SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

Le opere che vedremo nella campagna TV 2018

Ecco visti da vicino alcuni degli interventi 8xmille resi possibili dai fedeli italiani e al centro degli spot 2018. Storie di carità, remunerazione dei sacerdoti e azioni di pastorale per giovani, famiglie e anziani. Scelti tra i tanti da scoprire anche nel territorio dove viviamo, consultando la ‘Mappa delle Opere’ (www.8xmille.it). Per riconfermare il nostro sì. Una scelta mai scontata, che la Chiesa ogni anno chiede liberamente di rinnovare.
18 Aprile 2018
SIRACUSA PROGETTO CI INTERESSIAMO A TE
“Con libri e laboratori
stop alla dispersione scolastica”

 Un fondo per gli studi dei figli destinato a famiglie a basso reddito, con doposcuola e laboratori. E’ il progetto diocesano Ci interessiamo a te della Caritas siracusana, guidata da don Marco Tarascio. Segni particolari: dove necessario, ha affiancato i giovani anche per tasse scolastiche, acquisto di libri e materiali, spese per trasporti e mense, fino all’orientamento per chi si iscrive all’università. L’8xmille ha contribuito con 40 mila euro. Nel piano, reso possibile da decine di operatori e volontari, anche ascolto e supporto familiare. Don Marco è parroco di San Metodio, nel quartiere di frontiera Akradina, zona nord di Siracusa, dove fino al 2006 mancava la chiesa e la S.Messa veniva celebrata in un vagone donato dalle Ferrovie dello Stato. Oggi (anche con l’8xmille) la nuova chiesa è una realtà, in pietra, Parola e opere di vicinanza al popolo di Dio, specie dove sicurezza e occupazione restano ancora indietro. Proprio a San Metodio c’è uno dei punti d’accesso al piano diocesano: lo Sportello Giovani. Dove viene spiegato che Ci interessiamo a te unisce il contrasto alla dispersione scolastica con l’obiettivo del successo formativo degli studenti. 
Secondo Istat, nel Siracusano il 3,8% degli under 19 non ha licenza media né diploma, valore decisamente superiore alla media nazionale (2.1%), così com’è troppo alta la quota di giovani che non studia ed è anche fuori dal mercato del lavoro: 20.4% rispetto al 12.3% medio italiano. “Contiamo almeno mille famiglie con gravissime difficoltà – spiega don Tarascio – ad una parte delle quali mancano periodicamente beni di prima necessità. Le emergenze registrate dai centri ascolto diocesani riguardano il reddito (96%), la scuola (91%), l’occupazione (86%), la famiglia (52%), l’abitazione (35%), poi salute, relazioni e dipendenze”. Anche per questo la Chiesa siracusana ha associato al suo speciale ‘piano di studi’ per i giovani Il Bazar della Solidarietà, l’emporio sociale per l’acquisto gratuito temporaneo di alimenti, prodotti per l’igiene della persona e detersivi. Ed ha coinvolto anche aziende locali dei settori casalinghi e cartoleria, in grado di donare le merci in eccedenza.

 

TERLIZZI (BARI) CASA SANTA LUISA
Nel doposcuola anti-devianza
aspettando Papa Francesco

Nella diocesi che fu di don Tonino Bello, il prossimo 20 aprile arriverà il Papa per ricordare nel 25°anniversario della morte il vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi (1935-1993) percui è aperta la causa di beatificazione (foto accanto). Furono proprio i suoi ‘ragazzi’ a dare il via nel 2013 a ‘Casa Santa Luisa’, erede di un impegno ventennale della Caritas per i minori. Il presidio per bambini a rischio marginalità è aperto nella centrale corso Vittorio Emanuele. Gli operatori prevengono, con opportunità educative, devianza e difficoltà familiari, per ‘far brillare’ la dignità dei poveri’, come chiedeva il loro profetico vescovo ispiratore. A Terlizzi, 27 mila abitanti nella cintura metropolitana di Bari, il presidio –a cui per primi credettero sacerdoti, come i direttori Caritas diocesana don Cesare Pisano e don Francesco De Lucia, oltre ai vescovi mons. Donato Negro e mons. Luigi Martella, con l’attuale titolare mons. Domenico Cornacchia- forma educatori, insegnanti, catechisti. Perché l’emergenza educativa dilaga. E qui per i giovanissimi i compiti diventano un gioco, la cultura un ricostituente. “Dall’uscita da scuola all’ora di cena – spiega Edgardo Bisceglia, avvocato e coordinatore – combattiamo lo svantaggio sociale” con fondi diocesani, privati e l’8xmille, intervenuto con 300 mila euro triennali. Ci sono psicologi dell’età evolutiva e mediatori familiari, il logopedista, 3 educatori e assistenti sociali a monte dell’orchestra anti-devianza o della pet-therapy per rafforzare l’ empatia. Le famiglie trovano qui una ‘scuola per genitori’, confrontandosi nei ‘gruppi di parola’. Obiettivo è accompagnare gli adulti e insegnare loro a leggere i ‘segnali’ dei figli. “In alcuni casi le richieste di aiuto economico in parrocchia possono rilevare retroscena di ben altra portata – evidenzia Bisceglia – Maltrattamenti, disoccupazione cronica, dipendenze o ludopatie. Cattivi genitori si diventa quando si perdono di vista le priorità o si è privi di strumenti, talvolta a causa di danni vissuti a propria volta”. Dai conflitti familiari all’apprendimento, “lavoriamo con le scuole, ma anche con scout, gruppi sportivi, oratori e Tribunale dei minori”. Un’azione strutturata di prevenzione, a tutto campo, su misura. Anche nei casi iù difficili: “Quando un ragazzino capisce che è capace di suonare in un’orchestra di coetanei, travolta dagli applausi del pubblico nel duomo di Bari, e non solo di devastare i bagni dello stadio, la sua anima può cambiare”. In Puglia cresce l’attenzione per il modello replicabile ‘Santa Luisa’. Ma è nell’intera Italia, che ha scoperto all’improvviso le sue banlieues, le baby gang e la ‘povertà giovanile’ nelle sempre più numerose aree deprivate, ormai ben oltre le periferie urbane, ci sarà sempre più bisogno di interventi come questo, sale della terra.

