SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

Quando la parrocchia inventa il lavoro

Sacerdoti e comunità in tutta Italia rispondono all’emergenza disoccupazione con carità creativa. Ecco tre interventi che hanno fatto ripartire reddito e fiducia
1 Settembre 2015

servizi di MANUELA BORRACCINO (Piemonte)/CLAUDIA BELLEFFI (Veneto)/ SABINA LEONETTI (Campania) foto ALESSANDRO FELTRE (Villadossola)/ CRISTIAN GENNARI (Agenzia Romano Siciliani)/ CREATIVE COMMONS

 

VILLADOSSOLA
Quelle borse-lavoro promosse da undici parrocchie

«Ho trovato questa borsa lavoro 3 anni fa tramite il Servizio Tossicodipendenze (SERT) di Domodossola- racconta Marta, 36 anni- Appena separata, ero tornata a vivere dai miei: ero sull’'orlo della depressione, quando mi è stata offerta quest'’opportunità».
Dopo una prima borsa lavoro trimestrale di 500 euro al mese (32 ore settimanali), Marta ha ricevuto nuovi incarichi ed è tuttora in servizio. La sua storia di riscatto è una delle tante messe a segno dal progetto di unità pastorale delle 11 parrocchie di Villadossola (provincia di Verbano-Cusio-Ossola e in diocesi di Novara). Qui il parroco, don Massimo Bottarel, ed il suo vice, don Massimiliano Cristiano, hanno proposto ai fedeli una colletta per dare vita a borse lavoro destinate a donne vittime di violenza domestica e alle famiglie in affanno.
«I fedeli hanno risposto con generosità» spiega don Massimo. I 4.600 euro raccolti nel 2014 sono diventati 4 borse lavoro (servizi di pulizia, mense, manutenzione del verde) per persone segnalate dai servizi sociali ai volontari dell’'associazione Alternativa A, fondata nel 1982 da don Antonio Visco, psicologo prima di essere ordinato sacerdote, alla cui memoria il fondo è dedicato. Una cifra analoga o superiore ci si aspetta nel 2015 (la raccolta è terminata il 30 giugno). «L'’obiettivo è dare sollievo economico, ma mirando al reinserimento nel mondo del lavoro, per ritrovare dignità e fiducia» spiega il parroco.
Qui 32 sacerdoti e 8 religiosi servono 60 mila anime sparse in 38 Comuni e 66 parrocchie (divise in 7 unità pastorali). E i fedeli hanno sostenuto il progetto anche come omaggio all’'impegno di don Antonio Visco e don Luigi Del Conte (compagni di seminario scomparsi rispettivamente nel 2014 e nel 2011). Con don Gianni Luchessa - nel cui ricordo è stata aperta la Casa don Gianni, “condominio” delle varie realtà associative e di volontariato create in Val d'’Ossola dai 3 sacerdoti negli ultimi 30 anni - “hanno dedicato la vita ai più emarginati, al recupero dalle tossicodipendenze, al sostegno alla famiglia” ricorda don Luigi Preioni, vicario per la Val d’Ossola.
E il popolo di Dio li ricorda proseguendo la loro opera, con altri sacerdoti, sostenuti ogni giorno dalle nostre Offerte. M.B.

 

VERONA
Papa Francesco mi ha detto: «Vai avanti con Primo Lavoro»

 

