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NOI E I SACERDOTI >> Don Giovanni Cecchetto

All’indomani dei Giochi 2012, dal 29 agosto al 9 settembre Londra ospita le Paraolimpiadi. In gara sportivi che hanno ritrovato fiducia e grinta per qualificarsi, talora dopo l’incontro con sacerdoti come don Giovanni Cecchetto. Lui ha fatto della sua associazione a Vicenza una piccola fucina di campioni. Perché ognuno di loro in gara può abbattere […]
2 Agosto 2017
All’indomani dei Giochi 2012, dal 29 agosto al 9 settembre Londra ospita le Paraolimpiadi. In gara sportivi che hanno ritrovato fiducia e grinta per qualificarsi, talora dopo l’incontro con sacerdoti come don Giovanni Cecchetto. Lui ha fatto della sua associazione a Vicenza una piccola fucina di campioni. Perché ognuno di loro in gara può abbattere i pregiudizi di una società intera.
 
Alcuni riescono ad accettarsi, altri non ce la fanno, anche a distanza di anni». Non è semplice vivere con una disabilità, lo sa bene don Giovanni Cecchetto, responsabile della commissione Disabili e comunità cristiana della Caritas diocesana di Vicenza, che da quarant’anni vive in sedia a rotelle dopo un incidente d’auto.
 
«La maggioranza tuttavia ce la fa» afferma con la sua sicurezza mite «perché si rende conto che soprattutto oggi, a differenza di alcuni anni fa, si può vivere in modo autonomo, nonostante i limiti». Bisogna superare la tentazione di rinchiudersi e trovare degli amici come quelli di H81, l’associazione sportiva di cui don Cecchetto è stato cofondatore. Nel 1981, anno internazionale delle persone con handicap, «il primario del reparto di Recupero funzionale dell’ospedale di Vicenza» ricorda don Cecchetto «chiese a me e ad altri di dar vita ad un’associazione, sul modello di un sodalizio nato a Verona, per avviare i disabili allo sport».
 
Il via alle attività coincise con una Messa celebrata da don Cecchetto nella parrocchia di San Giorgio, per l’inaugurazione della rampa d’accesso alla chiesa: «Una delle prime» sottolinea il sacerdote. Sì, perché tra gli obiettivi di H81 c’è la denuncia delle barriere, architettoniche e culturali. Per esempio, il pregiudizio che associa lo sport alla perfezione fisica. «In ospedale incontriamo tanti giovani vittime di incidenti d’auto e di moto» riferisce il sacerdote.
 
«Proponiamo loro l’attività sportiva, oltre a spingerli ad uscire insieme a noi, o suggerire come attrezzare la casa o che cosa fare per prendere la patente. La disabilità non è una malattia» prosegue il sacerdote. «Con H81 e altre sigle come la nostra si possono praticare molti sport: dal ping-pong alla vela, e persino al rally». L’associazione infatti «è in collegamento con diverse strutture sportive pubbliche e private, aperte al dialogo con la disabilità».
 
Innumerevoli i vantaggi fisici e psicologici per un ragazzo disabile che pratichi sport: «Capisci che la vita non è finita» evidenzia Valeria Zorzetto di H81, «ne comincia solo una diversa». Prima dell’incidente a 21 anni, Valeria non era una sportiva: adesso, sulla sua sedia a rotelle, è arrivata a Londra alla terza Olimpiade, dopo essere stata medaglia d’argento per il tennis tavolo ai Giochi di Atene 2004.
 
Lo sport «mi ha aiutato a conoscere una parte del mio carattere che non pensavo di avere: la grinta fino alla vittoria». La prima competizione internazionale, i campionati europei 1997, andò male: «Ma lì ho imparato a incassare» dice. Don Cecchetto l’ha sempre sostenuta: «Mi incoraggiava ad andare avanti, mi mandava messaggi e congratulazioni ad ogni risultato raggiunto».
 
Ma soprattutto, come sostiene don Giovanni, «I giovani devono divertirsi con lo sport, solo così affronteranno i sacrifici che comporta». Lo sport «rende felici» afferma con sicurezza Valeria. «Vincere o perdere ti accomuna agli altri, normodotati e no, perché condividi con tutti la tua storia».
 
I risultati sportivi di Zorzetto e degli altri (qualificato a Londra 2012 c’è anche un altro atleta di H81, Andrea Borgato) sono importanti anche perché «più si diffondono le attività praticate da disabili, più il mondo si accorgerà che non ha strutture adatte per loro» dice il sacerdote. Perché “Girano lente le ruote dei diritti!”, come nel titolo di una recente raccolta di articoli con cui don Giovanni ha segnato il 50° della sua ordinazione sacerdotale e il suo impegno di vita. Accompagnata anche dalle nostre Offerte.
 
 

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