SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

Foto reportage >> Calciano (Matera)

Viaggio a Calciano (Matera), 600 abitanti, parrocchia di San Giovanni Battista, diocesi di Tricarico. Sembrava un paese destinato a spopolarsi, come spesso accade nei piccoli centri montani. Finché è arrivato un giovane parroco… A Calciano non funzionava nemmeno l’orologio del paese, né si sentivano più le campane scandire le ore, quando don Giovanni Trolio, 28 anni, […]
2 Agosto 2017
Viaggio a Calciano (Matera), 600 abitanti, parrocchia di San Giovanni Battista, diocesi di Tricarico. Sembrava un paese destinato a spopolarsi, come spesso accade nei piccoli centri montani. Finché è arrivato un giovane parroco…
 
A Calciano non funzionava nemmeno l’orologio del paese, né si sentivano più le campane scandire le ore, quando don Giovanni Trolio, 28 anni, arrivò nel piccolo centro come nuovo parroco. Gli sembrava un posto sperduto nelle Dolomiti lucane. Ma vi sarebbe rimasto oltre un decennio. Rimettendo in moto la vita comunitaria. E restituendo al paese la consapevolezza della sua storia. «Per prima cosa chiesi alla Soprintendenza di mettere un filo volante, che dalla canonica permettesse almeno di suonare le
campane» ricorda don Trolio. I calcianesi si autotassarono per completare la ristrutturazione della chiesa del ‘500, contribuendo al restauro di altare in pietra, statue e ambone. All’interno tornarono visibili affreschi del 1200-1300, con la vita di Maria e volti di santi. Tornò la statua lignea dell’Annunciata (XVI secolo) che da anni era all’episcopio di Tricarico (nelle immagini a pagina 11). Poi un crocifisso del ‘300. È cominciata così la primavera di Calciano. Dalla ricostruzione della chiesa a quella della comunità. Dalla pastorale giovanile alla riscoperta del passato, con convegni ed eventi (dedicati ai proverbi locali o al cinquecentenario del Polittico ritrovato, opera di Bartolomeo da Pistoia). Ha riaperto la pro loco. E hanno ritrovato nuova linfa riti e spiritualità della festa patronale dell’8 settembre. Il Comitato feste, centro propulsore dei progetti locali, ha coinvolto tutte le generazioni. La parrocchia, con l’associazione “Santa Maria della Rocca”, ha chiamato i molti anziani soli, protagonisti del laboratorio artistico e del progetto di dialogo intergenerazionale. Con i bambini e i ragazzi che prendevano appunti, registrando ricordi di mestieri, tradizioni e testimonianze. Sono state così recuperate lavorazioni tradizionali del legno, tecniche del ricamo e ricette della cucina tradizionale, a cominciare dalla pasta fatta in casa. In raccordo con le amministrazioni comunali, oggi le rovine della Calciano di un secolo fa, in fondo alla valle da dove, dopo l’alluvione di inizio ‘900, il paese era stato spostato più in alto, di notte sono illuminate, creando un fondale suggestivo e attirando i visitatori. E durante la Settimana santa si ripopolano, location naturale per una sacra rappresentazione della Passione di Cristo. I giovani hanno diffuso anche su internet la devozione locale alla Madonna della Serra, (www.parrocchiacalciano.it), creando così uno spazio comune d’incontro con gli emigrati calcianesi all’estero. Un bel salto per un paese “dove gli abitanti avevano l’impressione di non essere ricordati da nessuno”.Dal 2008 don Giovanni è stato nominato parroco della cattedrale di Tricarico. E, dopo una fase di affiancamento, la parrocchia di San Giovanni Battista è ora affidata ad un altro giovane parroco, don Claudio Molfese, 35 anni. A lui è passato il testimone, ora che il cuoredella vita religiosa e sociale è tornato a pulsare. E le campane a scandire il tempo della vita collettiva. Così la comunità è cresciuta attorno agli stimoli continui provenienti dalla parrocchia e dai suoi preti. Così un paese, svuotato dall’emigrazione e dal pendolarismo di studenti universitari e adulti verso Potenza o Matera, custodito per lo più dagli anziani e da una crescente popolazione di badanti, non è più invisibile a se stesso.Ultima novità: è stato aperto un ostello della gioventù per i campi estivi, allestito nelle vecchie scuole elementari. Così col bel tempo Calciano si popola di ragazzi, in visita al Parco regionale delle Dolomiti lucane. Anche per l’attuale parroco, don Claudio, la vocazione era cominciata così. Attraverso la pastorale giovanile e le Giornate mondiali della gioventù. Viene da una famiglia di 8 figli, dove anche un altro fratello, Giuseppe, è sacerdote. «Calciano è un paese piccolo, generoso – dice oggi – con uno sguardo conosci tutti». Grazie alle offerte per i sacerdoti, la missione di questi due parroci e i progetti della comunità di Calciano sono più vicini. La loro storia è anche nostra.