Interviste di MANUELA BORRACCINO / DANIELA SCHERRER / STEFANO NASSISI /TERESA CHIARI foto di ALESSANDRO FELTRE (CASALE MONFERRATO) / AGENZIA ROMANO SICILIANI (OSPITALETTO-BS) /
In mano lenciclica Laudato sì di Papa Francesco, sempre più sacerdoti in Italia si interrogano su inquinamento, salute e lavoro. Dal Monferrato ferito dallEternit ai poli petrolchimici di Gela e Augusta in Sicilia, fino alle discariche del Bresciano i parroci danno voce al bene comune. Sostenuti dalle diocesi e dalle nostre Offerte.
«Il picco dei tumori è atteso per il 2020»
La strage non è mai finita allarga le braccia don Marco Pivetta, 50 anni, parroco del Ronzone, il quartiere di Casale Monferrato fino al 1986 sede dellEternit. Oggi la fila degli ex stabilimenti è diventata un parco, inaugurato mesi fa in pompa magna da ministri italiani e commissari europei, dopo anni di bonifica. Hanno voluto recuperare larea e mandare un segnale positivo, certo. Ma qui si continua a morire di amianto: il picco di tumori è atteso per il 2020 rimarca il sacerdote.
I signori del cemento avevano aperto la fabbrica nel 1907 decretando la corsa allo sviluppo di questarea del Piemonte ricca di marne calcaree, materia prima delledilizia: era lepoca dei vampiri delle cave ricordata da Giampaolo Pansa nel volume Poco o niente, dedicato al passaggio di Casale dalleconomia agricola al polo industriale. Solo negli anni 70 i troppi casi di asbestosi insospettirono le famiglie. Anche mio padre - racconta don Marco - lavorava allEternit: è morto di cancro nel 2000. Chi lavorava allEternit, dicevano a casa, era fortunato, con un impiego sicuro.
A 30 anni dalla chiusura, il mesotelioma pleurico tuttora miete vittime ben oltre la media nazionale (82 casi ogni 100 mila abitanti): qui siamo a oltre 1.500 su 37 mila cittadini. Oggi muoiono nei 50 paesi limitrofi persone che non centrano niente con lEternit - rimarca don Marco - per la polvere tossica che si è depositata nellambiente. Noi siamo il più possibile accanto alle famiglie. Almeno una volta a settimana vado allhospice per i malati terminali voluto 20 anni fa dal vescovo Germano Zaccheo - spiega don Oscar Comba, parroco di san Giorgio Monferrato, 800 anime- Ci sono anche giovani. Mi raccontano della loro vita, dei loro affetti. Parliamo delle grandi domande della fede. Per molti è occasione per chiedere i sacramenti dopo anni di lontananza. Oggi cè una seconda emergenza sociale: Casale sta morendo di disoccupazione - rimarca don Marco - Non cè lavoro e nessuno sa come crearne. La crisi ha messo in ginocchio anche le piccole imprese dellindotto. Non cè una famiglia a Casale che non abbia perso una persona cara per lEternit. Ora si pensi almeno al futuro dei figli. M.B.
In provincia di Brescia vengono smaltiti 57 milioni di metri cubi di rifiuti tossici lanno, 5 volte più di quella di Caserta, spiegano le maggiori sigle ambientaliste lombarde. Una terra vocata ai rifiuti, perché fino agli anni 80 non cera legge sullo smaltimento, le cave di terra e sabbia erano perfette, discrete.
DON LUIGI PETRALIA
GELA (CALTANISSETTA)
Dagli anni 60 il lavoro per i gelesi ha coinciso con lassunzione nel petrolchimico tra i più grandi dEuropa.
«Ci ha scritto Papa Francesco»
Dallaltare ogni 28 del mese nella Santa Messa per la vita don Palmiro Prisutto legge oltre 800 nomi di cittadi-ni spenti dal cancro. Solo quelli autorizzati dalle famiglie e solo quelli della parrocchia, la chiesa Matrice. La lista intera del martirio quotidiano di questarea avrebbe cifre mai scritte. Prete dal 79, la Chiesa è lunica voce libera - dice - Non possiamo tacere, qui si viola il comandamento non uccidere. Viene da Augusta metà dei prodotti petroliferi consumati oggi in Italia. Un polo pubblico e privato, con circa 20 aziende e per lerario almeno 18 miliardi di euro lanno di accise. Sulle bonifiche dei fanghi tossici accumulati in 70 anni lo Stato promette, ma senza data né strategie. Si parla di investire 770 milioni di euro, cioè neppure un diciottesimo dei proventi di un anno spiega don Prisutto.
A febbraio scorso gli ha scritto Papa Francesco: Auspico che la complessa situazione attuale di Augusta si apra a scelte concrete verso stili di vita sostenibili sul piano umano ed ecologico, e ad un sistema economico che favorisca la piena realizzazione della persona, promuovendone i diritti al lavoro, alla salute e alla pacifica convivenza.
Dalle aziende arrivano sponsorizzazioni o donativi, ma per il triangolo petrolchimico Augusta-Priolo-Melilli o per linquinamento militare del porto non si parla di investimenti per aria, acqua, cibo e futuro senza veleni. Si amplia invece la discarica, dove viene trasferito da Taranto il polverino dellIlva, che si annida nei polmoni. Lindustria avanzando, oltre a pesca, agricoltura e agrumeti ha seppellito anche il nostro passato: la Soprintendenza di Siracusa contò oltre 22 siti archeologici (quelli di Megara Hyblea) sepolti o saccheggiati, con camion di reperti che prendevano la via del nord Italia ha ricordato don Palmiro lo scorso luglio davanti alla XII Commissione Igiene e Sanità del Senato. Lì ha ribadito come fin dallorigine per il polo petrolchimico fu scelta unarea a rischio sismico medio-alto. I cittadini sono avviliti dal ricatto lavoro o salute: Meglio morti di cancro che di fame dicono.
Non abbiamo mai sostenuto la chiusura del polo industriale, ma non si possono più rimandare adeguamento tec-nologico, bonifica, prevenzione, risarcimenti secondo il principio chi inquina, paga sancito dalle norme UE dice don Palmiro. Papa Francesco lo ha chiesto nella Laudato Sì di far crescere anche nella catechesi la spiritualità della tutela del creato. E a sacerdoti e fedeli, prosegue il pontefice, di puntare su un altro stile di vita, esercitando una sana pressione su coloro che detengono il potere politico ed economico. Così esige la custodia evangelica. T.C.