TESTIMONI
Lobolo della vedova come nel Vangelo
Vi scrivo una mia testimonianza su una donna in cui ho rivisto la vedova dellobolo evangelico.
Gisella B. L., vedova originaria dell'Istria, abitava a Trieste, alla Domus Civica. Per anni ha vissuto con la paura dello sfratto, perché si sapeva che quell'immenso complesso di monolocali andava demolito. Tanti degli abitanti sono morti con questo timore. A Gisella è andata bene: ha avuto un appartamentino con ascensore. La incontravo al mercato alle 8,30, dopo la Messa delle 8 in parrocchia a cui era fedelissima: «Ho una bella casa, mi diceva, ma ho paura che non potrò godermela tanto».
E invece sono passati 10 anni, Gisella è arrivata ai 99 anni e può ancora godere della su autonomia nell'appartamentino tenuto in perfetto ordine; laiutano il figlio e gli amici. Le portiamo settimanalmente la Comunione. Le facciamo compagnia. La scorsa domenica di Cristo Re le ho portato come sempre Gesù Eucaristia. Lei aveva sentito il commento alle letture di padre Ermes Ronchi. E mi parla di una lettera.
Quale lettera? Ma quella del sostentamento del clero che era allegata al settimanale diocesano.
Mi dice: «Sono povera, ma 10 euro li voglio dare alla Chiesa». «Me li darà a Natale» taglio corto io, che ho appena fatto il mio versamento e non avrei voglia di fare la fila in posta. Le do la Comunione e prima che me ne vada, lei va al suo armadio, tira fuori i 10 euro già preparati e me li mette in mano: «Senta, a Natale posso non esserci più. Li prenda adesso». L'obolo della vedova, appunto. Oggi mi è arrivato il nuovo numero di
Sovvenire e non potevo non farvelo sapere. Pochi gesti sono significativi come questo.
Rita Corsi, Trieste
GENITORI E FIGLI
Nelle vostre pagine la fede della Chiesa
Spero che in ogni angolo dItalia Sovvenire sia letto con attenzione e la conoscenza delle vicende, dei volti, dei pensieri che presentate valgano a edificare la Chiesa. Questo è il servizio più importante che ci date, non disgiunto ovviamente da quello della raccolta.
Ho compiuto nei mesi scorsi 70 anni, sono marito di una donna di valore. Abbiamo due figlie di 42 e 40 anni a cui abbiamo dato uneducazione cristiana. Sposate (civilmente) e madri di bambini (non battezzati), attestano nei fatti la difficoltà della trasmissione della fede oggi.
Con mia moglie iniziamo la giornata con la preghiera ed essendo membri della Fraternità dellArca, utilizziamo anche le parole di Giuseppe Lanza del Vasto «per tutti quelli che ti amano e ti invocano come noi, per quelli che ti pensano e ti pregano diversamente, per volere il bene di quelli che ti rinnegano e ti ignorano, il bene di ritornare a te». Spero che questa preghiera sia esaudita, anche per le nostre figlie. A cui vorremmo inviaste Sovvenire.
Lettera firmata
NOI E I SACERDOTI
Con lOfferta la mia preghiera
Unisco allofferta la mia personale preghiera per tutti i sacerdoti, affinché lo Spirito Santo li aiuti nel loro difficile compito di evangelizzazione.
Alberto Zelger, Verona
GRAZIE ANCHE A
Angela Orlandi di Sangiano (Varese), Liliana De Angeli e Adriano Serli di Venezia, Giuseppe Barbujani, Guido Biondi di San Giovanni La Punta (Catania),Sergio Pedretti di Verbania, Antonio De Maio, Giuseppe Crimi di San Donato Milanese (Milano), Luigi Dunia di Breno (Brescia), Giuliana Gasparotto di Fontanafredda (Pordenone), Emanuele Trerrè di Pavignano (Biella), Giovanni Perissinotto di San Donà di Piave (Venezia), Rosa Albanese, Ida Valenti e Giovanni Bazzoli di Roncone (Trento), Giuseppe Putzolu di Cagliari, Sergio Passoni di Milano, Berta Tessaro di Trento, Dario Camponeschi e Maria Teresa Ciuffa di Montecompatri (Roma), la famiglia Pillarella-Spina di Roma, Francesco Sensi di Roma, Mariangela e Mario Pugno di Givoletto (Torino). Affidiamo alle Ss. Messe dei sacerdoti i donatori che ci hanno lasciato e le loro famiglie. Tra loro Filomena Menegon di Pederobba (Treviso) che per anni è stata donatrice generosa, attiva in parrocchia, capace di trasmettere una grande fede a sua figlia Anna Zatta e a chi lha conosciuta. A tutti i nostri lettori buona Pasqua.