SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

«La mia fede è maturata nei momenti difficili»

3 Agosto 2018

di SOFIA GOGGIA campionessa del mondo di sci
Testi a cura di DANIELA SCHERRER  foto ZUMAPRESS/AGF-NICOLA MARFISI (AGF)-PIERRE TEYSSOT (AGF)

La sera, prima di addormentarmi, bacio la catenina con la croce che porto al collo. Chiedo al Signore di aiutarmi a comprendere sempre meglio la sua Parola, e ringrazio per tutto ciò che ho e che sono, perché la quotidianità è straordinaria. A volte è difficile da capire la bellezza delle piccole cose, ma parte tutto da lì. Bisogna solo volerlo. Il mio rapporto con la fede è profondo, ed è maturato nei momenti di sofferenza, quando ripetuti infortuni minacciavano di allontanarmi per sempre dalle piste, dal mondo che sognavo. Prima di allora, da adolescente, non mi facevo domande profonde. È stata mia mamma a farmi scoprire la bellezza di credere in Dio. Proprio lei, che era atea e che si è convertita perché insieme potessimo affidarci al Signore per superare gli ostacoli della vita.

Quando sono a Bergamo, libera dagli slalom, non manco alla Messa domenicale in cattedrale. Vado ad ascoltare le omelie di don Fabio Zucchelli, che è anche il mio punto di riferimento spirituale. Sa trovare parole attuali, che danno risposte alle domande dei nostri giorni. E poi don Fabio è diplomato Isef, ama lo sport come me. 

La mia vita quotidiana è spesso lontana da questi luoghi familiari, ma la fede mi guida e mi fa maturare. Il sogno dell’oro olimpico, che si è avverato a febbraio scorso, a PyeongChang, durante  i XXII Giochi invernali in Corea del Sud, è dentro di me da quando aveva sei anni. Ma la fede mi ha insegnato a modulare le mie ambizioni: ho capito che il mio reale desiderio è realizzare la performance perfetta, senza guardare solo al risultato. L’importante è sciare con gioia, senza mai farti portar via la passione. Che è poi il rischio più grande anche nel nostro mondo, dove gli ‘squali’ si aggirano sempre pronti a toglierti la serenità interiore. Per questo è importante circondarsi di persone giuste, anche nello staff. E avere al fianco la famiglia.

Può bastare un passo dopo l’altro per approdare a strade sbagliate, come il doping. Essenzialmente per due motivi: la voglia estrema ed esasperata di trionfare e la disperazione di non essere all’altezza delle aspettative. E’ un discorso delicato. Non voglio giudicare, ma dico anche che io sono molto corretta e non è giusto fare uso di sostanze proibite. Penso a tutti quegli atleti che sono arrivati quarti, preceduti da colleghi dopati, e che avrebbero meritato di salire sul podio dopo allenamenti e tanto sudore. E’ veramente un sogno che è stato strappato. Penso sia una delle cose più avvilenti nella carriera. Una preghiera preferita, magari da recitare al cancelletto di partenza prima di lanciarsi tra i paletti, non ce l’ho. Prego a seconda del momento. Però in genere chiedo a Dio di aiutarmi a potermi sempre riconoscere, coerente con me stessa, di plasmarmi  Lui in modo da non essere un’ipocrita, una che predica bene e razzola meno bene. Mi ripeto spesso le parole di san Paolo nella Lettera ai Filippesi: “Quel che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi”. Parole che mi ripeto spesso, anche se mi rendo conto che tra il dire e il fare c’è tutta la fatica di ogni giorno.

DISCESISTA D’ORO

È la giovane fuoriclasse dello sci azzurro

“Non fate come me. Evitate le goggiate”. Sofia Goggia li chiama così gli errori macroscopici, frutto di un amore per lo sci e per la competizione difficile da contenere, con un senso dell’autoironia davvero insolito tra gli atleti del suo livello. Nata a Bergamo nel 1992, Goggia è una delle più belle realtà dello sci azzurro. Mamma insegnante e papà ingegnere, ha capito da subito che la sua passione erano quelle discese “a uovo” giù per i pendii di Foppolo e Pisogne.  La sua specialità è rimasta la discesa libera, in cui nel 2018 ha trionfato con l’oro olimpico a PyeongChang e con la Coppa del mondo. Il primo podio l’aveva raggiunto a Lake Louise (Stati Uniti) nel 2014, sulla stessa pista che tre anni prima l’aveva vista infortunarsi al ginocchio. Solo nel 2017 ci è salita ben tredici volte, con due vittorie assolute in Corea del Sud, a Jeongseon, in discesa e in super G. Tra le sue passioni l’inseparabile cagnolina Belle e la scrittura. Sofia infatti ha da poco ottenuto un altro piccolo trionfo: la pubblicazione di un primo racconto sul webmagazine The Owl Post.  Laura Novelli