Un approdo sicuro per donne rifugiate, alcune minorenni, con i loro figli. Casa Betania dal 2014 ha aperto in centro storico, dopo la ristrutturazione degli spazi originari in 4 miniappartamenti, un dormitorio da 12 posti letto con cucina, servizi e lavanderia grazie a 112 mila euro provenienti dall’8xmille. Se all’inizio le giovani madri vengono sostenute anche con le card alimentari e vestiario, il passo successivo è l’assistenza legale, psicologica e sanitaria, oltre ai corsi di italiano. Nel chiostro un orto per ritrovare se stesse, oltre le violenze subite. La casa della Caritas dell’arcidiocesi di Ferrara-Comacchio, diretta da Paolo Falaguasta, “è stata adottata dalla città -spiega l’economo e incaricato per il sovvenire don Graziano Donà- Dopo storie di estrema sofferenza, quest’oasi, protetta nella città medievale, è il posto da cui ripartire, raggiungendo l’autonomia con un approccio familiare alla vita comunitaria e all’utilizzo dei servizi territoriali”. www.caritasfe.it
Lavori agricoli anti-dipendenze nella cascina San Michele a Serramanna (280 mila euro dall’8xmille), in Medio Campidano. Ex distretto minerario ferito dallo spopolamento, oggi è area tra le più povere d’Italia. “Contro le disillusioni più cocenti e le seduzioni più spregiudicate, progettiamo il futuro – dice instancabile a 80 anni don Angelo Pittau, direttore della Caritas diocesana – Cocaina, alcool, droghe chimiche. Oggi c’è una recrudescenza di dipendenze e disturbi mentali tra chi ha dai 15 ai 60 anni”. La disoccupazione tocca il 60%, la dispersione scolastica è al 28%. C’è fragilità comportamentale. “Noi rispondiamo con la prevenzione, la cura e la ‘terapia occupazionale’ mirata al reinserimento nell’agricoltura e nell’allevamento”. Anche quello innovativo di asine per utilizzarne il latte nella cosmesi e nei prodotti sanitari: “ci aiutano docenti volontari, ma avremmo bisogno che il percorso diventasse un autentico cammino di speranza – aggiunge don Angelo – La Sardegna ritroverà la pace sociale mettendo i cittadini, non gli egoismi, al primo posto. Papa Francesco ci incoraggia alla difesa del popolo di Dio”. Don Angelo lo ha saputo fin da giovane prete, evangelizzatore dalla Francia al Vietnam, al pari di suo fratello Giuseppe (1928-2014), gesuita e collaboratore di San Giovanni Paolo II, rettore dell’università Sophia di Tokyo. www.caritasalesterralba.it
Era stata la Caritas parrocchiale di San Michele, a Caprarola, in diocesi di Civita Castellana, ad interpellarle per i tanti giovani con disabilità cognitiva e psichiatrica troppo poco inseriti tra i coetanei. “ Il parroco don Mimmo Ricci nel 2016 ci ha dato spazio accanto alla chiesa per il primo laboratorio ricreativo” spiega Erika Polidori, psicologa, in team con Laura Bruziches, terapista della riabilitazione psichiatrica. Di fronte a loro si apriva una storia dopo l’altra: solitudine, problemi economici, disabilità eterogenee, dalla sindrome di Down a forme di autismo. A giugno 2017 la formazione dei primi volontari, per aiutarle a seguire 12 ragazzi (grazie a 31 mila euro dall’8xmille). Il centro diurno, dopo un’ampia ristrutturazione, oggi dà spazio ad attività riabilitative, dalla pittura alla musicoterapia. “Ma servivano anche uscite e gite per giovani che non avevano mai avuto esperienza del mondo al di fuori delle mura domestiche – aggiunge – Le famiglie si affidano lentamente, e il nostro è diventato anche un gruppo di supporto e psicoeducazione parentale”. Dopo ‘giornate di inclusione’ in cui spiegare il progetto ‘porta a porta’ e nelle scuole, sono arrivate le prime vacanze al mare, le notti fuori, i percorsi di autonomia per andare a comprare un gelato da soli. “La gioia dei loro occhi di fronte a novità mai sperimentate è indescrivibile – spiega Erika – ‘Andiamo al centro diurno’ dicono oggi ai genitori, sollevati, felici per i figli, e non più soli. Ora abbiamo richieste in lista d’attesa. A Caprarola è la nuova normalità”. www.diocesicivitacastellana.com
Pasti caldi e 25 posti letto per i senza dimora, con prima colazione e sportello d’ascolto per riprogettare la propria vita. Voluta dal vescovo di Caserta mons. Giovanni D’Alise, acquistata con 500 mila euro provenienti dai fondi 8xmille, Casa Emmaus è stata inaugurata ad ottobre 2017.
