Interviste di DANIELA SCHERRER (PAVIA) / MANUELA BORRACCINO (VARESE) / ELISA PONTANI / CHIARA SANTOMIERO (CRACOVIA)/PAOLA INGLESE (POLISTENA, RC)
“Credo fermamente nella capacità pedagogica del lavoro. Nella mia storia di sacerdote ho visto tanti giovani rinascere nel momento in cui hanno riacquistato la loro dignità di lavoratori”. Don Franco Tassone, cinquantaquattrenne parroco pavese al Santissimo Salvatore, è da tre anni responsabile della pastorale del lavoro diocesana. Alle spalle una vocazione nata nei mesi di servizio civile alla comunità Casa del Giovane, alla scuola di don Enzo Boschetti, il “padre” dei ragazzi difficili. “Pavia era una città piena di industrie - spiega - ogni giorno c’era un imprenditore che mi chiamava cercando un bravo ragazzo da inserire in azienda. Oggi non accade più e mi sono chiesto se potessi fare qualcosa”. Con don Franco, insieme a Filca-Cisl, è nato così il progetto Amico Lavoro, per aiutare chi era in cerca di occupazione a compilare il curriculum e inserirlo in un database diocesano che oggi raccoglie oltre duemila iscritti. Ma non bastava. E così è sorta anche MadeinPavia, rete che conta trenta imprese sensibili alla dottrina della Chiesa e disponibili a cercare le loro maestranze negli archivi di Amico Lavoro. Infine si è costituito anche il Laboratorio di Nazareth, che forma i giovani attraverso le borse lavoro finanziate da iniziative diocesane come il “Compralavoro” nella festa del patrono San Siro. Fabrizio Raina, responsabile delle relazioni industriali di Confindustria pavese, è l’altra metà della “strana coppia” prete-industriale che ha visitato tutte le aziende pavesi per mappare i bisogni del territorio. “Don Franco è un grande conoscitore delle dinamiche sociali ed economiche delle imprese - spiega- insieme abbiamo innanzitutto puntato ad aiutare gli industriali a gestire gli strumenti conservativi senza licenziare, veicolando anche le nostre professionalità di Amico Lavoro”.
Matteo Bravi, 37 anni, è uno dei circa cinquanta assunti finora grazie ad Amico Lavoro. Ha prima collaborato con il Laboratorio di Nazareth e poi è stato contrattualizzato dal Centro Servizi Formazione di Milano. “Ho vissuto l’esperienza di perdere il lavoro e ora ho la fortuna di averne uno che aiuta altri a trovare occupazione - commenta - Ho incontrato don Franco in un momento tremendo, perché avevo perso mio padre e anche il lavoro. Ha davvero saputo ridarmi speranza e dignità”. D.S.
“Appena laureato sognavo di insegnare latino e greco, oppure proseguire con il dottorato” racconta Fabrizio Talarico, 31 anni. “Poi don Marco mi propose di diventare educatore qui, nell’oratorio ‘San Luigi’ di Tradate: così mi sono appassionato al servizio per i bambini”. Dal 2011 è coordinatore a Legnano dei 15 educatori e di decine di volontari impegnati nel progetto Oltre la Scuola, riconosciuto dalle istituzioni municipali del Varesotto come esempio della collaborazione fra parrocchie, scuola, servizi sociali. Compiti insieme, sostegno educativo alle famiglie prive di rete parentale dove entrambi i genitori lavorano, tanto gioco e trasmissione di valori: oggi 180 alunni di elementari e medie passano tutti i pomeriggi dal lunedì al venerdì nelle 7 parrocchie che hanno aderito alla proposta della cooperativa “San Luigi”, fondata nel 2009 da don Marco Casale, 48 anni, direttore della Caritas e parroco di San Carlo a Varese. “Avevamo un duplice obiettivo: aiutare le famiglie della nostra parrocchia - spiega don Marco - e offrire ai giovani cresciuti nei nostri oratori un’occasione per entrare nel mondo del lavoro, svolgere un tirocinio”.
Oltre la Scuola si è rivelato anche una forma di prevenzione dell’abbandono scolastico alle superiori, fenomeno che in Lombardia colpisce il 15,3% degli under 18.
Ed è solo una delle espressioni di imprenditoria sociale avviata da don Casale. Fin dal 1998 era attiva a Legnano la cooperativa “Santi Martiri”: “un’opera-segno delle sinergie possibili fra parrocchia e mondo del lavoro - dice il sacerdote - nata per dare lavoro ai ragazzi disabili, a quelli che erano usciti dal carcere o dalla tossicodipendenza. In 16 oggi lavorano in questa piccola azienda”. M.B.
