di TERESA CHIARI foto di STEFANIA MALAPELLE (AGENZIA ROMANO SICILIANI) a Bresso/ANDREA MALTESE a Caccamo e Messina/MAURIZIO COGLIANDRO a Livorno / FRANCESCO NATALE a Marigliano/ DIEGO BUCCHINO a Seminara/ GIORGIO BOATO A San Bonifacio / parrocchia S. Ippazio, a Tiggiano
La ‘Chiesa in uscita’ oggi in Italia è fatta di comunità che non ti aspetti e progetti di crescente spessore. Sacerdoti, genitori e giovani, pensionati e professionisti prestati al volontariato, tra testimonianza evangelica e scelte di cittadinanza, imparano a misurarsi con i bilanci e la sostenibilità economica, per dare vita ad idee non solo innovative ma durevoli, convinti che il nostro Paese può avere la meglio sul degrado culturale e occupazionale. Si dimostrano così capaci di creare posti di lavoro, promuovere cooperative agricole bio, dare vita a doposcuola di qualità in quartieri o paesi dove non c’è niente. L’istantanea è nei 10 migliori progetti sociali parrocchiali, che ogni anno la Cei mette in luce con il concorso Tuttixtutti. Il primo premio (15 mila euro) è andato nel Palermitano alla parrocchia Ss. Annunziata di Caccamo, affidata a don Domenico Bartolone (foto sopra) per la fattoria sociale ‘Bio pollaio’.
Secondo, con 12 mila euro, un altro piano di agricoltura solidale per creare nuova occupazione, firmato da don Lucio Ciardo e parrocchiani di Sant’Ippazio a Tiggiano (Lecce). Terza la parrocchia Santa Elisabetta Anna Seton di Livorno: il gruppo di padre Carmine Madalese potrà contare su un fondo di 10 mila euro destinati alla Casa per i familiari dei degenti in cura nel vicino ospedale cittadino.
È una risposta alla povertà sanitaria anche la farmacia-ambulatorio con servizi medici gratuiti: 4° posto e 8 mila euro per i parrocchiani dell’Immacolata Concezione di San Vito Chietino (Chieti) e don Fabio Ambrosio Iarlori.
Quinta, con 6 mila euro, la comunità del Sacro Cuore di Gesù, a Marigliano (Napoli): contro la disoccupazione giovanile e le maglie dei clan di camorra strette attorno alle nuove generazioni, avvierà un corso professionale per panettieri e pizzaioli.
Scuola di alto artigianato tessile in parrocchia dell’Immacolata Concezione, a Seminara (Reggio Calabria), dove imprenditori da 4 generazioni rimasti senza eredi hanno deciso di trasferire ai giovani di don Mino Ciano (a cui oggi è succeduto don Domenico Caruso) know how e marchio ‘Gioite’. Un piano territoriale veicolerà anche scuole e visite turistiche allo showroom e ai telai.
Recupero dell’invenduto dei panifici e redistribuzione alle famiglie disagiate valgono 4 mila euro al gruppo di don Rosario Rosati, a Sant’Alberto a Trapani. Oratorio e catechismo ‘di inclusione’ per i bambini disabili sono la novità, sostenuta dalla Cei con 3 mila euro, di cui si doterà la comunità dei Ss. Nazaro e Celso a Bresso (Milano), affidata a don Andrea Carrozzo. A Messina, nella periferia tra Villaggio Aldisio e Fondo Fucile, dove si estende la più grande baraccopoli siciliana, con tetti di lamiera e amianto, 2 mila euro serviranno a don Enrico Colafemina e ai volontari del Ss. Salvatore per aprire un doposcuola su misura per bambini con disturbi di apprendimento. Infine, decima con mille euro, la parrocchia di San Bonifacio (Verona): proporrà un corso di street art ai ‘ragazzi del muretto’ che in parrocchia non ci vanno.
Gli educatori di don Emilio Centomo li inviteranno a dipingere un murales in oratorio, perché diventi “un luogo – annotano i progettisti – di nuove amicizie, dove scoprire i loro sogni’.