All’interno sala da pranzo, bagni, stanze comuni e un giardino di cui tutti gli ospiti imparano ad essere responsabili. “Accoglie gli scartati, è la casa della tenerezza di Dio – spiega don Antonello Giannotti, direttore della Caritas diocesana e parroco del Buon Pastore – Tantissimi dormono all’addiaccio di notte a Caserta, nella zona della stazione e in tutta la città: sono in costante aumento e le strutture per senza dimora non bastano, specie nei mesi freddi. L’accoglienza è relazione: ci salva, apre alla speranza e rialza gli sfiduciati. La nostra opera è questa, oltre l’aiuto materiale”. Quindici mesi prima la Caritas diocesana aveva aperto casa Laudato Sì, in via San Carlo, oltre alla Tenda di Abramo di via Borsellino. A conferma che nelle emergenze la Chiesa cattolica è in prima linea.
I cittadini rispondono con generosità, donando tempo, abiti e coperte. “Le strade dell’indifferenza e dell’egoismo –aggiunge il sacerdote- non portano nessuno alla salvezza”. www.caritascaserta.it
Si chiama Voce del verbo accogliere il progetto Caritas di residenza temporanea per detenuti ammessi alle misure alternative, in collaborazione con il carcere bolognese della Dozza. Funziona all’interno del Villaggio del fanciullo dei padri dehoniani, aperto nel dopoguerra per orfani e diseredati sul modello della ‘Città dei ragazzi’ di padre Flanagan, ‘aiutando i giovani ad aiutare se stessi’. Oggi, per i detenuti a fine pena, è l’ingresso ad un percorso di responsabilizzazione e inserimento lavorativo, tra tirocinii e relazioni sociali costruttive, opposte a quelle del circuito deviante. Tuttora le misure alternative, pur essendo
reale strumento di esecuzione della pena, oltre che un risparmio sociale e una fase cruciale di ripartenza, restano applicate solo in parte per la scarsità di strutture adeguate. L’appartamento Casa nel Villaggio (61 mila euro dall’8xmille) è l’occasione da non perdere per sottrarsi al rischio di recidiva. I reinserimenti, mai facili, finora sono positivi, con storie di vite cambiate. “Sentono una gratitudine profonda e vogliono restituire, anche con testimonianze nelle parrocchie – spiega padre Giovanni Mengoli – Ci dicono “sono impegnato su me stesso”, “mi sento libero dentro”, “ho meno soldi di quando spacciavo, ma ho imparato come si vive da uomo”. caritasbologna.it – villaggiodehoniani.it
Diminuiscono i migranti, aumentano le persone sole e i nuovi poveri (licenziati, separati, precari con uno stipendio che non basta ad arrivare a fine mese). Circa 100 pasti al giorno, 315 volontari, aperta anche d’estate e a Natale (con musica e lotteria), la mensa di via San Vincenzo (28.500 euro dall’8xmille) è una mano tesa alla città che cambia e a chi è a rischio esclusione sociale. Per il rapporto Coraggio, alzati! 2018 della Chiesa emiliana, il 22% di chi ha ricevuto un piatto caldo alla mensa piacentina non si era mai rivolto prima alla Caritas. Tra tavoli e ‘borse viveri’ per le famiglie, in un anno sono 24 le tonnellate di cibo distribuite, grazie alla filiera dei cibi vicini a scadenza. “In tandem col Centro ascolto, la mensa non è solo distribuzione pasti – spiega Francesco Millione, membro del consiglio Caritas – ma accoglienza che mira a restituire valore e competenze ad ogni persona umana. Perché la povertà attuale è anche povertà di relazioni”. www.caritaspiacenzabobbio.org
