di SOFIA GOGGIA campionessa del mondo di sci
Testi a cura di DANIELA SCHERRER foto ZUMAPRESS/AGF-NICOLA MARFISI (AGF)-PIERRE TEYSSOT (AGF)
La sera, prima di addormentarmi, bacio la catenina con la croce che porto al collo. Chiedo al Signore di aiutarmi a comprendere sempre meglio la sua Parola, e ringrazio per tutto ciò che ho e che sono, perché la quotidianità è straordinaria. A volte è difficile da capire la bellezza delle piccole cose, ma parte tutto da lì. Bisogna solo volerlo. Il mio rapporto con la fede è profondo, ed è maturato nei momenti di sofferenza, quando ripetuti infortuni minacciavano di allontanarmi per sempre dalle piste, dal mondo che sognavo. Prima di allora, da adolescente, non mi facevo domande profonde. È stata mia mamma a farmi scoprire la bellezza di credere in Dio. Proprio lei, che era atea e che si è convertita perché insieme potessimo affidarci al Signore per superare gli ostacoli della vita.
Quando sono a Bergamo, libera dagli slalom, non manco alla Messa domenicale in cattedrale. Vado ad ascoltare le omelie di don Fabio Zucchelli, che è anche il mio punto di riferimento spirituale. Sa trovare parole attuali, che danno risposte alle domande dei nostri giorni. E poi don Fabio è diplomato Isef, ama lo sport come me.
La mia vita quotidiana è spesso lontana da questi luoghi familiari, ma la fede mi guida e mi fa maturare. Il sogno dell’oro olimpico, che si è avverato a febbraio scorso, a PyeongChang, durante i XXII Giochi invernali in Corea del Sud, è dentro di me da quando aveva sei anni. Ma la fede mi ha insegnato a modulare le mie ambizioni: ho capito che il mio reale desiderio è realizzare la performance perfetta, senza guardare solo al risultato. L’importante è sciare con gioia, senza mai farti portar via la passione. Che è poi il rischio più grande anche nel nostro mondo, dove gli ‘squali’ si aggirano sempre pronti a toglierti la serenità interiore. Per questo è importante circondarsi di persone giuste, anche nello staff. E avere al fianco la famiglia.
Può bastare un passo dopo l’altro per approdare a strade sbagliate, come il doping. Essenzialmente per due motivi: la voglia estrema ed esasperata di trionfare e la disperazione di non essere all’altezza delle aspettative. E’ un discorso delicato. Non voglio giudicare, ma dico anche che io sono molto corretta e non è giusto fare uso di sostanze proibite. Penso a tutti quegli atleti che sono arrivati quarti, preceduti da colleghi dopati, e che avrebbero meritato di salire sul podio dopo allenamenti e tanto sudore. E’ veramente un sogno che è stato strappato. Penso sia una delle cose più avvilenti nella carriera. Una preghiera preferita, magari da recitare al cancelletto di partenza prima di lanciarsi tra i paletti, non ce l’ho. Prego a seconda del momento. Però in genere chiedo a Dio di aiutarmi a potermi sempre riconoscere, coerente con me stessa, di plasmarmi Lui in modo da non essere un’ipocrita, una che predica bene e razzola meno bene. Mi ripeto spesso le parole di san Paolo nella Lettera ai Filippesi: “Quel che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi”. Parole che mi ripeto spesso, anche se mi rendo conto che tra il dire e il fare c’è tutta la fatica di ogni giorno.
DISCESISTA D’ORO
“Non fate come me. Evitate le goggiate”. Sofia Goggia li chiama così gli errori macroscopici, frutto di un amore per lo sci e per la competizione difficile da contenere, con un senso dell’autoironia davvero insolito tra gli atleti del suo livello. Nata a Bergamo nel 1992, Goggia è una delle più belle realtà dello sci azzurro. Mamma insegnante e papà ingegnere, ha capito da subito che la sua passione erano quelle discese “a uovo” giù per i pendii di Foppolo e Pisogne. La sua specialità è rimasta la discesa libera, in cui nel 2018 ha trionfato con l’oro olimpico a PyeongChang e con la Coppa del mondo. Il primo podio l’aveva raggiunto a Lake Louise (Stati Uniti) nel 2014, sulla stessa pista che tre anni prima l’aveva vista infortunarsi al ginocchio. Solo nel 2017 ci è salita ben tredici volte, con due vittorie assolute in Corea del Sud, a Jeongseon, in discesa e in super G. Tra le sue passioni l’inseparabile cagnolina Belle e la scrittura. Sofia infatti ha da poco ottenuto un altro piccolo trionfo: la pubblicazione di un primo racconto sul webmagazine The Owl Post. Laura Novelli