di GIANCARLO GIANNINI
testi a cura di MARTINA LUISE foto AGF
Ho vissuto l'infanzia a La Spezia, in una famiglia cattolica, e sono stato chierichetto. Poi con il trasferimento di mio padre a Napoli e ladolescenza cambiò tutto. In chiesa però negli anni ci sono ritornato. A Roma ne frequento più di una. E anche il prossimo 24 dicembre andrò alla Messa della notte di Natale con la mia famiglia. Amo le chiese. Entrarci e abbandonarmi a quel senso di sacro e di pace che mi aspetta lì, e che avverti subito, specie in Italia, dalla maestosità dellarchitettura. Mi coinvolge quel silenzio austero e profondo.
Vivendo ho imparato ad accettare tutto dalla vita. E perfino lessere umano, così contraddittorio e limitato, mi appare perfetto, direi quasi miracoloso. Se si capisce quello che siamo, se si capisce che cosè l'uomo, allora non si può non pensare che esista il Mistero. Da padre lo dico anche ai miei figli: vorrei che anche loro avessero la fortuna di incontrare preti come quelli che ho trovato io. Da bambino a La Spezia cera un sacerdote in oratorio che mi colpiva per la semplicità con cui affrontava le situazioni della vita. Non ricordo il suo nome ma il suo esempio sì. E con quella semplicità, fiduciosa e diretta, che i preti oggi dovrebbero parlarci e avvicinarci, perché le persone sono semplici. Un maestro in questo apostolato è Papa Francesco. E come lui Papa Giovanni: con il suo discorso della luna, con cui affidava ai genitori la carezza del Papa per i piccoli, resta esemplare di come il sacerdote debba puntare allessenziale. Non alla persuasione, ma ad accogliere e parlare al cuore umano.
Da tanti anni vorrei fare un film sulla fede, sarebbe più importante dell'aver interpretato ruoli di religiosi. Perché la fede non è facile da spiegare nemmeno ai credenti: è un dono grandissimo da coltivare. Se ce l'hai non ti fa più paura nulla nella vita. Ricordo le discussioni sul set con Vittorio Gassman: lui non credeva - mi diceva - ma avrebbe tanto voluto quella luce che vedeva in me. Ed io ribattevo che non era una luce, era una cosa normale, però molto difficile da spiegare. È il dono che ti fa cercare Chi te l'ha dato, e che ad ogni passo ti fa scoprire piccoli misteri quotidiani. Come quello della misericordia, che diamo e riceviamo. Un'etica nuova, che può durare ben oltre il Giubileo di questanno, una strada su cui incamminarci.
DIVO SCHIVO E INIMITABILE
Strega il pubblico da 50 anni con lo sguardo, lironia e la voce più inconfondibili del cinema. Miglior attore a Cannes 1973 (Film damore e danarchia), candidato all'Oscar 1976 per Pasqualino sette bellezze. Poi 6 David, 5 Nastri dargento, 5 Globi doro.
Nato a La Spezia (1942), perito elettronico e studi darte drammatica, per Giancarlo Giannini l'esordio è a 18 anni con Patroni Griffi. A teatro diretto da Zeffirelli trionfa, anche a Londra, in Giulietta e Romeo, poi ne La Lupa con Anna Magnani. Dopo la tv (David Coppierfield), è con Lina Wertmüller che tra 1966 e 2001 libera l'originalità del suo talento (da Mimì metallurgico a Travolti da un insolito destino, creando il duo memorabile con Mariangela Melato).