SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

«La condivisione illumina la vita»

31 Luglio 2019

di CARLO CONTI scrittore e saggista
testi a cura di MARTINA LUISE foto MARIA LAURA ANTONELLI (AGF)

Oggi nessuno indovinerebbe che ero un bambino solitario. Ho perso mio padre troppo presto, a 18 mesi, e mia madre mi ha tirato su da sola, con severità e pochi mezzi. Così da ragazzino a Firenze passavo il tempo in parrocchia, a San Francesco e Santa Chiara a Montughi, dove ho ricevuto Comunione e Cresima. Il mondo francescano è una costante nella mia vita perché lì è cominciata la mia formazione, e perché è legato alle parole di mia madre: «guarda sempre a chi sta peggio di noi, ricordati dei poveri», e questo anche se lei non aveva niente. La nostra società tende in generale a guardare chi sta meglio, ma solo ragionando da fratelli diamo alla vita il giusto valore. La considerazione verso mia madre Lolette se possibile è aumentata ancora da quando è nato mio figlio, solo ora capisco veramente quanto ha fatto. Lei mi ha trasmesso la fede, che non siamo soli in questa vita: dall’alto siamo seguiti e amati, e su questa terra dobbiamo fare del nostro meglio. Spero di saper spiegare a mio figlio Matteo questo rispetto verso gli altri e verso la vita: è un ruolo del tutto nuovo per me, non ho avuto un babbo come riferimento, ma lo vivo con grande gioia. Matteo si chiama così perché il suo nome significa ‘dono di Dio’, ed essere padre è una continua scoperta. Diversi sacerdoti mi hanno aiutato a maturare: come padre Artemio, che alla Prima Comunione mi fece scrivere sul Vangelo ‘io sono di Cristo’. Conservo ancora quel Vangelo con la mia scrittura di bambino, a penna. O padre Flavio e padre Stanislao, che mi hanno formato. Poi don Giovanni che mi ha sposato e don Tito di Castell’Azzara, nel Grossetano. E sono legato anche a religiose come suor Guglielmina, che ha avuto una lunga vita dedicata alle missioni. La chiesa nella campagna fiorentina dove il mio caro amico don Giovanni Martini ci ha sposato e poi ha battezzato Matteo, la pieve di Sant’Andrea a Cercina, è un posto dell’anima. Ma devo dire che mi succede di pregare anche in auto davanti a un tramonto. Ovviamente il mio lavoro mi porta ovunque, ma è la famiglia il centro della mia vita. È il tempo della condivisione, dove si costruisce il futuro per lasciare qualcosa. Di amici ne ho pochi, ma fraterni. E poi ho la fortuna – ma lo considero un dono – di poter fare il mestiere che sognavo da bambino. Oggi in tutti i settori professionali siamo bombardati da stimoli continui per essere al top, per
riuscire a giocare in seria A, ma ai giovani vorrei dire che la gara non è con gli altri ma con se stessi, senza cercare scorciatoie.
Per quanto posso, onestà professionale e rispetto verso il pubblico sono la mia stella polare. La tv è uno strumento fantastico ma non può essere una maestra. Non è una baby sitter, anzi se i bambini la vedono, va guardata insieme a loro e commentata, senza demandare tutto al piccolo schermo. È una cassa di risonanza, ma va saputa guardare.

LO SHOWMAN DELLE SFIDE

Il bancario-deejay arrivato a Sanremo

La radio più forte del posto fisso. Carlo Conti (Firenze, 1961), dopo il diploma da ragioniere, entra giovanissimo in banca ma non rinuncia alla musica. Di giorno è impiegato, di sera dee-jay ai microfoni delle emittenti locali. Nei vivaci anni ‘80 già lavora al fianco di quelli che diventeranno gli amici di una vita: Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello. Insieme, condividono i primi set televisivi, con programmi come Succo d’arancia. Il salto sulla tv nazionale arriva nel ‘91 con Discoring. Da lì in poi i suoi impegni professionali si moltiplicano: dalla tv per i ragazzi (Big! e Giochi senza frontiere) a La festa della mamma e Luna park. Il varietà comico rimane però una costante della sua carriera e il successo di Aria fresca  (Videomusic e Tmc) ne è un esempio. Sempre attento alle tendenze del momento, Conti anticipa la moda dei talent con Cocco di mamma (1998). Negli ultimi 20 anni conduce per la tv pubblica da Domenica In ai Raccomandati, da 50 Canzonissime a I migliori anni, fino al tris con il festival di Sanremo (dal 2015 al 2017), devolvendo l’intero compenso di un’edizione alla ricostruzione post sisma in Italia centrale.  È stato in tour con Pieraccioni, Conti, Panariello – The show, che celebra il lungo sodalizio del trio toscano: “con loro abbiamo raggiunto il massimo – ha detto – rimanendo noi stessi”.

Laura Novelli