In classe vengono da Iraq, Perù, Moldavia, Afghanistan, Senegal e Ghana. È la sequenza delle ondate migratorie degli ultimi anni. Sono rifugiati, badanti, lavoratori in cerca di un impiego migliore. I primi passi per imparare la nostra lingua fanno parte dei servizi di orientamento lavorativo, assistenza legale e segretariato sociale. Le lezioni sono anche per chi ha bassa scolarizzazione, e diventano porta d’accesso alla cultura, alla conoscenza di diritti e doveri, ad opportunità sul territorio, alla crescita personale. Tutti strumenti di base per costruire dialogo e integrazione. www.caritaspiacenzabobbio.org
In 30 anni un migliaio di bambini da oltre 50 Paesi. L’asilo nido della Caritas diocesana Il piccolo mondo aperto in zona Aurelio (Roma ovest) per famiglie in difficoltà, grazie a 100 mila euro provenienti dall’8xmille, oggi rende economicamente accessibili casa e giardino delle suore della Provvidenza all’80% dei richiedenti (per lo più immigrati) con mensa e lungorario fino alle 18.30.
Una differenza preziosa per chi lavora, cerca un impiego o non ha ancora la residenza, rispetto agli asili comunali che chiudono alle 16. “Il restante 20% sono famiglie italiane non problematiche che scelgono un nido interculturale – spiega la responsabile Simona Liberatori, psicologa dell’età evolutiva – I genitori arrivano dai centri ascolto Caritas o dai servizi sociali”. Un piccolo su 3 non giocava con i coetanei prima di frequentare il nido, e il 30% vive in sovraffollamento abitativo, tra estranei”. Segni particolari: i servizi alla maternità, cruciali per donne che la vivono in solitudine, lontane dai familiari. Dalle 7 educatrici apprendono tecniche mediche e emotive per capire pianti e richieste del figlio. Le 20 volontarie e l’ostetrica sono impegnate anche nel decifrare segnali di depressione post partum o eventuali violenze in famiglia. E ad evitare la separazione tra madre e neonato, che spesso le donne sole inviano nel Paese d’origine. “Non riusciamo a far fronte a tutte le richieste – spiega Liberatori – Ma è un modello di scuola materna che la città avrebbe bisogno di veder replicato”. www.caritasroma.it/attivita/nel-territorio/famiglia
La parrocchia di Santa Maria Assunta, a Padulle di Sala Bolognese, è il crocevia della Dispensa solidale, il progetto della Caritas di Bologna (190 mila euro dall’8xmille) condiviso con parrocchie, istituzioni e associazioni di alcuni Comuni delle Terre d’acqua (Calderara di Reno, Sala Bolognese, San Giovanni in Persiceto). Un’area ad alta presenza di giovani famiglie, per le case accessibili e ben collegate a Bologna e hinterland. Crisi economica e tagli occupazionali hanno però moltiplicato le richieste d’aiuto agli sportelli sociali. “Il cibo può diventare occasione di relazione: così recuperate le eccedenze alimentari da ipermercati, ristorazione e mense, le ridistribuiamo a famiglie in situazione di necessità” spiega don Paolo Marabini (a cui è succeduto come nuovo parroco don Giuseppe Saputo, ndr)- Nel nostro laboratorio prepariamo le porzioni e poi le consegnamo a domicilio. Dialogando con le persone, le aiutiamo a rimettersi in moto e a recuperare autonomia, senza assistenzialismo”. A monte, la riflessione delle comunità parrocchiali poco prima che Papa Francesco richiamasse la Chiesa a testimoniare contro la cultura dello scarto, con uno stile di vita fraterno. “Oggi ci sentiamo tutti più responsabili gli uni degli altri”. Nel team, il Centro Famiglia di San Giovanni in Persiceto e 18 Caritas parrocchiali, oltre alla cooperativa ‘Babele’ di Corciano (Perugia) e altre realtà associative. I 10-15 quintali di cibo recuperati al mese valgono circa 100 pasti al giorno per 30-40 famiglie. www.smassuntapadulle.it/dispensa-solidale e www.caritasbologna.it/
Tre navate di rara suggestione, edificate a ridosso di mura etrusche, con elementi dal preromanico al gotico.
