuotò quasi completamente durante la Seconda guerra mondiale. Si è ripopolata negli ultimi decenni grazie all’immigrazione, soprattutto dalle regioni meridionali italiane.
 
«Oggi» spiega il parroco «il nostro è un paese con diverse anime. Tra l’altro, in molti dei nostri cittadini è ancora presente un forte senso di appartenenza all’orbita germanica. Per questo, ad esempio, una delle messe della Domenica delle Palme si celebra in tedesco».
 
[ LA PASTORALEDELL’ACCOGLIENZA ]
I riti di Pasqua proseguono con la processione del Venerdì Santo. Nel pomeriggio attraversa le strade del centro storico con una reliquia della Santa Croce, conservata nella parrocchiale. Alla sera, la celebrazione prosegue all’interno della chiesa dei Santi Pietro e Paolo, dove è possibile per i fedeli baciare il frammento sacro. «La Via Crucis è un momento d’unione» conclude don Claudio «durante il quale le diverse componenti del nostro paese dimenticano le differenze e si uniscono nella sofferenza di Nostro Signore».
 
Poco distante da Tarvisio sorge la frazione di Camporosso in Valcanale, un villaggio pittoresco dove le case sono circondate da imponenti montagne. Qui nel 1360 fu fondato il santuario sul Monte Santo di Lussari, a 1789 metri di altezza. Nel dopoguerra fu costruita una Via Crucis di sette stazioni in pietra che risale fino alla sommità della montagna. A farci da guida è monsignor Dionisio Mateucig, parroco del paese, nonché rettore del santuario alpino. Italiano di madrelingua slovena, fu mandato qui, tra l’altro, per favorire il dialogo con la comunità slava. «Questa Via Crucis» ci informa «è frequentata soltanto durante la bella stagione, da maggio a ottobre, perché d’inverno è completamente ricoperta dalla neve». Arrivati in cima, il santuario, immerso nella natura, domina il paesaggio di vette maestose. È vero quello che dicono gli abitanti della zona: ”Qui il cielo è più vicino”.
 
Il sacerdote, appena scesi dalla funivia,mostra come dalla vetta del Monte si possano scorgere i tre confini, sloveno, italiano e austriaco, oggi tutti all’interno dell’Unione europea. E aggiunge: «Questa circostanza ha fatto sì che nel tempo il santuario fosse dedicato alla Madonna dei tre popoli, latino slavo e tedesco appunto, e diventasse un simbolo d’unità. Il nostro impegno è tutto mirato alla conciliazione e alla pacifica convivenza. A questo scopo, durante le celebrazioni, accanto alle letture in italiano ne facciamo altre in sloveno e in tedesco. E ugualmente è possibile confessarsi in ognuna di queste tre lingue». Nel 2010, in occasione del 650° anniversario della fondazione del santuario, che risale all’età di Dante, fedeli di tutte le componenti nazionali hanno partecipato al rito, ispirato al sentimento di fratellanza.
 
«La presenza del santuario ha trasformato questo luogo » aggiunge il parroco. «Oggi non è più soltanto traguardo di sportivi,ma anche meta di pellegrinaggi. In pochi luoghi del mondo, come in questo, è possibile toccare con mano la vicinanza tra lo sport e Dio».
 
[ AL SANTUARIO ANCHE GLI SCIATORI ]
Nelle mattine limpide è un continuo entrare di sciatori che, dalle vicine piste di Prampero, tra le più belle delle Alpi Giulie, prima di avventurarsi nella discesa, entrano nella chiesetta a rivolgere una preghiera alla Madonna dei tre popoli. Di questo monsignor Mateucig, sciatore anche lui, si compiace. “Quassù alcune messe vengono celebrate appositamente per gli sportivi» ci spiega. E aggiunge un aneddoto: «Quando morì Papa Giovanni Paolo II, la sera del 2 aprile 2005, il triste evento fu annunciato dall’altoparlante degli impianti di risalita, ancora aperti, perché sul monte Lussari si scia anche di notte. Coloro che stavano sciando si fermarono, si radunarono nel santuario e tutti insieme pregammo per il Pontefice appena scomparso».
 
