di MONS. ANDREA LONARDO foto AGENZIA ROMANO SICILIANI/CREATIVE COMMONS
Gesù, riconoscendo che la creazione, come raccontato nella Genesi, è cosa buona, ci ha insegnato che Dio non si è limitato a questo per parlare ai suoi figli. Così la nostra terra dItalia, dove la Parola evangelica è diffusa fin dal I secolo, è stata nutrita anche dal dono del riposo, della domenica e dellEucarestia. Oggi le creature sono sempre più stanche: si pensi solo al fatto che nellarco di dieci anni ogni italiano ha perso almeno unora di sonno a motivo delluso notturno di internet. Le nostre città conoscono file di auto che aggiungono alla stanchezza del lavoro quella del ritorno a casa. Non solo siamo spossati, ma questa stanchezza toglie tempo alla famiglia. È il grande lamento dei coniugi che vorrebbero laltro più vicino. È la grande nostalgia dei figli che vorrebbero i genitori più vicini.
Ebbene Gesù ha inventato lEucarestia perché possiamo trovare riposo e stare di più in famiglia. Si esce a volte stanchi al mattino per andare alla S.Messa, ma se ne esce rasserenati nel profondo. La mensa della Parola e del Corpo del Signore dà pace al cuore. E se si restasse a casa, non si starebbe insieme, perché ognuno sarebbe preso da ulteriori incombenze, oltre che dagli invasivi, onnipresenti social network: quellandare insieme a Messa ci rende corpo di Cristo e ci avvicina tra noi.
È un altro pane, è un altro vino che riceviamo in quel giorno. La celebrazione ci ricorda che non di solo pane vive luomo, ma del Pane di vita, il pane del cammino. Senza di esso non ritroviamo il senso delle cose, non troviamo vita, riposo e coraggio.
Senza lebraismo e il cristianesimo il mondo non avrebbe scoperto il riposo settimanale. Noi sappiamo di aver donato a tutti il riposo. Basta partire per la Cina, ad esempio, per scoprire che lì esiste una cul-tura antichissima, che però non conosce il riposo settimanale. Nelle culture pagane si lavorava tutti i giorni. Solo la fede ha impresso il ritmo settimanale del riposo, per celebrare che Dio è creatore e salvatore. Anche i nostri amici non credenti beneficiano di quel giorno che ricorda la resurrezione di Gesù, che a tutto conferisce senso. Quel giorno dice che luomo è libero.
Nella festa riscopriamo la dignità al lavoro, che non è schiavitù, perché ci dà modo di contribuire al bene co-mune. La domenica dà alla nostra esistenza la forma di Cristo. In un anno riviviamo tutta la sua vita: lanno li-turgico è forse la creazione più bella della Chiesa, più delle opere di Michelangelo e di Bach. Tutte le Chiese del mondo nei secoli lo hanno arricchito e lanno liturgico è divenuto quellopera darte che ci tiene legati a Cristo. Fidarsi dei suoi tempi è la prima grande obbedienza con cui diamo fiducia al Signore nella Chiesa. Una volta parlando con due catechiste, una mi disse: La catechesi non serve, in fondo. Io stessa non ricordo molto di ciò che mi hanno insegnato quando avevo letà dei bambini di cui sono catechista oggi. Ti sbagli - rispose laltra - Nella catechesi hai scoperto lanno liturgico. E chi lo conosce e vi partecipa, conosce tutto di Cristo. Chi partecipa la domenica alla liturgia conosce Cristo e lo ha vicino a sé. Aveva ragione.