SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

Un’Italia che ci insegna a coltivare la gratitudine

Non è un modo di dire: si chiama proprio “Italia” l’anziana signora (87 anni) che ci ha scritto una lettera così bella e semplice che non abbiamo potuto fare a meno di condividerla con tutti. Perché da un’Italia così... c’è solo da imparare!
7 Febbraio 2022
Ricevo la vostra rivista da qualche anno. Mi presento: Drigo Italia, vedova Nosella; 87 anni, 3 figli e 7 nipoti. Gli anni sono tanti ma sento il cuore giovane. Amo Dio e il prossimo. Ringrazio per il creato, che è splendido.
Ho chiesto tanto al Signore di avere un sacerdote in famiglia ma la Sua volontà era diversa.
Ho pregato tanto e ancora prego per i sacerdoti: un’ora di adorazione al mese, con l’Apostolato della preghiera. Ho sempre sostenuto con affetto i seminaristi, pregando “il padrone della messe che mandi operai”.
Ne ho “adottati” alcuni, in Angola, aiutandoli a diventare sacerdoti: e che gioia leggere le loro lettere, una volta consacrati a Dio.
Aiutare i sacerdoti è un dovere di tutti: loro ti danno tanto e ti sono vicini nel bisogno, ti preparano all’incontro con il Signore.
Le loro mani sono preziose per ogni cristiano:
- ti benedicono nel Battesimo
- nella Messa trasformano il pane e il vino nel Corpo e Sangue di Gesù
- ti perdonano nella Confessione
- sono accanto agli ammalati con l’Unzione degli infermi.
I sacerdoti pregano per i loro parrocchiani, visitano con affetto gli anziani e i bisognosi.
Dobbiamo sempre essere loro grati per tutto quello che fanno.
Grazie infinite,
con stima
Italia Drigo

 

Tre motivi per dire grazie e donare come Vittorino

Vittorino Bocchi oggi ha settant’anni e vive ad Arluno (MI). È uno sposo e un padre felice, e ben otto volte nonno. Accogliendo il nostro invito a raccontarci il motivo profondo che lo spinge a donare, ci ha inviato una bellissima lettera, che gli abbiamo chiesto il permesso di poter pubblicare. Perché le cose belle… vanno condivise!
Ecco le sue parole.
“Nella vita succede spesso che da ragazzi non ci si accorga del bene ricevuto. Quando poi si diventa grandi si ripensa al passato e a volte ci si accorge dei doni ricevuti. Dalla gratitudine, allora, nasce un impegno a ricambiare verso chi ci ha fatto quei doni.
Io sono entrato in seminario a 10 anni, in prima media, e allora i miei genitori, che erano poveri, versavano solo una parte della retta che avrei dovuto pagare per mantenermi. Loro non mi hanno fatto mai pesare questo sacrificio e io nemmeno me ne accorgevo. Dopo undici anni di seminario e una valutazione condivisa con i miei superiori, sono uscito e adesso sono sposato con tre figli – di cui uno disabile grave, già in cielo – e otto nipoti.
Posso trarre tre riflessioni da questa mia vicenda. Innanzitutto riconosco che gli anni di seminario mi hanno fatto crescere, come uomo e come cristiano. Poi ho maturato una gratitudine immensa verso i miei genitori e i benefattori del seminario, che mi hanno permesso di continuare gli studi e di portare a termine il mio discernimento vocazionale. Infine, il grazie più grande lo devo al Signore Gesù, che mi ha indicato chiaramente la mia vocazione alla vita famigliare e le ha dato compimento con il dono dei miei tre figli e dei miei nipoti.
Ecco perché oggi prego e dono anche dei soldi alla Chiesa. Per la grazia ricevuta, e perché i preti si sentano aiutati e sorretti, anche economicamente, da noi fedeli per tutto il bene che riceviamo”.
Vittorino Bocchi

Ringraziando ancora Vittorino per la sua generosa condivisione, ricordiamo a tutti che esprimere le motivazioni profonde che ci spingono al dono e raccontare storie belle come questa, sono i regali più preziosi che possiamo fare a tutta la comunità.

 

UN PARROCO CHE DONA E FA DONARE

Sono parroco nella provincia di Bologna. Ogni anno, a titolo personale, faccio una piccola offerta e cerco di diffondere le vostre informazioni attraverso i depliant che metto in chiesa, accompagnandoli con qualche avviso. So che potrei fare di più, ma certamente le vostre comunicazioni non finiscono “nel cestino”! Non ho ancora un incaricato parrocchiale del sovvenire… per adesso.
Lettera firmata
Bologna

 

Che bello ricevere lettere come la sua, carissimo Padre! Sono la testimonianza di un lavoro che procede, magari sottotraccia e nel nascondimento, come le donazioni che lei stesso effettua a beneficio dei confratelli sacerdoti meno fortunati di lei. 
Il nostro sogno è che davvero in ogni parrocchia possa arrivare ad esserci un incaricato del sovvenire, che ricordi a tutta la comunità quanto è importante donare per i sacerdoti e firmare per l’8xmille alla Chiesa cattolica. Sono proprio le testimonianze come la sua che ci fanno sperare che a poco a poco, con costanza e dedizione, possiamo farcela! Confidiamo nella sua preghiera.
Massimo Monzio Compagnoni
Responsabile del Servizio per la promozione
del sostegno economico alla Chiesa cattolica

 

LA FIDUCIA DI VALENTINA

Sono Valentina, della Diocesi di Ancona-Osimo. Molti anni fa quando il mio Parroco mi aveva chiesto aiuto per promuovere la scelta dell’8xmille a favore della Chiesa Cattolica e così partecipai a degli incontri con altri volontari. In quell’occasione venni a conoscenza anche delle offerte per il sostentamento del clero e per la prima volta ne feci una. Da allora, nelle mie possibilità, ho continuato ogni anno a fare un’offerta e lo faccio volentieri perché sono fiduciosa, anzi sicura, che quel denaro viene bene impiegato. Durante la mia vita ho conosciuto molti sacerdoti veramente degni e che mi hanno dato sempre buoni consigli. Alcuni di loro purtroppo non ci sono più e proprio in loro ricordo scrivo queste poche righe. Grazie per il vostro lavoro e un saluto cordiale.
Valentina
Ancona-Osimo

 

VICINI, ANCHE NEI MOMENTI BUI

Ho una grande stima dei sacerdoti: li considero una sorta di legame tra terra e cielo. Degli anni ’50, in cui ero una ragazza, ricordo più di una figura di sacerdote particolarmente severo e autorevole.
Ma erano uomini tutti del Signore, che ci hanno voluto bene e accompagnato nei momenti felici e in quelli più bui.
Qualcuno di loro ha continuato a pregare per noi e a confessare con grande dedizione fino alla morte, quando era già in una casa di riposo. Qui non posso descrivere la grande sofferenza che ho passato… ma ricordo bene che al mio risveglio dal coma ho trovato, accanto a me, un sacerdote. Sia lodato Gesù Cristo.
Lettera firmata
provincia di Pordenone

 

92 ANNI E UN CUORE GRANDE

Carissimi, sono un sacerdote di 92 anni, ormai in pensione. Vivo da solo e presto ancora servizio quotidiano in parrocchia. Vi ringrazio di cuore per il sostegno economico che mi arriva ogni mese dandomi la possibilità di vivere una vita dignitosa e di poter offrire due o tre volte all’anno un piccolo contributo, come erogazioni liberali, per il sostentamento di tutti i miei confratelli. Grazie!
Don Carlo