 


GUIDIZZOLO (MANTOVA)
CASA FAMIGLIA S. VINCENZO DE PAOLI – CONTE GAETANO BONORIS

Qui comincia la vita nuova
delle madri in fuga dalla violenza

 Una casa di seconda accoglienza è il passo di chi sta per riprendere il cammino. Dopo il trauma degli abusi e della fuga, con i figli minori per mano, qui entrano donne più vicine a ritrovare (o a costruire per la prima volta) autonomia emotiva ed economica. Italiane e immigrate, ribellatesi all’aggressione di un marito o di un clan. “In 18 mesi – spiega il direttore della Caritas mantovana Giordano Cavallari – l’intervento è profilato su ognuna. Casa San Vincenzo, aperta nel 2009, rientra nel nostro progetto d’accoglienza C.A.S.E., diffuso sul territorio. Le mura sono dono di benefattori o case canoniche in disuso”. La ristrutturazione del palazzo storico di Guidizzolo, firmata anche dai fedeli italiani con 300 mila euro, ha fatto spazio a mini-appartamenti e ad un asilo lungo-orario per dar modo alle giovani di cercarsi un impiego. “L’accompagnamento dei poveri è pedagogia per chi accoglie. All’inizio c’è sempre chi scuote la testa. Poi le persone si incontrano e la vita comunitaria cresce”. Oggi le volontarie dell’asilo vengono dall’unità pastorale di Guidizzolo e da parrocchie confinanti. “E l’opera non è assistenziale, perché ove possibile alle giovani madri è richiesto un affitto simbolico, che le allena a tener fede agli impegni di quando la vita familiare riprenderà”.

 

AMATRICE (RIETI) IL CENTRO POLIVALENTE E GLI ALTRI INTERVENTI POST SISMA
Da questo ‘campo base’
la Caritas ha soccorso le 7 diocesi colpite

 Ad Amatrice, simbolo del vasto cratere colpito dal sisma 2016 in Centro Italia (299 morti), la Caritas si è fatta motore e sintesi di una solidarietà senza confini (oltre 26 milioni di euro raccolti), con gemellaggi oltre l’emergenza. L’8xmille ha assicurato un milione di euro. Aprire uffici Caritas distaccati ad Amatrice è servito a intervenire su necessità verificate, anche nelle piccole frazioni. Dalla prima accoglienza per coppie con figli e anziani ai Centri di Comunità polivalenti in tutte le diocesi (Rieti e 6 nelle Marche), con spazi multiuso, mensa e posti letto per gli sfollati in attesa d’assegnazione delle casette, area giochi per i bambini. Poi bandi diocesani per far ripartire l’economia (con contributi fino a 50 mila euro), moduli abitativi, generatori. “Dalla tv non ci si può rendere conto di quanto la situazione sia difficile – spiega un operatore Caritas – ma quando ci si muove tra le macerie la differenza è netta, perché le persone ti raccontano quello che hanno perso”. “C’è una singolare dignità in chi vive una condizione così essenziale – ha detto il vescovo di Rieti mons. Domenico Pompili- e una grande capacità di prendere l’iniziativa dal poco che c’è. Si dice ‘io ci sono, dunque si può ripartire”.