“TuttixTutti è un’opportunità da non perdere per le parrocchie italiane” spiega Matteo Calabresi, responsabile del Servizio Promozione Cei.
Un grande piano di formazione all’economia ecclesiale che ha chiesto anche alle comunità candidate di organizzare eventi per spiegare ai fedeli il sovvenire. Cioè come richiedere e alimentare le risorse della Chiesa destinate alla condivisione, attraverso 8xmille e Offerte per i sacerdoti. ”Con questi incontri formativi le comunità hanno scoperto da vicino come funziona il sostegno economico alla Chiesa – aggiunge Calabresi – che è scuola di trasparenza e comunione”.
IL PRIMO CLASSIFICATO
Darà cibo nutriente e creerà posti di lavoro per le categorie deboli, a partire da giovani avviati a percorsi di recupero dalle dipendenze. “Una scelta di reciprocità, gratuità e mutuo aiuto” spiegano gli autori del progetto ‘Bio Pollaio solidale’, 1° classificato nel concorso Tuttixtutti di quest’anno. Lo firmano i fedeli che a Caccamo, spettacolare borgo medievale di 8 mila abitanti nel Palermitano, provano a fare la differenza tra economia fragile e spopolamento. Attivi da tempo con il Banco Alimentare, decine di volontari assicurano tutto l’anno pasti ad oltre 80 famiglie locali, oltre che ai senza dimora della ‘Missione Speranza e carità’ di fra Biagio Conte, a Palermo. “Questo premio è una sorpresa – dice don Domenico Bartolone, arrivato 6 anni fa e al suo primo incarico da parroco – I fedeli hanno messo in gioco forze e professionalità, dagli allevatori ai veterinari, dagli idraulici ai fabbri agli esperti di media. Il volontariato è un atto d’amore verso il prossimo”. La fattoria sociale e didattica sorgerà in collina, a 600 metri, in un terreno parrocchiale: le 100 galline ovaiole, della specie locale delle Madonie, tra le più produttive al mondo, verranno allevate a terra, senza antibiotici né conservanti nel segno della tutela del creato e della salute dei destinatari, con mangimi integrati da grano e crusca locali. Le uova saranno in parte destinate alla carità, in parte commerciate nella filiera di ristoranti e pasticcerie. La costruzione è prevista in due mesi, il prossimo inverno. T.C.
IL SECONDO CLASSIFICATO
Il secondo riconoscimento del concorso Cei Tuttixtutti arriva ad un progetto agroalimentare nato a Tiggiano (Lecce), paese bianco sospeso sull’azzurro del Capo di Leuca, dove il gruppo parrocchiale di Sant’Ippazio da tempo lavora (anche insieme alla Caritas di Ugento-Santa Maria di Leuca) a strumenti innovativi anti-disoccupazione. L’opera, firmata da don Lucio Ciardo, nativo di Alessano e allievo del vescovo candidato alla beatificazione don Tonino Bello, insieme ad esperti di comunicazione, proprietari di trattori, cestelli per la potatura e seminatrici, guide turistiche, un ingegnere afghano rifugiato, braccianti italiani e migranti, per lo più sottopagati. Hanno ragionato sulle potenzialità nel mercato alimentare della tipica carota di sant’Ippazio o pestanaca: colori che virano dall’avorio al viola, alimento antichissimo, prelibatezza del Salento, simbolo della biodiversità pugliese, oggi diffusa all’estero ma quasi scomparsa dalle tavole degli italiani. “La cooperativa promuoverà la produzione biologica, la raccolta manuale e la vendita, con il doppio intento di creare posti di lavoro e un modello di integrazione” spiega don Ciardo. Oltre a servizi collaterali, come manutenzione del verde, pulizia dei terreni e aratura. Sempre di più bussano alla porta della parrocchia, e il concorso è la risposta ad una sfida difficile: dare giustizia e dignità per i troppi senza impiego, perché il lavoro diventi non guerra ma bene comune. “La comunità possiamo farla assopire – aggiunge il parroco – ma non accade se costruiamo la comunione”. T.C.