[ LA VIA CRUCIS DEI GIOVANI ]
Seguendo la mappa dei riti pasquali di questa zona, dai monti innevati della Valcanale arriviamo a Malborghetto Valbruna, dove la Via Crucis si tiene la quinta domenica di Quaresima. È un   riferimento per tutti, perché raduna fedeli e sacerdoti di tutto il decanato. La cerimonia si tiene lungo le pendici montane, davanti a sette antiche cappelle in pietra, ognuna delle quali ospita due stazioni della Passione. Per ogni stazione si prega in tedesco, sloveno, italiano e anche friulano.
 
La cerimonia termina in cima al monte, in una cappella più grande detta “il Calvario”. Ultima tappa, Forgaria, nel Gemonese. La chiesa della parrocchia di San Lorenzo Martire fu rasa al suolo dal terremoto del Friuli nel 1976. La sua ricostruzione è stata ultimata solo nel 2009. «In questi lunghi 33 anni siamo stati costretti a celebrare la messa in sale parrocchiali, locali di fortuna» ricorda don Paolo Scapin, parroco da 9 anni. «Nel 2006» prosegue il sacerdote «nel trentennale del sisma, abbiamo organizzato una Via Crucis con diversi gruppi che partivano da 4 paesi della zona circostante e confluivano in un’unica processione davanti alla chiesa ancora in costruzione».
 
Lì i ragazzi delle catechesi hanno deposto una croce dedicata alle vittime del sisma. Alla celebrazione partecipò anche l’allora arcivescovo emerito di Udine, monsignor Alfredo Battisti, che la gente del posto chiama affettuosamente “il vescovo della ricostruzione”, per il ruolo significativo nel ripristino della zona. Nel 2009 invece, a chiesa riaperta, è stata celebrata “la Via Crucis dei giovani”, con i ragazzi delle cresime e le loro famiglie. «La partecipazione alla cerimonia è stata intensa e commovente« raccontano entusiasti i collaboratori del parroco. «È stata una sorta di sacra rappresentazione, dove ogni ragazzo impersonava in costume un protagonista della Passione di Gesù. Il rito ha preso il via dall’altopiano, ha attraversato le strade del paese ed è terminato nella chiesa appena ricostruita. Oggi» dicono «stiamo gustando la nostra resurrezione».
 
La cerimonia è servita anche a raccogliere circa 300 euro, poi devoluti all’associazione di volontariato “Casa Mia” che si occupa di pazienti oncologici. «Buona parte della nostra pastorale è così dedicata alla speranza degli infermi, al loro incontro con Gesù» ci spiega don Paolo. «Fortunatamente i nostri malati sono assistiti dai loro familiari e da molti volontari». E lo fanno - c’è da credere - a modo loro. Sottovoce e a braccia aperte.
 
LA SCHEDA
Tante tradizioni parrocchia per parrocchia
 
MALBORGHETTO VALBRUNA
Abitanti: 985
Parrocchia: SantaMaria della Visitazione
Parroco: don Mario Gariup
ViaCrucis: salita sul monte con stazioni in pietra
 
UGOVIZZA (frazione di Malborghetto Valbruna)
Abitanti: 358
Parrocchia: S.S. Filippo e Giacomo
Parroco: don Mario Gariup
Via Crucis: processione dellaResurrezione il Sabato Santo
 
TARVISIO
Abitanti: 4.827
Parrocchia: Santi Pietro e Paolo apostoli
Parroco: don Claudio Bevilacqua
Via Crucis: nella parrocchiale con una reliquia della Santa Croce
 
CAMPOROSSO IN VALCANALE
Abitanti: 850
Parrocchia: S. Egidio Abate
Parroco: monsignor Dioniso Mateucig
Via Crucis: nella bella stagione, salita con stazioni in pietra sul Monte Santo di Lussari fino al santuario
 
FORGARIA
Abitanti: 1.895
Parrocchia: San Lorenzo Martire
Parroco: don Paolo Scapin
Via Crucis: in costume, nel 2009 partì dall’altopiano per arrivare alla chiesa ricostruita, dopo i danni del sisma de 1976 in Friuli