 

COSENZA MENSA CASA NOSTRA
Seimila pasti caldi in un anno,
la tavola diocesana serve la città

Pasti caldi per 50 persone, con docce, abiti, lavanderia, assistenza legale, ambulatorio e centro ascolto. Da febbraio 2016 i poveri sono di casa in un’ala dell’arcivescovado. Con 50 mila euro dall’8xmille, l’opera “è nata nel cuore della diocesi di Cosenza-Bisignano, ma soprattutto nel cuore del Signore, che ci vuole capaci, con la nostra vita, di dire ciò che crediamo” ha detto l’arcivescovo di Cosenza-Bisignano mons. Francesco Nolé.  Cosenza parla di sé con gli oltre 6 mila pasti caldi serviti in un anno, 200 visite mediche, 60 volontari accanto alle suore Missionarie francescane dei poveri. E con le unità di strada della Caritas, guidata da don Enzo Gabrielli, che di notte raggiungono chi dorme in auto o all’aperto. “La povertà in città è in aumento, senza segnali di ripresa -spiega il presidente dell’associazione Casa nostra Pino Salerno- In mensa arrivano per lo più italiani, ossia esce allo scoperto la classe media che finora aveva resistito con i risparmi”. Un rivolo di quei 180 mila posti di lavoro e 7 miliardi persi ogni anno per l’aggressione delle mafie all’economia del Sud. “Le opere di modernizzazione urbana, come l’imponente ponte di Calatrava, in realtà non incidono sulla povertà dei cittadini, dai giovani con contratti a termine ai padri separati”. “E’ ora di aprirci agli altri – ha ricordato mons. Nolé – e di dire: ‘Io ci sono’”.

 

MASSA PARROCCHIA VISITAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA
Nuovi spazi di riunione per giovani e famiglie,
così cresce la comunità

C’è qualcosa di nuovo in una delle chiese più antiche di Massa, detta familiarmente Madonna del Monte. Consacrata nel 1599, al suo interno conserva un affresco trecentesco della Vergine in Maestà dai tratti giotteschi. Sotto il suo sguardo sono passati oltre 700 anni di storia della città. Ma oltre la chiesa, per la comunità di 1.450 abitanti, stretta dal vicino ospedale civile, gli spazi erano pochi. I giovani non avevano che la piazzetta antistante per ritrovarsi, all’interno mancavano anche i bagni. Con 560 mila euro provenienti dall’8xmille, che hanno affiancato il mutuo da 130 mila euro acceso dai parrocchiani, è stato possibile ricavare nuove sale. “Per genitori e ragazzi è stato un nuovo inizio – spiega il parroco, don Luca Franceschini- ci siamo ritrovati per imbiancare, spostare i mobili. Oggi pensiamo anche ad un doposcuola. Sostenute dalle firme dei fedeli italiani, le persone si sono sentite pietre vive, anche nella parrocchia di Ss. Rocco e Giacomo che compone la nostra unità pastorale. Avremo più spazio per progetti destinati agli anziani, quota rilevante della popolazione, dopo che tante famiglie per la crisi sono andate via”.

 

VICENZA CASA BEATO CLAUDIO GRANZOTTO
“Dopo separazioni e licenziamenti serviva
un tetto per i nuovi poveri”

Non avrebbero mai pensato di finire in strada, faticavano a chiedere aiuto. Sono i destinatari dell’azione diocesana e di alloggi a medio termine da cui ripartire, raggiunti attraverso la rete di 112 centri ascolto Caritas. Padri separati, pensionati, anziani che per aiutare i figli non sono più riusciti a pagare l’affitto, licenziati dopo anni di lavoro, famiglie in emergenza abitativa temporanea, giovani precari. Sono in continuo aumento i nuovi poveri per cui il costo dell’abitazione diventa proibitivo, conferma l’Istat. Ma anche grazie all’8xmille trovano, all’antico convento francescano di Santa Lucia a Vicenza, ristrutturato e oggi crocevia di cohousing sociale, monolocali o appartamenti attrezzati, per sei mesi, con una piccola partecipazione alle spese per acqua, gas e luce. “Prima ancora che Papa Francesco chiedesse di non fare dei conventi vuoti un’occasione di guadagno, qui a Vicenza già si lavorava in questa direzione” spiegò nel 2015  il vescovo mons. Beniamino Pizziol inaugurando la casa, intitolata al giovane beato francescano Claudio Granzotto, mistico di Cristo crocifisso, che offrì per gli altri la sua vita. “Già nei primi 6 mesi accogliemmo 60 padri separati” ricorda il direttore della Caritas diocesana, don Enrico Pajarin. Maschio, 43 anni, è l’identikit dell’ospite medio, ma si contano anche donne, ultraottantenni o bambini con un genitore. Chi è in difficoltà momentanea qui può respirare. Riceve sostegno emotivo dopo lo choc del cambiamento di vita e non è solo nel nuovo cammino.