SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

«La fede ci fa affrontare tutto nella vita»

1 Novembre 2016

di GIANCARLO GIANNINI
testi a cura di MARTINA LUISE  foto AGF

Ho vissuto l’'infanzia a La Spezia, in una famiglia cattolica, e sono stato chierichetto. Poi con il trasferimento di mio padre a Napoli e l’adolescenza cambiò tutto. In chiesa però negli anni ci sono ritornato. A Roma ne frequento più di una. E anche il prossimo 24 dicembre andrò alla Messa della notte di Natale con la mia famiglia. Amo le chiese. Entrarci e abbandonarmi a quel senso di sacro e di pace che mi aspetta lì, e che avverti subito, specie in Italia, dalla maestosità dell’architettura. Mi coinvolge quel silenzio austero e profondo.
Vivendo ho imparato ad accettare tutto dalla vita. E perfino l’essere umano, così contraddittorio e limitato, mi appare perfetto, direi quasi miracoloso. Se si capisce quello che siamo, se si capisce che cos’è l’'uomo, allora non si può non pensare che esista il Mistero. Da padre lo dico anche ai miei figli: vorrei che anche loro avessero la fortuna di incontrare preti come quelli che ho trovato io. Da bambino a La Spezia c’era un sacerdote in oratorio che mi colpiva per la semplicità con cui affrontava le situazioni della vita. Non ricordo il suo nome ma il suo esempio sì. E’ con quella semplicità, fiduciosa e diretta, che i preti oggi dovrebbero parlarci e avvicinarci, perché le persone sono semplici. Un maestro in questo apostolato è Papa Francesco. E come lui Papa Giovanni: con il suo ‘discorso della luna’, con cui affidava ai genitori la ‘carezza del Papa’ per i piccoli, resta esemplare di come il sacerdote debba puntare all’essenziale. Non alla persuasione, ma ad accogliere e parlare al cuore umano.

Da tanti anni vorrei fare un film sulla fede, sarebbe più importante dell'’aver interpretato ruoli di religiosi. Perché la fede non è facile da spiegare nemmeno ai credenti: è un dono grandissimo da coltivare. Se ce l’'hai non ti fa più paura nulla nella vita. Ricordo le discussioni sul set con Vittorio Gassman: lui non credeva - mi diceva - ma avrebbe tanto voluto quella luce che vedeva in me. Ed io ribattevo che non era una luce, era una cosa normale, però molto difficile da spiegare. È il dono che ti fa cercare Chi te l'’ha dato, e che ad ogni passo ti fa scoprire piccoli misteri quotidiani. Come quello della misericordia, che diamo e riceviamo. Un'’etica nuova, che può durare ben oltre il Giubileo di quest’anno, una strada su cui incamminarci.

 

DIVO SCHIVO E INIMITABILE

Un insolito destino da oltre 90 film

Strega il pubblico da 50 anni con lo sguardo, l’ironia e la voce più inconfondibili del cinema. Miglior attore a Cannes 1973 (Film d’amore e d’anarchia), candidato all'’Oscar 1976 per Pasqualino sette bellezze. Poi 6 David, 5 Nastri d’argento, 5 Globi d’oro.

Nato a La Spezia (1942), perito elettronico e studi d’arte drammatica, per Giancarlo Giannini l’'esordio è a 18 anni con Patroni Griffi. A teatro diretto da Zeffirelli trionfa, anche a Londra, in Giulietta e Romeo, poi ne La Lupa con Anna Magnani. Dopo la tv (David Coppierfield), è con Lina Wertmüller che tra 1966 e 2001 libera l’'originalità del suo talento (da Mimì metallurgico a Travolti da un insolito destino, creando il duo memorabile con Mariangela Melato).

In ruoli politici e grotteschi lo dirigono Scola (Dramma della gelosia), Zurlini, Visconti (L’innocente), Monicelli, Risi, Loy, Lizzani, Fassbinder, Coppola, fino alla saga di 007. Ha doppiato Pacino, Nicholson (in Shining e Batman, nel ruolo di Joker), M.Douglas, Depardieu, Hoffman. Premio Pavese 2015 all’autobiografia. Sposato, 4 figli. Di sé ha detto: “faccio parte di una generazione - Gassman, Mastroianni, Tognazzi, Volonté - che non c’è più, io sono l’'ultima goccia. L'’importante è essere diversi, inventare. Guardare avanti, non rifare quello che è già stato fatto. Ci vuole ottimismo, e coraggio”. P.I.