Prima esperienza occupazionale offresi nelle scuole per giovani diplomati e laureati. A valorizzare profili competenti e freschi di studi - come dovrebbe essere, anche se non accade quasi mai - è il progetto Primo lavoro della fondazione L'Ancora onlus di Verona, fondata da un sacerdote, don Renzo Zocca, in accordo con il Provveditorato agli studi provinciale. Funziona da 3 anni, grazie ai fondi del 5 per mille. E così dà risposta in modo originale al dramma dell’'occupazione giovanile coniugando, come spiega don Zocca, 71 anni, «carità con intelligenza».
Sono 13 i giovani che hanno vissuto un anno di lavoro a tempo determinato come insegnanti di sostegno, per 20 ore settimanali da ottobre a maggio, in 12 istituti del Veronese.
Mettendosi a fianco di bambini con disagio sociale e psichico. «È stata un'ancora di salvezza - dice Milena - Ho riacquistato fiducia in me stessa e ritrovato speranza, vedendomi finalmente valorizzata». «Ha fatto emergere capacità che non sapevo di avere - aggiunge Monica - e mi ha dato un'idea più chiara sulla mia strada».
Parroco di periferia per 25 anni a Santa Maria Maddalena, nel quartiere Saval, a Verona, segnato negli anni Ottanta da tossicodipendenza e minori a rischio, oggi nella comunità di Santa Lucia a Pescantina, la missione di don Renzo è vivere la carità. «Per me è un obbligo! Uno sprone a promuovere la dignità delle persone. Per questo ci impegniamo per i giovani, con lo sguardo sempre attento alle necessità più attuali».
Ai parrocchiani non ha chiesto contributi. «Gli piace osare - spiega Lisa Bicego, ex parrocchiana e ora assistente della fondazione - Non ha mai chiesto nulla in chiesa. E una risposta generosa è sempre arrivata».
Tanto più che nei mesi scorsi anche Papa Francesco glielo ha chiesto: “Mi raccomando don Renzo, vai avanti con Primo lavoro!”. C.B.


GRAGNANO
Il pastificio artigianale partito da un’omelia

Un pastificio artigianale firmato Francesca, Raffaele, Agostino, Alfredo, Christian e Luigi, tutti tra i 21 e i 28 anni. Verrà inaugurato il prossimo 2 ottobre Il Mulino di Gragnano, nato su impulso di due sacerdoti della ‘città della pasta’, nell’'arcidiocesi di Sorrento-Castellamare di Stabia. Quella prodotta a regola d’arte nei 50 stabilimenti di Gragnano dal 2013 ha il riconoscimento IGP, che le assicura un solido mercato italiano e internazionale. Amici nella parrocchia S. Leone II, accomunati dalla voglia di mettersi in gioco contro la disoccupazione, i ragazzi hanno trovato nei sacerdoti mentori affidabili. “Ogni difficoltà è una risorsa” dice il viceparroco don Alessandro Colasanto, 42 anni, responsabile diocesano del Progetto Policoro (il percorso Cei di istruzione dei giovani nella creazione di cooperative, finanziato con 1 milione di euro l’'anno dall’'8xmille). Fu lui a coinvolgere il gruppo nella proposta diocesana di formazione professionale. Poi, con il parroco don Luigi Milano, lanciò il progetto “Gesti di fiducia solidale” durante l’omelia della Messa domenicale, chiedendo almeno un euro a famiglia in prestito per questo progetto occupazionale. I sacerdoti hanno concordato le date di restituzione (1000 euro al mese a partire da gennaio 2016). E se l'’impresa dovesse fallire, si faranno personalmente garanti del rientro dei fondi, senza gravare sulla comunità. “Questa colletta ha mostrato che fare il bene fa bene - insiste don Alessandro - Un operaio ha prestato mille euro nella settimana stessa del matrimonio di suo figlio. ‘Lo faccio perché ho fiducia nei giovani’ ci ha detto. Con quest’'opera abbiamo investito in relazioni, nostro primo e insostituibile capitale. La vera rivoluzione cristiana è la forza della speranza, nell’ottica della Resurrezione”.
Per Agostino, Alfredo, Christian e Luigi significa uscire da assunzioni in nero e sfruttamento. “Raccogliere 400mila euro necessari per la ristrutturazione del capannone non è stato facile - spiega Francesca, laureata in Economia - Le nostre famiglie hanno investito 200mila euro, i soci e la comunità parrocchiale hanno speso forza lavoro, aiutandoci con tempo, braccia e competenze; l’'arcivescovo Francesco Alfano, alcuni sacerdoti della diocesi e missionari italiani in Svizzera ci hanno sostenuto. Banca Etica interverrà con 100mila euro”. “Ci sentiamo benedetti - aggiunge con senso di responsabilità Raffaele, laureato in Economia e amministratore dell’'azienda - e vorremmo benedire a nostra volta creando posti di lavoro per altri coetanei. Intanto abbiamo promosso un bando nazionale per 20 agenti di commercio nell’'agro alimentare, tra 18 e 32 anni, per la distribuzione dei nostri prodotti”. Nell'’inefficienza delle politiche istituzionali per l’'occupazione giovanile, hanno fatto la differenza dedizione sacerdotale e condivisione evangelica. È un made in Italy un po’ amaro, ma anche pieno di speranza. S.L.