Dalla penombra la luce degli affreschi rinascimentali di scuola senese, e del ciborio bianco di travertino del X secolo. È un tesoro fragile la chiesa di Santa Maria Maggiore, attestata fin dal 1100. È stata bonificato dall’umidità e ripristinata grazie a 150 mila euro provenienti dalle firme dei fedeli italiani, che hanno affiancato l’impegno finanziario locale. “Edificata in tufo, è una della più antiche della diocesi e la staticità era compromessa” spiega don Marco Monari, direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello – In più con il restyling dell’illuminazione uniamo bellezza ritrovata e risparmio energetico”. Il borgo di Sovana è meta di turisti 12 mesi l’anno e la chiesa, con la cooperativa di guide La Fortezza nata come servizio alla diocesi, dà lavoro a diverse famiglie. “Ci prepariamo anche così al 2020, millenario della nascita di Ildebrando di Sovana, Papa Gregorio VII, porta d’accesso alla profonda spiritualità di questi luoghi attorno al monte Argentario, da dove partì pure la missione di san Paolo della Croce. Tutti testimoni che parlano anche alle donne e agli uomini di oggi”. www.diocesipitigliano.it
Dai pasti caldi a progetti di nuova occupazione per i poveri. I volontari della mensa di Tortolì oggi arrivano a servire oltre 60 pasti al giorno, consegnati anche a domicilio. Venne aperta poco prima del Natale 2015, a poca distanza da una struttura diocesana analoga a Lanusei. Un doppio segno di testimonianza evangelica avviato con 100 mila euro provenienti dai fondi 8xmille, assegnati al progetto Nessuna periferia è lontana, in risposta all’impoverimento del territorio e al boom dei licenziamenti. Le tavole apparecchiate sono luoghi per raggiungere gli ultimi, anche con il centro ascolto, il servizio vestiario, il microcredito e per un periodo il Prestito della speranza, con cui sono stati avviati, ad esempio, piccoli allevamenti ovini facendo rientrare adulti disoccupati o licenziati nel mercato del lavoro. “È un approccio integrato. Dietro la presa in carico di tanti fratelli, c’è un progetto di liberazione” spiega don Giorgio Piero Cabras, direttore della Caritas diocesana. www.caritaslanusei.it
Giovani formati al servizio dei senza dimora e a chi vive nell’abbandono. Quella di San Frumenzio ai Prati fiscali, a Roma nord, è una delle parrocchie coinvolte nel progetto della Caritas diocesana capitolina. Affidata a don Daniele Salera, la parrocchia si è dotata di un gruppo di monitoraggio, che nelle strade del quartiere, fino agli insediamenti spontanei lungo le sponde del fiume Aniene e alla ferrovia, raggiunge chi è in estrema povertà. Il dialogo non è facile, ma la fiducia cresce via via, e in alcuni casi –oltre gli aiuti immediati- è possibile indirizzare chi vive in strada ai Centri di ascolto, mettendolo in contatto con i poliambulatori e le reti sociali locali. “Si tratta di innovare questo servizio, oltre gli interventi notturni legati all’emergenza freddo –spiega Roberta Molina della Caritas diocesana di Roma- Anche grazie a 60 mila euro dai fondi 8xmille, responsabilizziamo i fedeli, chiamando sempre più parrocchie a vivere con gli occhi aperti sulle persone e il territorio che abitano”. www.sanfrumenzio.it