Mille e 300 cooperative, consorzi, imprese, oltre 4 mila posti di lavoro, circa 30 milioni di euro l’anno di fatturato. Creato per contrastare la disoccupazione giovanile e restituire il futuro alle nuove generazioni il ‘Progetto Policoro’ della Cei è sostenuto con un milione di euro l’anno dall’8xmille. Nato dall’intuizione di un sacerdote, don Mario Operti, il piano occupazionale punta su corsi di formazione diocesani che insegnano ad associarsi per creare imprese. Originariamente era nato per il Mezzogiorno, ma ormai il balzo impressionante della disoccupazione giovanile (al 37,9%, con punte del 60% al Sud, lontano dalla media Ue del 22%) ha esteso il piano della Chiesa italiana a tutte le regioni. Uno degli esempi più recenti a Forlì, dove giovani operatori turistici licenziati, grazie alla formazione di Policoro, sono tornati sul mercato con una propria agenzia di viaggi. Decine i sacerdoti - tra parroci e responsabili degli Uffici diocesani della pastorale del lavoro, giovanile e Caritas - impegnati in difesa del talento dei giovani. Che per ironia della sorte sono la generazione più colta e preparata che l’Italia abbia mai avuto, iper-qualificata rispetto al poco lavoro (e poco all’avanguardia) a cui è chiamata, magari con contratti precari. Secondo dati Istat 2016, ben sei under 34 su dieci oggi sono costretti a vivere con i genitori, e uno su 4 non cerca più un impiego. Il Progetto Policoro crea occupazione in questo bacino. Si sono messi in gioco in migliaia, formati per circa un anno dalle diocesi (il piano è attivato da 132 diocesi su 226), poi seguiti da tutor specializzati. Dalla loro parte preti sostenuti dalle nostre Offerte: come don Pasquale Incoronato a Ercolano, don Aniello Tortora e don Giuseppe Autorino a Nola, don Cristiano d’Angelo a Pistoia, don Francesco Bovino ad Isernia, don Mario Bandera a Novara, don Simone Di Vito a Gaeta e tanti altri, da Arezzo a Ravenna, da Biella a Padova. Contro nepotismo e mafie, anzi spesso usando beni confiscati, hanno aiutato i ragazzi che hanno ‘fatto l’impresa’: pasticcerie e servizio mensa; cura del verde, agriturismi e fattorie didattiche; aziende artigianali e vitivinicole, pannelli solari, frutterie, cartolerie; gestione di asili d’infanzia e servizi per il turismo. Ossigeno in un’Italia in cui Istat prevede che fino al 2025 i livelli occupazionali resteranno fermi a quelli del 2010. “Abbiamo permesso ai giovani di essere se stessi, esprimere i propri talenti, non cadere nelle mani delle mafie e promuovere sviluppo” spiegano all’Ufficio nazionale Cei per la pastorale sociale e del lavoro. Già 184 i corsi di formazione attivati nelle diocesi nel 2016. Un dinamismo incoraggiato anche da Papa Francesco a dicembre scorso, nel ventennale del Progetto: “Continuate così! Alleviate questa sofferenza nascosta che angoscia il cuore dei giovani. Gesù ci esorta a fare dei nostri progetti una lieta notizia per il mondo. Vi assicuro la mia preghiera!”. www.progettopolicoro.it E.P.
IN PRIMA FILA NEL PROGETTO POLICORO
Ha dedicato la vita al popolo di Dio creando lavoro per i giovani in Calabria. Anche con gli strumenti del Progetto Policoro e il riutilizzo dei beni confiscati alla ndrangheta. A don Pino De Masi, referente di Libera nella Piana di Gioia Tauro e parroco di Santa Marina vergine a Polistena (Reggio Calabria), lo scorso novembre è stato assegnato il premio Paolo Borsellino 2015. Nelle motivazioni del riconoscimento si legge tra laltro, come don Giuseppe Diana, don Pino è un parroco che interpreta il messaggio di Cristo e la mobilitazione della Chiesa, verso limpegno sociale e contro le organizzazioni criminali, a qualsiasi costo, per costruire un futuro migliore. Per tutti. I suoi successi operativi nella gestione dei beni confiscati (la diocesi di Oppido-Palmi fu la prima in Italia a praticarla, e oggi circa un quinto dei patrimoni criminali restituiti ai cittadini in Italia è assegnato ad un ente ecclesiale, ndr) danno concretezza alle speranze di legalità e di sviluppo. Lui ha spiegato che nel coraggio dei pastori la gente ritrova il suo coraggio. Ed è per questo che ho speso la mia vita di sacerdote per aprire strade e sostenere efficacemente le persone in cammini di legalità. Anzi, di dignità umana. Dalla missione di questo sacerdote sono nate, tra le altre opere-segno come la cooperativa agricola Valle del Marro (valledelmarro.it), più volte minacciata, che oggi vende in tutta Italia il suo olio extravergine e gli altri prodotti bio, sia on line che nei negozi di Libera.(P.I.)
DAL 26 AL 31 LUGLIO LA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ
I ragazzi di ogni parte del mondo lhanno segnato in agenda da tempo: dal 26 al 31 luglio 2016 tutti a Cracovia per la Giornata mondiale della Gioventù. Il motto di questedizione è: Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia (Mt 5,7). La sera del 26 luglio la cerimonia dapertura con la S. Messa del cardinale Stanislaw Dziwisz. Sarà loccasione per presentare il Paese ospitante, la Polonia e ricordare il santo inventore delle Gmg, Giovanni Paolo II. Alla sera del 28, nel prato Blonia, al centro di Cracovia, è prevista la cerimonia daccoglienza di papa Francesco, poi la Via Crucis la sera del 29. La mattina di sabato 30 luglio inizierà il cammino verso Brzegi (Wieliczka), una cittadina poco distante, per il pellegrinaggio al Campus Misericordiae, luogo della Veglia con il Papa. Domenica mattina la celebrazione eucaristica di chiusura presieduta dal pontefice. Prima dellappuntamento a Cracovia, dal 20 al 25 luglio sono previste Le Giornate delle Diocesi con laccoglienza in numerose città polacche dei giovani pellegrini da tutti i continenti. Chiara Santomiero